Come si comportano gli italiani in affari? E le altre culture? Lo psicologo Benjamin Voyer ha illustrato una panoramica mondiale degli atteggiamenti lavorativi.
Gli ITALIANI e gli altri: psicologia e mentalità negli affari tra i diversi popoli (Ricerca Internazionale)
In un mondo globalizzato come quello che stiamo vivendo, è divenuto normale trovarsi immersi nella diversità culturale che influenza chiaramente anche le modalità di approccio al lavoro. Il sito internazionale The Local ha deciso di confrontarsi con Benjamin Voyer, psicologo, studioso del comportamento e professore presso il Dipartimento di imprenditoria della ESCP Business School per capire come la cultura influenza l’atteggiamento lavorativo.
# Il modello 6-D di Hofstede Insights
Il professor Voyer fa riferimento al modello di comparazione creato da Hofstede Insights basato su 6 dimensioni culturali (6-D Model) e grazie al quale è possibile definire le differenze nel mondo degli affari in base alla cultura di appartenenza.
Quali sono le caratteristiche italiane dell’approccio al lavoro? E come si comportano invece altre culture?
# La mentalità italiana alle prese con il mondo degli affari
Il professore ha dichiarato al The Local che “Una delle definizioni più chiare di cultura è “Come facciamo le cose?””. Ecco quali sono le caratteristiche degli italiani e del loro modo di lavorare emerse dalla ricerca nelle sue 6 dimensioni:
- Individualismo: Questa dimensione ha a che fare con l’immagine di sé delle persone, se è definita in termini di “io” o “noi”. Con 76 punti l’Italia è una cultura individualista, centrata sul “me”, soprattutto nelle grandi e ricche città del Nord dove le persone possono sentirsi sole anche in mezzo a una folla. Questa dimensione varia nel Sud Italia, dove si possono osservare comportamenti meno individualisti.
- Accettazione della disparità di potere: In Italia si tende a preferire l’uguaglianza e il decentramento del potere, infatti il controllo e la supervisione formale non piacciono alle giovani generazioni.
- Mascolinità: Cos’è una società maschile? E’ una società fortemente orientata e motivata al successo. In Italia è esattamente così: ai bambini viene insegnato fin dalla tenera età che la competizione è buona e che essere un vincitore è importante nella propria vita.
- Evitamento dell’incertezza: questa dimensione ha a che fare con il modo in cui una società affronta il fatto che il futuro non può essere conosciuto. Gli italiani hanno molta paura del futuro perché non si trovano a proprio agio in situazioni ambigue.
- Orientamento a lungo termine: ogni società deve mantenere alcuni collegamenti con il proprio passato per affrontare le sfide del presente e del futuro. In questo gli italiani sono molto pragmatici: hanno la capacità di adattare facilmente le tradizioni alle situazioni che mutano.
- Indulgenza: Questa dimensione è definita come la misura in cui le persone cercano di controllare i propri desideri e impulsi. La cultura italiana non è particolarmente indulgente, anzi, piuttosto contenuta. Le società di contenimento hanno una tendenza al cinismo e al pessimismo e pensano che le loro azioni debbano essere frenate dalle norme sociali.
# E il resto del mondo? Come si approccia al lavoro?
Il professor Voyer dopo aver studiato i risultati della ricerca ha mostrato al The Local una panoramica piuttosto precisa degli atteggiamenti lavorativi delle diverse nazioni.
Come abbiamo visto, l’Italia è un paese piuttosto individualista ma i Paesi che ne detengono il primato sono il Regno Unito e e gli Stati Uniti. Riguardo agli States il professore afferma “Negli Stati Uniti, la tua vita lavorativa tende a diventare una parte importante di chi sei molto più che in Europa, e parlare di soldi è molto meno un tabù”.
Quali sono i paesi mascolini e quali femminili? Mentre in Italia siamo orientati verso una società al maschile, i nostri vicini Spagna e Francia sono molto più equilibrati. Però se si cerca una società al femminile è necessario dirigersi a Nord, verso i Paesi Scandinavi.
Per quanto riguarda l’accettazione della disparità di potere, a differenza dell’Italia, in Austria e in Danimarca il lavoro è cooperativo anche tra membri del team con “poteri” diversi: manager e impiegati lavorano insieme e si consultano reciprocamente per raggiungere lo scopo comune. Il professor Voyer riporta la sua esperienza personale come esempio delle differenze culturali evidenti anche a livello linguistico “Io sono inglese e francese. Se parlo francese tendo a dire “vous” per essere formale in un’interazione di lavoro. Ma nei paesi anglofoni c’è una maggior informalità perché la lingua è più diretta”.
Considerato il pragmatismo italiano e la capacità di adattamento alle situazioni che mutano, si potrebbe puntare ad un continuo miglioramento a partire da queste 6 dimensioni.
Leggi anche: La ricerca del Sole 24 ore: MILANO è la città più generosa con il resto d’Italia
Fonte: The Local, Hofstede Insights
ROSITA GIULIANO
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social
Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore