A Milano e in Italia esistono da una ventina d’anni dei giardini molto particolari che, oltre a rinvigorire aree e spazi verdi preesistenti, hanno un obiettivo ben preciso e non da tutti conosciuto: onorare e ricordare persone che hanno combattuto, spesso sole contro tutti, contro l’indifferenza o (peggio) le discriminazioni subite in contesti totalitari da governi corrotti, dittatori, mafie o movimenti ultranazionalisti, preservando valori umani e ideali di giustizia ed uguaglianza di fronte a palesi e spesso inarrestabili ingiustizie.
Si chiamano Giardini dei Giusti, e a Milano esistono dall’ormai lontano 2003, anno di installazione del primo di una lunga serie di Giardini. L’idea è nata da un’iniziativa condotta da una no profit milanese. Ma chi sono i Giusti? E come si è concretizzata questa nobile impresa?
Scopriamolo assieme, a partire dal primo e più importante giardino di Milano: il Giardino dei Giusti del Monte Stella.
I Giardini dei Giusti di Milano e d’Italia: per celebrare chi ha difeso persone discriminate
# Milano, la montagnetta di San Siro
Il termine Giusto è stato applicato per la prima volta in Israele in riferimento ai non ebrei che hanno salvato gli ebrei durante la persecuzione nazista in Europa, mentre in seguito il concetto di Giusto è stato ripreso per ricordare i tentativi di fermare lo sterminio del popolo armeno in Turchia nel 1915 e, per estensione, assegnato a tutti coloro che nel mondo hanno cercato, o cercano tutt’ora, d’impedire il crimine di genocidio e di difendere i diritti dell’uomo, in primis la dignità umana, battendosi al contempo per salvaguardare la verità e la memoria contro i ricorrenti tentativi di negare la realtà delle persecuzioni.
A gennaio del 2003 la Fondazione Ga.ri.wo. (Garden of the Righteous Worldwide) ha proposto, per iniziativa del presidente Gabriele Nissim, d’inaugurare su esempio dello Yad Vashem di Gerusalemme il “Giardino dei Giusti di Tutto il Mondo” presso il Monte Stella, meglio conosciuto dai milanesi come la montagnetta di San Siro, o la “Muntagna de San Sir” in dialetto lumbard.
I primi alberi sono stati dedicati a Pietro Kuciukian per i Giusti in difesa degli armeni, Svetlana Broz per i Giusti contro la pulizia etnica nel conflitto balcanico e ai Giusti in memoria della Shoah come ad esempio Moshe Bejiski, il magistrato israeliano salvato (al pari di circa milleduecento ebrei) da Oskar Schindler, la cui storia è stata resa celebre dal lungometraggio-capolavoro di Steven Spielberg del 1993.
Oltre al Monte Stella a Milano è presente dal 2005 il “Parco in memoria delle Vittime Italiane nei Gulag”. Si trova nel quartiere Valsesia, a sud-est di Baggio e a due passi dal Villaggio Cavour e dal Quartiere degli Olmi, curata e verdissima periferia centro-occidentale del capoluogo lombardo.
# Nel Giardino dei Giusti di Padova c’è anche il ciclista Gino Bartali
Il “Giardino dei Giusti del Mondo” è uno spazio urbano verde situato nella zona di Terranegra (Padova), che segue lo stesso schema del fratello maggiore milanese. Fu inaugurato nel 2008 all’interno del progetto Padova Home or Righteous, concepito nel 1999 dallo storico dell’arte e filologo veronese Giuliano Pisani. Il progetto artistico è stato affidato allo scultore locale Elio Armano e la sede è stata scelta nelle vicinanze del Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto (e dell’attiguo museo).
La chiesa fu fatta costruire dal parroco monsignor Giovanni Fortin negli anni’50 dopo la sua deportazione a Dachau, sempre in onore degli internati e delle vittime dei campi di concentramento. Poco più di 10 anni fa, Il 2 ottobre 2011, anche il celebre campione di ciclismo Gino Bartali è stato inserito tra i Giusti del giardino padovano per il suo impegno in favore degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale.
# Agrigento nella Valle dei Templi
Scendendo in Sicilia e percorrendo la Via Sacra, itinerario archeologico fra il Tempo della Concordia ed il Tempio di Giunone, ci si imbatte in un altro Giardino dei Giusti inaugurato a dicembre del 2015: il “Giardino dei Giusti della Valle dei Templi”. L’installazione è nata sempre in collaborazione con Gariwo di concerto con l’Accademia degli Studi Mediterranei ed in collaborazione con i vertici del Parco Archeologico Regionale dell’antica Akragàs.
Durante la cerimonia è stato posato un albero di ulivo in onore di don Pino Puglisi, sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993, e tra le figure onorate in questo giardino vi sono l’archeologo Khaled al-Asaad (il custode di Palmira ucciso dall’Isis), Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e tutti gli uomini della scorta imperituri simboli nostrani della lotta alla mafia e Alghanesh Fessaha, la donna che soccorre migranti in Africa e a Lampedusa. E poi ancora, il carabiniere toscano Giuliano Guazzelli ed eroi siciliani come Piersanti Mattarella e il giudice Rosario Livatino, nonché Carlo Alberto dalla Chiesa, il genocidio del Ruanda e la Guardia costiera responsabile di tanti salvataggi in mare.
# Il Giardino di Perugia, Assisi e Trevi
Nel “Giardino dei Giusti di San Matteo degli Armeni” sono stati piantumati nel 2016 dei cipressi colonnari dedicati, con relativi cippi, ad Armin Theophil Wegner, militare e scrittore tedesco, ad Alex Langer, politico, scrittore, leader del movimento ambientalista e pacifista impegnato per la difesa dei diritti umani e alle giornaliste Anna Politkovskaja, impegnata nel denunciare le violazioni dei diritti umani in Cecenia uccisa a Mosca nel 2006 e Marisol Macias Castaneda, reporter messicana assassinata per le sue denunce contro i narcotrafficanti nel 2011.
Altri alberi sono stati poi piantumati nel 2017 e sono stati dedicati a Danilo Dolci, sociologo, poeta, educatore, testimone persuaso della nonviolenza e della legalità e Irena Sendler, infermiera e assistente sociale polacca che salvò circa 2500 bambini ebrei del ghetto di Varsavia.
Inoltre in Umbria sono presenti altri due giardini: Assisi (nato prima di Perugia, nel 2015) e Trevi (2017).
# Il Giardino dei Giusti di Roma, simbolico e naturalista
Tutti i giardini portano a Roma, verrebbe da dire in chiusura. Nella capitale il “Giardino dei Giusti dell’Umanità in Roma” è nato a marzo del 2016 grazie alla collaborazione tra Gariwo, l’associazione Adei-Wizo e il Comune di Roma. Qui, a parte il significato simbolico e omaggiante che lo stesso Giardino porta con sé in dote, si è optato per una scelta ancor più naturalistica che altrove.
In una parte pianeggiante di Villa Doria Pamphili i visitatori troveranno un campo di grano che si mischia a due filari d’ulivi, simbolo biblico di luce già citato nella storia dell’arca di Noè quando la colomba tornò verso l’arca con un rametto di olivo nel becco. Oltre agli ulivi ci sono cipressi e melograni, simboli secondo la concezione cristiana rispettivamente di immortalità e di produttività.
Nel 2018 il Giardino dei Giusti di Roma si arricchisce e accoglie cinque nuovi giovani ulivi intitolati al pacifista e ambientalista aloltoatesino Alexander Langer, all’antifascista tedesca Ursula Hirschmann, al dirigente di Solidarnosc Bronislaw Geremek, al giovane giornalista italiano Antonio Megalizzi vittima dell’attentato a Strasburgo del dicembre 2018 e a Karen Jeppe, missionaria danese in prima fila per l’aiuto alle vittime del genocidio armeno.
# Non solo in Italia
Questi sono solo alcuni dei più importanti Giardini dei Giusti in Italia, ma il lavoro di Gariwo permette di vantare con orgoglio la creazione di giardini anche in altri importanti paesi come ad esempio Tunisia, Polonia e Giordania. Ritornando a Milano, grazie al supporto delle istituzioni è stata istituita nel 2017 la Giornata dei Giusti del 6 marzo, diventata solennità civile in Italia, mentre nel 2019 il Giardino del Monte Stella è stato rinnovato con un progetto degli architetti Stefano Valabrega e Giacomo Crepax, che hanno sfoderato un nuovo spazio pensato per essere un luogo vivo di educazione, memoria e dialogo non solo in occasione delle cerimonie ufficiali, ma durante tutto l’anno.
Ora come sempre tocca a voi, amici lettori di Milano Città Stato. Avete mai visitato uno di questi Giardini dei Giusti? Diteci la vostra.
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CARLO CHIODO
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