L’Italia è Paese di vulcani. Abbiamo quello più alto e quello più famoso d’Europa. Ma non tutti sanno che i nostri mari nascondono anche il più esteso e pericoloso del Continente.
Il VULCANO più ESTESO e PERICOLOSO d’EUROPA è nascosto nel mare di SICILIA
# Alto come l’Etna si estende su una superficie di 2.100 kmq
Tutti sanno che l’Italia è un territorio sismico e con una presenza diffusa di aree vulcaniche. In pochi forse sono a conoscenza che nelle nostre profondità marine ci sia il vulcano sommerso più grande d’Europa e del Mediterraneo: il Marsili. Si trova tra Palermo e Napoli, per l’esattezza a 140 km a nord della Sicilia e a circa 150 km a ovest della Calabria. Fa parte dell’arco insulare delle Eolie e ricopre una superficie di 2.100 kmq, oltre 500 kmq più esteso del territorio della Città Metropolitana di Milano, grazie ai suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza.
Si alza dal fondo marino per circa 3,4 km, la stessa altezza dell’Etna, e la sua sommità arriva a 450 metri dalla superficie del Mar Tirreno. Non è solo imponente ed esteso: è anche il vulcano più pericoloso d’Europa. Vediamo perché.
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# Il rischio di eruzione e maremoti devastanti
Oltre ad essere il più esteso, il vulcano Marsili è inserito nell’elenco dei più pericolosi di tutto il continente europeo. Scoperto nella seconda decade del ‘900, dal 2005 è monitorato per raccogliere informazioni utili a prevedere futuri eventi eruttivi. Tre studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con altri prestigiosi enti internazionali, hanno confermato infatti il suo stato di attività con numerosi apparati vulcanici satellitari in fase di sviluppo.
L’ultima eruzione dovrebbe risalire a circa 2.000 anni fa ma non è escluso che nel prossimo futuro possa succedere di nuovo con effetti devastanti: se accadesse potrebbe innescare maremoti sulle coste tirreniche meridionali.
Il rischio sembrerebbe comunque estremamente basso in base ai dati disponibili. Molto più probabile che il risveglio del vulcano possa comportare una deviazione temporanea delle rotte navali.
# I campanelli d’allarme
Non mancano però i campanelli d’allarme. Una campagna di studi avviata nel 2010 dalla nave oceanografica Urania del CNR ha rilevato dei rischi di crolli potenzialmente pericolosi che testimoniano una notevole instabilità di tutta l’area vulcanica.
Un’estesa porzione della sommità del Marsili è formata da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale, che potrebbero in futuro causare un collasso di grandi dimensioni ed effetti ad oggi non prevedibili.
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FABIO MARCOMIN
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