«100mila fuggiti in 2 anni»: la Lombardia la prima a perdere i giovani migliori. 7 soluzioni per fermare l’emorragia di talenti

Perché i giovani fuggono? Cosa sta facendo il Governo? Su cosa puntare per risolvere il problema?

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Credits: istitutoeuroarabo.it

Negli ultimi due anni, l’Italia ha subito un fenomeno drammatico: circa 100.000 giovani hanno lasciato il Paese in cerca di opportunità migliori all’estero. L’esodo ha colpito in modo particolare la Lombardia, che ha registrato il maggior numero di partenze tra i giovani talenti. Non solo: è anche la regione che presenta il saldo peggiore tra partenze e nuovi arrivi. Perché i giovani fuggono dal Paese? Cosa sta facendo il Governo? Su cosa puntare per risolvere il problema?

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«100mila fuggiti in 2 anni»: la Lombardia la prima a perdere i giovani migliori. 7 soluzioni per fermare l’emorragia di talenti

# I numeri della fuga: per ogni giovane straniero che arriva, più di 7 italiani se ne vanno

Nel 2023 la Lombardia, storicamente considerata la locomotiva economica d’Italia, ha registrato il saldo peggiore tra nuovi arrivi e partenze di giovani: -5.760. Seguita da un altra regione del Nord: il Veneto, che però ha una popolazione inferiore di metà, con un saldo di -3.759.

Le stime rivelano che per ogni giovane straniero che arriva in Italia, ben 7,5 italiani decidono di partire.

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Dal 2011 al 2021, sono stati 377.000 i giovani italiani che hanno emigrato verso Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera. Nel 2020, oltre 40.000 giovani italiani tra i 25 e i 34 anni hanno espatriato, rappresentando il 33% del totale degli espatriati. Su un campione di sette nazioni (Belgio, Danimarca, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera), un terzo della popolazione europea di età compresa tra i 20 e i 39 anni ha scelto la Svizzera come meta di emigrazione, seguita dalla Spagna. Questa emorragia di giovani talenti ha allertato istituzioni e imprese, preoccupate per la scarsità di personale qualificato in settori cruciali come tecnologia, ingegneria e ricerca.

L’emigrazione aggrava ulteriormente il calo di giovani italiani, scesi da 13,5 milioni nel 2000 a 9,1 milioni nel 2024. Questo drammatico calo demografico non solo mette a rischio il futuro economico della Lombardia, ma rappresenta anche una minaccia per il benessere sociale del Paese, creando un circolo vizioso di disoccupazione e sfiducia nel sistema. Ma quali sono le cause della fuga?

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# Le cause della fuga

Le ragioni alla base della fuga di giovani dall’Italia sono molteplici e complesse.

  • Mercato del lavoro precario: La precarietà lavorativa è una delle principali motivazioni che spinge i giovani a cercare opportunità all’estero. Secondo i dati Eurostat 2023, la disoccupazione giovanile in Italia è al 16,7%, un dato allarmante se confrontato con la media europea dell’11,2%. Inoltre, il nostro Paese è all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione giovanile, con il 34,7%, superiore persino a quello della Grecia. Nonostante un buon livello di istruzione, molti laureati accettano contratti di lavoro a tempo determinato o part-time, privi di stabilità e sicurezza. Questa insoddisfazione li spinge a cercare condizioni lavorative più favorevoli in Paesi con mercati del lavoro più dinamici e inclusivi.
  • Aspettative salariali: Le retribuzioni in Italia, soprattutto per i neolaureati, sono spesso inferiori rispetto a quelle offerte in altri Paesi europei. Nel 2022, la retribuzione mensile netta a un anno dal titolo di laurea in Italia è stata, in media, pari a 332 euro per la laurea triennale e di 366 euro per la laurea magistrale. Questa media, che schiaccia massimi e minimi, non rende un quadro chiaro, ma evidenzia come la differenza di stipendio, unita al costo della vita in città come Milano, renda difficile per i giovani costruire una vita autonoma e soddisfacente. In confronto, i giovani che si trasferiscono all’estero possono contare su stipendi significativamente più alti e condizioni di lavoro migliori.
  • Contesto socio-culturale: La frustrazione per una società percepita come stagnante e poco innovativa contribuisce a questo fenomeno. I giovani desiderano vivere in ambienti stimolanti e creativi, dove possano esprimere le proprie idee e potenzialità.Le città europee sembrano offrire un ambiente più dinamico e accogliente rispetto a quello italiano. La mancanza di opportunità nel settore creativo e culturale, così come le difficoltà di accesso a finanziamenti per start-up, rendono l’Italia meno attrattiva per i talenti emergenti.
  • Declino demografico: L’emorragia di talenti è strettamente legata al declino demografico che l’Italia sta attraversando. L’invecchiamento della popolazione e il basso tasso di natalità creano un circolo vizioso: i giovani fuggono in cerca di migliori opportunità, mentre il Paese affronta una diminuzione della forza lavoro e un aumento del carico assistenziale. L’Italia ha uno dei tassi di natalità più bassi d’Europa; nel 2023 sono nati appena 379.000 bambini, un record negativo per l’undicesimo anno consecutivo. Al 1° gennaio 2024, la popolazione residente è scesa a 58.990.000 unità, con una diminuzione di 7.000 unità rispetto all’anno precedente. Questi dati evidenziano una situazione allarmante, compromettendo la capacità di affrontare le sfide future.

# L’obiettivo del Governo Meloni: riportare in Italia gli italiani all’estero

Il governo Meloni ha avviato iniziative per incentivare il rientro degli italiani altamente qualificati che si sono stabiliti all’estero. Attualmente, si stima che circa 6 milioni di italiani vivano all’estero, di cui un milione è considerato altamente qualificato. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante per l’Italia, che spesso deve ricorrere all’assunzione di personale straniero in settori come quello sanitario.

Nell’ultima legge di Bilancio, il governo ha previsto l’ampliamento delle agevolazioni fiscali per chi decide di rientrare in Italia. I requisiti per accedere a queste agevolazioni comprendono il mantenimento del domicilio all’estero per almeno tre anni, un’alta formazione e il cambiamento di datore di lavoro al rientro. Gli incentivi fiscali sono stati aumentati, prevedendo agevolazioni del 50% per il ritorno, rispetto al precedente 30%, con picchi del 70% per genitori di minori o per coloro che diventano genitori nei primi cinque anni dopo il rimpatrio. Inoltre, è prevista la possibilità di estendere questo periodo di cinque anni di ulteriori tre anni se, al momento del rientro, viene acquistata una casa.

Un’altra iniziativa proposta riguarda la disponibilità di circa 10.000 immobili vacanti gestiti dall’Agenzia per i beni sequestrati alla mafia. Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia, ha suggerito di concedere in comodato d’uso questi immobili a aziende che si impegnano ad assumere italiani che tornano dall’estero. Le aziende avrebbero la possibilità di acquistare successivamente gli alloggi, potendoli utilizzare per i propri lavoratori.

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7 soluzioni per fermare l’emorragia di talenti

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#1 Investimenti nel mercato del lavoro

Creare un mercato del lavoro più inclusivo e sostenibile è fondamentale. Questo implica incoraggiare le aziende ad investire in contratti a tempo indeterminato e garantire tutele per i lavoratori. Inoltre, è necessario riformare il sistema educativo per allineare le competenze dei laureati con le esigenze del mercato, attraverso stage e tirocini che offrano esperienze pratiche e concrete.

#2 Sostegno all’imprenditorialità

Incentivare i giovani a creare start-up, anche con forti benefici fiscali come si fa all’estero, ad esempio in Germania, in Spagna o in Portogallo, e intraprendere percorsi imprenditoriali può rappresentare una strategia efficace. La creazione di incubatori e acceleratori di impresa, oltre a programmi di finanziamento a tassi agevolati, potrebbe stimolare l’innovazione e favorire il rientro dei talenti. Un sostegno particolare dovrebbe essere destinato alle idee legate alla sostenibilità, al digitale e alle tecnologie emergenti.

#3 Promozione di un ambiente creativo e stimolante

Favorire la creazione di un ambiente in cui i giovani possano esprimere le proprie idee e sviluppare progetti innovativi è cruciale. Ciò implica investire in spazi di co-working, laboratori e eventi culturali che possano attrarre giovani talenti. Soprattutto la priorità è di creare una rete di collaborazione tra istituzioni, università e aziende potrebbe favorire il networking e l’interscambio di idee e risorse.

#4 Marketing del “ritorno”

È fondamentale valorizzare l’Italia come luogo di innovazione, creatività e opportunità, insieme a quelli che sono i suoi punti di forza: la qualità della vita. Le istituzioni dovrebbero investire in campagne di marketing per attrarre giovani talenti, sottolineando le potenzialità e le opportunità offerte dal Paese.

#5 Sviluppo di settori innovativi

Il Paese deve investire nello sviluppo di settori innovativi, come la tecnologia, le energie rinnovabili, la biotecnologia e l’intelligenza artificiale. Creare un ambiente favorevole per le start-up e il venture capital può incoraggiare i giovani a restare e contribuire all’innovazione del Paese. L’accesso al finanziamento è cruciale per chi desidera avviare un’attività in Italia.

#6 Miglioramento delle condizioni di vita

È fondamentale lavorare per migliorare le condizioni di vita nelle città italiane, rendendole più attraenti per i giovani. Investire in infrastrutture, trasporti, spazi pubblici e servizi di assistenza sociale può contribuire a creare un ambiente più stimolante e accogliente.

#7 Un Paese per giovani che vogliano mettersi in gioco

Ma il cambiamento forse più dirompente sarebbe quello di favorire una nuova cultura, nelle scuole, nelle università, nelle istituzioni, che riduca la paura di sbagliare e l’orientamento alla dipendenza, ma che invece favorisca lo sviluppo di persone autonome e in grado di affrontare con coraggio le opportunità e i rischi della vita. Con questa mentalità un Paese ricco di problemi come l’Italia può rivelarsi un luogo eccitante per chi ha la voglia e il piacere di provare a risolverli.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

1 COMMENTO

  1. Però perché non si parla di come stanare e punire le imprese e gli imprenditori che sfruttano i contratti di ingresso al mondo del lavoro, giocando a non rinnovare con assunzioni a tempo indeterminato col solo proposito di avere personale da sfruttare per i lavori più demotivanti al minimo costo?
    Quando si mette fine a questa vergogna?

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