Il dialetto più odiato d’Italia? Il sondaggio che fa infuriare i napoletani

I risultati del sondaggio che spacca l'Italia

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Più del sondaggio che sta circolando ormai fanno scalpore le reazioni sui social. Il dialetto più odiato dagli italiani? Il napoletano. Vediamo i risultati del sondaggio e le reazioni. 

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Il dialetto più odiato d’Italia? Il sondaggio che fa infuriare i napoletani

# Il sondaggio di Preply

Scandalo sui social. Tutto nasce da Preply, piattaforma di studio delle lingue, che ha condotto uno studio su quali dialetti risultano essere i più odiati dagli italiani. Il sondaggio commissionato, realizzato da un istituto di ricerca di mercato indipendente, ha coinvolto 1000 partecipanti, con una suddivisione quasi equa tra uomini (48%) e donne (52%), di età superiore ai 18 anni.

Gli intervistati avevano la possibilità di scegliere fino a tre dialetti tra quelli proposti: napoletano, sardo, siciliano, veneziano e lombardo. Risultano invece più apprezzati ligure e dialetti emiliano romagnoli che non piacciono solo a meno del 3% degli italiani. 

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# Lingue e dialetti: differenze e sfumature

Lingua o dialetto? Il sondaggio ha riacceso il dibattito che da tempo divide linguisti e gli appassionati di cultura. In ambito linguistico, la differenza tra una lingua e un dialetto è netta: una lingua è un sistema autonomo di comunicazione, dotato di una grammatica, un lessico e una sintassi propri, mentre un dialetto rappresenta una variante di una lingua, legata a specifiche aree geografiche o a gruppi culturali, ma senza una codifica ufficiale standardizzata.

Tuttavia, la percezione dei dialetti italiani non è sempre così semplice. Alcuni dialetti, come il sardo e il friulano, sono riconosciuti ufficialmente come lingue autonome in Italia, con uno statuto giuridico che conferisce loro dignità e protezione.

Il sardo, ad esempio, ha una grammatica propria e una storia che lo lega indissolubilmente alla cultura della Sardegna, mentre il friulano, pur non essendo una lingua ufficiale a livello nazionale, gode di un riconoscimento come lingua minoritaria.

Questi casi sollevano interrogativi su cosa debba essere considerato “dialetto” e cosa debba invece essere valorizzato come una lingua a pieno titolo. Molti dialetti, pur non godendo dello status legale, sono parlati quotidianamente da milioni di persone e continuano a rivestire un ruolo fondamentale nella cultura nazionale.

# Le critiche sui social: un’onda di reazioni

L’uscita dei risultati del sondaggio ha scatenato numerose reazioni sui social media. Molti utenti hanno sollevato dubbi sulla metodologia del sondaggio, chiedendosi se 1000 risposte possano davvero essere sufficienti per rappresentare l’opinione di un’intera nazione, con la sua vasta diversità linguistica e culturale. Altri hanno accusato il sondaggio di favorire una visione centralista, penalizzando i dialetti meridionali.

In particolare, molti hanno criticato l’utilizzo del termine “odiato” per descrivere i dialetti in questione. Secondo alcuni, nessun dialetto dovrebbe essere considerato negativo o fastidioso, in quanto ciascuno rappresenta un patrimonio linguistico e culturale che merita di essere valorizzato. Ogni dialetto racconta storie, tradizioni e legami profondi con il territorio e le persone che lo parlano.

# Il napoletano può davvero essere il dialetto più odiato?

Al di là della classifica, è oggettivo che il napoletano gode di una grande popolarità in tutto il Paese, soprattutto in ambito musicale e televisivo.

La musica napoletana è patrimonio nazionale. In più, serie televisive di successo come Gomorra e Mare Fuori, nelle quali gli attori recitano principalmente in dialetto, o comunque fanno riferimento al vissuto della cultura campana, hanno contribuito a portare il napoletano nelle case di milioni di italiani, facendo sì che non solo il dialetto, ma anche la cultura partenopea, conquistassero un posto di rilievo nella cultura popolare.

Alcune domande sono quindi legittime: come può un dialetto che è così radicato, apprezzato e amato essere davvero il più odiato? E, soprattutto, ci sono davvero dialetti odiati dagli italiani? Aspettando il sondaggio su un campione più rappresentativo, non sarebbe meglio che ogni Comune, Milano in testa, valorizzasse la propria cultura?

Continua la lettura con: La classifica delle parole più belle del dialetto secondo i milanesi (bell e nüva)

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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