Il giornale francese Le Figaro ha pubblicato un articolo sulla città di Milano, un anno dopo il primo caso di Covid in Italia a Codogno. Sembra passata una vita da quando la pandemia è iniziata e dopo mesi di chiusure, i milanesi stanno “lottando con forza” per riconquistare quella gioia di vivere e dinamicità, tipica della loro città.
I francesi: “Un ANNO DOPO lo choc, MILANO ritrova la GIOIA di VIVERE” (Le Figarò)
Traduzione estratto articolo di Un an après le choc du Covid, Milan retrouve le goût de vivre (le Figarò)
Il 23 febbraio 2020, la settimana della moda non era ancora finita che i clienti scappavano da Milano e il capoluogo lombardo si chiuse: due giorni prima, il primo caso di Covid era stato scoperto in Italia, a 60km a sud, a Codogno. Milano è stata la prima metropoli europea colpita dal virus.
# Si cerca un ritorno alla vita normale
Un anno dopo, la vita sembra ritornare ordinaria, piano piano. Tifosi dell’Inter e del Milan AC, più o meno con mascherine, sono andati fuori da San Siro per sostenere le squadre che si affrontavano nel derby, sfoggiando sciarpe e bombe fumogene. Gli ultrà sono a due passi dall’affrontarsi, come ai bei tempi. Nello stesso momento lungo i Navigli e le terrazze sono piene dei numerosi milanesi venuti a prendere il classico aperitivo, tutto nel pomeriggio, prima della chiusura delle 18. Ci si è dimenticati che la pandemia si sta sempre diffondendo.
# Una città ferita
Eppure nell’ultimo anno, la città e i suoi ristoranti sono stati chiusi per cinque mesi su dodici, l’attività non è veramente ripartita tranne tra luglio e settembre. La cancellazione della settimana della moda, di quella del mobile e del design, che ogni anno trasformano Milano in uno showroom gigante dove si dà appuntamento il mondo intero, ha fatto perdere alla città una parte della sua anima. “Né la Scala né i teatri della città hanno mai riaperto da un anno a questa parte, e per i milanesi così legati alla vita culturale è stata una vera ferita”, dice il giornalista della Stampa Alberto Mattioli. Evoca soprattutto la “ferita psicologica” di un città che era orgogliosa del suo successo. Come dell’eccellenza dei suoi ospedali, dove veniva curata tutta l’Italia meridionale, e che ha scoperto con stupore la povertà di una medicina di base, che non le ha permesso di gestire bene la lotta contro la pandemia.
Milano è sicuramente pronta a ripartire e ha una voglia matta di farlo. Tuttavia, non bisogna dimenticare della ferita ancora aperta e che difficilmente si sta cercando di ricucire (anche se con alcuni insuccessi).
Traduzione estratto da:lefigaro.fr
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Valérie Segond (Traduzione di BEATRICE BARAZZETTI)
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