Ho sempre pensato che ogni testa fosse un piccolo mondo parallelo, quello fatto solo di pensieri appena leggibili grazie a qualche ruga in più sul volto e composto anche da segreti malcelati da pugni serrati o del tutto inespressi, nascosti e vivi solo nella mente e nel cuore di ognuno di noi.
Così come da piccola, tuttora mi soffermo a guardare i volti dei passanti tentando di indovinare le loro vite, le loro angosce o gioie e insomma i pensieri segreti affollati in uno sguardo, ad ascoltare di sfuggita una conversazione rubata…
# Il cuore infranto
Come dello sconosciuto che corre giù dalle scale della metro gialla e che mi urta con la spalla e a momenti mi fa cadere. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano e mi rendo conto che è in affanno, corre verso il suo futuro e un “mi scusi” appena accennato, lo riporta per un attimo al qui e ora per ripiombare subito dopo dentro di sé. Sembra sia stato appena lasciato dalla sua amata, una piccola lacrima appena scorta in questo fotogramma mi trasmette tristezza.
# L’arrivista
Non solo la metro, a Milano, è piena di pensieri, (oltre che di odori): i passanti qui corrono incollati ai loro devices, alle loro valigie o inseguiti da trolley hi-tech. Non si sa chi sia davvero a condurre il gioco e quale possa essere la destinazione finale, certamente nei nostri zaini, oltre a tutto ciò che serve per una vita iperconnessa in questa “terra di mezzo”, portiamo anche tanto non detto, secretato in tasche nascoste.
Immersa in questi pensieri sono arrivata in Duomo, è una bella giornata di novembre e guardando con il naso in su un passante mi trasmette la sua voglia di salire, di arrivare in vetta. Ammirando le guglie con tanta intensità è come se guardasse la posizione alla quale ambisce arrivare, è il suo sopracciglio inarcato a farmi pensare che sarebbe disposto a sacrificare la madre, pur di… ? Chissà se sua madre lo sa. E io che non voglio essere complice, distolgo lo sguardo.
# La mamma manager ripassa la sua agenda
Attraversando San Babila incrocio una giovane donna a spasso col proprio bimbo e puntando i miei nei suoi occhietti blu, gli faccio un sorrisone e lui di rimando, sdentato, contraccambia. Non ha ancora segreti da celare, il pupo, mentre la mamma, che non si è accorta di nulla, si trova immersa nella sua testa. Sembra che stia ripassando a memoria tutta l’agenda della giornata: pediatra, babysitter e poi alle 11,00 call conference con il mega boss da Parigi, lei è una mamma manager, elegantissima e molto bella, pensa che oggi sarà una giornata che le darà grandi soddisfazioni, per fortuna è in smart working e tutto le sembra possibile ora che è diventata anche mamma. Il suo segreto, forse, è quello di riuscire a delegare e a circondarsi di persone valide. E a godere di tutto ciò che la vita le regala, in ogni attimo.
# L’avvocato in cerca di gloria
Chissà invece quali possano essere i pensieri che si affollano nella mente di quel “rider”, troppo velocemente ho incrociato i suoi occhi, pedalata verso Corso Venezia, carico di cibo sulle spalle e, un passante che lo sta osservando, considera con disapprovazione questi nuovi lavori che sono più lo sdoganamento di una rinnovata schiavitù. Capisco dal suo abbigliamento che è un avvocato impegnato nelle cause civili e che oggi per prima cosa cercherà di capire se la legge che tutela queste “nuove professioni” non abbia delle pecche. Il suo segreto: un grande desiderio di diventare famoso, cavalcando l’onda dei diritti dei lavoratori più esposti, in questa new economy.
# La cameriera pensa alla dimissioni
Arrivo da Princi per un caffè e un dolcetto, ho appena chiuso una telefonata di lavoro e mi accomodo ad un tavolino fronte strada, uno dei luoghi di massima soddisfazione per gli osservatori metropolitani quali la sottoscritta. La cameriera sudamericana, un po’ sovrappeso, sembra scura in volto, ha appena litigato col suo capo e dal piglio immagino abbia intenzione di lasciare quel posto, senza indugio. La sento rimuginare, imprecando in spagnolo. Sarà la sua riscossa: mollare tutti in braghe di tela!
# Due amiche e il loro segreto
Mentre sorseggio il caffè, avvio il mio laptop, in un angolino; la donna che è in conversazione alla mie spalle e che non si accorge di me, parla con una sua amica, molto apertamente, è chiaro che l’amica le sta raccontando qualcosa di scottante, sembra un segreto di Palazzo Marino, capisco a tratti che è una cosa seria, e anche sento qualche nome appena sussurrato, dall’altro capo del telefono. Ad un certo punto la tizia si accorge di me e interrompe la conversazione, dicendo all’amica: “ ti mando un wapp”. E se ne va.
Il segreto non è stato svelato, ancora, servono altri passanti, altri momenti, altre osservazioni.
Nuova immaginazione, intanto torno in ufficio passando dai Giardini Montanelli e mi soffermo di fronte alla sua statua: quanti segreti serba ancora, in quello sguardo? È lì, lo immagino scrivere forsennatamente sulla sua Olivetti, i tasti che picchiettano e sgorga inchiostro sulla pagina, non ci resta che attendere.
LUISA COZZI
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