Dopo la condanna della Sindaca di Torino Chiara Appendino, numerosi sindaci si sono indignati e hanno manifestato solidarietà alla collega. Quello che i primi cittadini richiedono alle Istituzioni centrali sono dei provvedimenti che definiscano chiaramente le responsabilità. Cosa chiedono nello specifico? E che cosa dice la giurisprudenza?
L’appello dei SINDACI: “Porre limiti alla responsabilità indiretta nel governo delle città”
# Tragedia di piazza San Carlo: la condanna della Sindaca Appendino
Chiara Appendino, Sindaca di Torino, è stata condannata a un anno e sei mesi di reclusione per la tragedia del 3 giugno 2017, quando, in piazza San Carlo, durante la proiezione della finale di Champions League, la folla in allarme e la calca provocarono più di 1500 feriti e tre morti. Il Tribunale ha emesso la sentenza, dichiarando colpevole la Sindaca e altri quattro imputati, l’ex capo di Gabinetto, l’ex Questore, l’ex presidente di Turismo Torino e l’architetto che lavorò all’evento.
Appendino ha commentato la sentenza su Facebook, sostenendo da un lato di non voler certo sottrarsi alle proprie responsabilità, ma dall’altro di provare amarezza per dover rispondere a tragici fatti scatenati dal gesto criminale di una banda di rapinatori. Secondo la Sindaca bisognerebbe aprire una discussione sul difficile ruolo dei sindaci e sulle loro responsabilità.
# L’appello dei primi cittadini: norme più chiare, altrimenti non ci saranno più candidati
È così che il dibattito sulle responsabilità penali che gravano sui sindaci si è riaperto. I primi cittadini si trovano molto spesso coinvolti e, a volte, condannati per eventi tragici che si verificano nei loro comuni. Negli ultimi anni, molti sono stati chiamati a rispondere per morti o danni causati da eventi naturali, per esempio Marta Vincenzi, Sindaca di Genova, condannata a tre anni per l’alluvione del 2011 o gli ex sindaci di Ventotene, condannati per il crollo di un masso che causò la morte di due ragazzine in gita con la scuola.
3.500 sindaci hanno firmato un appello al Parlamento scritto da Antonio Decaro, presidente dell’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e sindaco di Bari. Quello che i primi cittadini chiedono è una revisione delle norme su cui si fondano le responsabilità dei sindaci che, come si legge nella richiesta, “pagano personalmente e penalmente per valutazioni non ascrivibili alle loro competenze”. Ciò che chiedono sono norme che definiscano e delimitino chiaramente le responsabilità, sostenendo che altrimenti non ci saranno più cittadini disposti a candidarsi, come già sta accadendo nei piccoli comuni.
# Cosa dice la giurisprudenza? Manca una netta divisione delle responsabilità
La responsabilità penale dei sindaci si basa su due articoli, 50 e 107, del Testo unico degli enti locali, anche se bisogna dire che ogni caso è a parte. Il primo definisce il sindaco come organo responsabile dell’amministrazione del Comune, il secondo invece distingue tra i poteri di indirizzo e quelli di concreta gestione, delineando così le responsabilità dei dirigenti. Questo però senza escludere che il sindaco debba controllare l’operato dei suoi dirigenti e intervenire se necessario. Non sembra dunque molto chiaro dove finisce la responsabilità degli uni e inizia quella degli altri.
Tornando alla vicenda della Sindaca di Torino, anche l’avvocato di Appendino sottolinea come l’imputata si sia limitata ad emettere una delibera per una manifestazione, la cui organizzazione spettava a Turismo Torino, un ente sì pubblico ma con una propria struttura e una propria dirigenza. Resta anche il fatto che, come in realtà accade nella maggioranza dei casi, il comportamento della folla e la tragedia erano imprevedibili.
Fonte: ilsole24ore.com
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CHIARA BARONE
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