LE 7 COSE STORTE che vorrei RADDRIZZARE ai tempi del covid

Qualcosa va cambiato

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Credit: Andrea Cherchi (c)

Chissà quante cose storte state vedendo anche voi in questa nuova realtà di vita, fra un lockdown e l’altro, messi all’angolo da provvedimenti insperati o disperati.
Qualcuno guarisce e qualcuno muore. C’è chi si salva e chi soccombe, non parlo solo di salute fisica. Mi piacerebbe poter vedere modificare piccole grandi cose, che proprio non mi vanno giù e voi ne avrete altre, ma chissà che qualcuna delle mie la troviate condivisibile.

LE 7 COSE STORTE che vorrei RADDRIZZARE ai tempi del covid

#1 Riconoscere agli infermieri e al personale medico uno stipendio più alto

@alessandra.pist
L’avevano promesso, non lo stanno facendo.

#2 Riconoscere alle aziende un ristoro pari alla copertura dei costi fissi

Vengono chiuse centinaia di professioni senza neppure provare a limitare i danni. Imprese che hanno costi fissi da 30 mila euro al mese, si vedono recapitare 1000 euro.
Questo equivale a strappare la maschera dell’ossigeno dalla faccia della gente, ma certo in modo meno visibile.

#3 Vietare di trasformare gli spazi televisivi in volgari talk show in cui il clima del terrore la fa da padrone 

Ci deve essere un limite al massacro mediatico. Per questo e altre tematiche, certo. Si fa a gara a chi urla il maggior numero di morti, peggio del mercato del pesce.

#4 Non impedire ma invitare i cittadini a visitare i musei proprio nei momenti di lockdown

@pinacotecabrera
Nessun museo italiano è mai stato congestionato di visitatori (purtroppo). Basterebbe creare un numero verde per prenotare le entrate e far respirare alle persone un’ora d’aria di cultura e bellezza. Mai come adesso la nostra mente necessita di evasione e di riflessione.

#5 Far incontrare i ragazzi delle scuole anche un’ora a settimana, in uno spazio aperto, con la supervisione di un professore

@csm_treviso
Sarebbe modo di guardarsi meglio occhi, di percepire il loro contesto sociale,  di sentirsi uniti in questo drammatico momento che sta facendo danni abnormi anche alla loro generazione. Trattati come pacchetti senza voce e certo senza capacità di voto, per ora.

#6 Lavorare ad un piano serio di supporto psicologica che le istituzioni dovrebbero garantire gratuitamente a tutti coloro che usciranno con le ossa rotte da questi lockdown

Il tempo sta consumando i conti in banca e la psiche della gente. L’ossigeno manca ben oltre i polmoni, ormai.

#7 Prendere a campione cento cittadini alla volta, in ogni comune di Italia, e chiedere loro quali siano le vere criticità, le vere esigenze, le reali priorità della vita

Sarebbe poi interessante mettere insieme le informazioni per creare la priorità dei decreti ma forse questo ultimo punto, più che avere il sapore di un desiderio, è pura utopia.
 

Continua la lettura con: “POI VORREI”: i 5 più bei desideri per il “dopo”

PAOLA MERZAGHI
 

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Paola Merzaghi
52 anni, sopra tutto madre, soprattutto coraggiosa sognatrice. Amo scrivere da sempre, ma la tradizione di famiglia mi ha portata ad appartenere alla quinta generazione di orafi, presenti a Milano dal 1870. Di me preferisco pensare di non essere in dirittura d'arrivo ma solo al giro di boa della mia esistenza consapevole che le bracciate per tornare a riva non saranno mai uguali a quelle dell'andata. Le esperienze e le consapevolezze rendono magico ogni metro guadagnato, il profumo del mare, i tramonti e tutte le albe che la vita mi riserverà ancora.