La “MANO GIGANTE”: il borgo italiano delle cinque dita

Oggi vi abita una sola persona

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Ph. @silvia_boragina IG

Un paese arroccato con la strana forma di una mano gigante, la profezia di una maledizione del diavolo e la storia di un amore negato. Scopriamo insieme la storia del borgo delle cinque dita. Foto Cover: @silvia_boragina IG

La “MANO GIGANTE”: il borgo italiano delle cinque dita

# Il borgo delle cinque dita

Credit: @fra_pezzi

Arroccato sulla rupe del Monte Calvario, situato nel Comune di Melito di Porto Salvo in Calabria, c’è un borgo avvolto nei misteri. Il suo nome è Pentidattilo.

Il suo nome, “cinque dita”, deriva dalla forma della rocca su cui giace, simile a una mano gigante di pietra (penta e daktylos cioè cinque dita). Questa forma particolare e curiosa sembra legata ad una storia maledetta.

# La storia del borgo maledetto

Credit: @aerial.landscape

Pentidattilo fu fondato dai greci e nei secoli è passò in mano ai romani, bizantini, normanni per essere poi acquistato dalla nobile famiglia degli Alberti nel 1686.

Quel che potrebbe sembrare un lieto fine è in realtà l’inizio della rovina, dall’intrecciarsi delle storie del borgo e della famiglia Alberti nasceranno infatti solo storie di sangue e di un amore negato.

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Tutto iniziò con l’annuncio delle nozze combinate da Lorenzo Alberti, marchese di Pentidattilo, tra la sorella Antonia e il cognato Petrillo. Questo sconvolse il barone Bernardino Abenavoli, innamorato segretamente della marchesina e così iniziò la guerra tra le due famiglie.

La notte del 16 aprile il barone decise di attaccare il castello uccidendo il marchese e altri familiari e rapendo Antonia e Don Petrillo. Mentre si cercava il colpevole il barone scomparve, forse morì in battaglia mentre Antonia finì in un convento di clausura.

# Il paese del tesoro

Credit: @francesco_sgura

É in questo punto che storia e leggenda si intrecciano. Si dice che quando Alberti fu ucciso poggiò la mano alla parete con le sue dita insanguinate e che il suo sangue si possa ancora vedere nella rupe di Pentidattilo, nel chiarore dell’aurora, da qui il nome la Mano del Diavolo.

Si racconta ancora che nelle sere d’inverno si sentono le urla disperate del marchese ma non è tutto, il paese sembra essere legato ad una profezia: l’antica roccia a forma di mano sarebbe simbolo di una maledizione, imbattutasi sul paese destinato alla distruzione.

Altre leggende narrano di un tesoro nascosto al centro della montagna dai vecchi proprietari del feudo che si troverebbe al centro della montagna. Si narra che molti furono i condottieri che raggiunsero il borgo maledetto per cercare la ricchezza, destinata solo a chi fosse riuscito a fare cinque giri intorno alle dita della montagna, ma nessuno mai riuscì in questa impresa.

 # Pentidattilo oggi

Credit: @liveincalabriaofficial

Pentidattilo ha iniziato ad essere abbandonato a partire dal terremoto del 1783, per poi svuotarsi progressivamente negli anni ’60 del novecento a causa di un movimento franoso.

Non è possibile arrivarci in auto a causa delle strade troppo strette e per raggiungerlo bisogna andarci a piedi. Oggi vi abita stabilmente una sola persona ma molte delle casette sono state trasformate dando lavoro ad artigiani e artisti della provincia di Melito Porto Salvo.

Sembra che questo borgo abbia trovato il modo di rinascere nei mesi estivi creando tanti eventi legati alla musica, al teatro, alla fotografia ma nessuno dimenticherà mai la sua storia.

 

Continua la lettura con: Il paese più SFORTUNATO d’Italia

ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.