Negli ultimi 50 anni le città italiane hanno assistito ha una vera emorragia della loro popolazione. Si salvano solo in due. Vediamo le cause principali.
La CRISI dei 50 anni: il CROLLO DEMOGRAFICO delle CITTÀ ITALIANE
# Le maggiori città italiane hanno perso complessivamente oltre 1,5 milioni di abitanti nell’ultimo mezzo secolo
![](https://www.milanocittastato.it/wp-content/uploads/2022/02/crollo-demografico-italia-ultimi-50-anni-e1645430276524.jpeg)
Le grandi città italiane nell’ultimo mezzo secolo hanno visto perdere in totale oltre 1,5 milioni di abitanti. Se si prendono in considerazione i principali capoluoghi di provincia, Genova, Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo si è passati da poco meno di 10 milioni a poco più di 8,4 milioni.
# Roma e Palermo le uniche grandi città che hanno limitato i danni
![](https://www.milanocittastato.it/wp-content/uploads/2021/06/roma-manutoni24-ig.png)
L’eccezione più evidente è Roma, che nonostante abbia registrato un calo sensibile negli ultimi decenni nel ‘900 ha recuperato sostanzialmente i livelli di popolazione precedenti con una perdita solo del 0,67%. Anche Palermo, in scala più ridotta, è sostanzialmente ai livelli di 50 anni fa segnando un -1,7%, pur avendo registrato la massima crescita nel decennio successivo.
# Torino, Milano, Firenze e Napoli hanno perso almeno il 20% di residenti, Venezia e Genova il 30%
![](https://www.milanocittastato.it/wp-content/uploads/2021/03/lestradedigenova.jpg)
Milano, che segna un -21% negli ultimi 50 anni, è insieme alla capitale l’unica ad aver invertito la rotta nell’ultimo decennio, salvo questo biennio di pandemia in cui ha perso circa 20.000 residenti, superando a inizio 2019 la soglia di 1,4 milioni di residenti come alla fine degli anni ’80. Tra le altri grandi città che hanno perso almeno il 20% troviamo Firenze, Catania con -21%, Napoli con -25% e Torino 27%. Il crollo più marcato si è avuto a Venezia con -30%, con le isole e il centro storico ridotti ai minimi termini, e Genova a -31%.
# Le cause principali del declino demografico: deindustrializzazione, suburbanizzazione e crollo della natalità
La crescita dei residenti nelle città italiane, soprattutto quelle di medie e grandi dimensioni, è coinciso con il boom economico italiano negli anni ’50 e 60′ del ‘900 e conseguente sviluppo massiccio delle industrie, con migrazione degli abitanti dai centri rurali e dal sud al nord Italia, e il picco segnato agli inizi anni ’70 salvo alcune eccezioni.
Il declino demografico è iniziato proprio quando le industrie, soprattutto nel settentrione, hanno iniziato a delocalizzare, spostando gli stabilimenti fuori il perimetro comunale e all’estero, e la progressiva conversione al terziario delle città con la ridotta necessità di operai e manovalanza. Tra le altre cause che hanno inciso maggiormente allo spopolamento c’è stato un forte fenomeno di suburbanizzazione, con una intensa migrazione dei cittadini verso i comuni dell’hinterland, dovuto anche all’alto costo della vita e all’eccessivo inquinamento, e il crollo della natalità non sufficientemente compensato dall’immigrazione.
Continua la lettura con: Sempre MENO ABITANTI: è finita l’ETÀ dell’ORO di Milano?
FABIO MARCOMIN
copyright milanocittastato.it
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/