Milano è la città delle stranezze e delle contraddizioni, la metropoli delle mille luci, ma con un lato oscuro sconosciuto. Tra grattacieli e innovazione, la nostra città è carica di storia… e di leggende.
Infatti, anche la città Ambrosiana ha il suo fascino esoterico e questo lo si intuisce già dal suo simbolo, il Basilisco, un grande drago verde rappresentato nell’atto di mangiare un bambino.
Ma ecco quali sono i 5 simboli che gli amanti del mistero, e non solo, non devono assolutamente perdere. Anche per fare un tour alternativo della città.
Nightmare ambrosiano: i 5 SIMBOLI ESOTERICI di Milano
#1 Il cinghiale bianco: il capitello di Via dei Mercanti
Nel cuore medievale della città, in Via dei Mercanti, si può osservare un cinghiale scolpito su un capitello del Palazzo della Ragione. La leggenda narra che Belloveso, un giovane guerriero, dopo aver sconfitto gli Etruschi nel VI a.C., si stabilì nella grande pianura dove costruì la sua dimora. Un luogo non scelto dal caso, ma da un animale e, per l’esattezza, da un cinghiale, simbolo divino appartenente alla cultura celtica ed emblema di forza, coraggio, guerra, caos. In più sembrerebbe che l’etimologia della parola Mediolanum sia legata proprio a questa scrofa semilanuta che divenne il simbolo della Milano gallica.
#2 Gli ossari: i misteri di San Bernardino alle Ossa
Il legame tra Milano, la spiritualità e il mondo dell’aldilà è testimoniato anche dagli ossari presenti in alcune chiese della città. La più famosa, ed inquietante, è la chiesa di San Bernardino alle Ossa, in Piazza Santo Stefano. La sua storia è legata all’ordine religioso meneghino dei Disciplini. Si narra che essi raccolsero le ossa dei defunti provenienti dall’ospedale, dei morti in prigione o per decapitazione e dei loro confratelli, per decorare le pareti dell’ossario. Senz’altro una scelta azzardata e alquanto macabra.
#3 Sant’Ambrogio e la colonna del diavolo: quando Mefisto passò da Milano
A sinistra della Basilica di Sant’Ambrogio si trova la colonna del diavolo. Secondo alcuni, risalirebbe al periodo romano e, probabilmente, faceva parte di un edificio imperiale eretto da Massimiano alla fine del III secolo d.C.
La colonna è chiamata così per i due fori presenti sulla sua superficie: infatti, si racconta che si siano formati a seguito dello scontro tra Sant’Antonio e il diavolo, durante il quale le corna di Mefisto si sarebbero conficcarono nel pilastro. Poi, il diavolo sconfitto scomparve, trasformando simbolicamente la colonna nella porta degli Inferni di Milano.
#4 Le streghe di Piazza Vetra: nove donne finite sul rogo
Tra il 1595 e il 1631, durante l’episcopato di Federico Borromeo, le vittime accusate di stregoneria furono molte. Anche Milano fu uno dei macabri scenari dove venivano giustiziate le presunte streghe. Proprio Piazza Vetra, a pochi passi dalle colonne di San Lorenzo, fu teatro dell’esecuzione di ben nove donne accusate di stregoneria.
A provarlo è il Compendium Maleficarum, un documento redatto dall’esorcista del Cardinale Borromeo, Fra’ Francesco Maria Guaccio.
Anni dopo, nella piazza fu eretta una croce, poi sostituita dalla statua di San Lazzaro, colui che assiste i sofferenti.
#5 La Casa del Diavolo in Porta Romana: la peste bubbonica e le feste di Belzebù
Milano, 1630: il periodo della peste bubbonica descritta da Manzoni nei Promessi Sposi. In un lussuoso palazzo in Corso di Porta Romana 3 abitava il Marchese Ludovico Acerbi che, nonostante il rapido diffondersi della malattia in tutta la città, non rinunciava a sfarzose feste e a sfoggiare il lusso sfrenato. Tutto ciò mentre fuori dalla sua elegante residenza si accumulavano i cadaveri degli appestati.
Così, per la sua totale indifferenza per la situazione del popolo e per la presunta “immunità” alla malattia, il Marchese venne considerato un diretto discendente di Belzebù.
Dunque, di spunti ne avete, ora trovate il coraggio e innamoratevi di Milano, nel bene… e nel male!
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ANGELA CALABRESE
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