E’ la regione della prima capitale d’Italia, circondata a nord dalla bianca corona delle Alpi, i cui massicci dominano come giganti le pianure circostanti fino a Milano, dalla mole del Monte Rosa alla perfetta punta piramidale del Monviso a cui si ispira il logo della Paramount. Andiamo alla scoperta di queste sette chicche poco conosciute del Piemonte.
Le 7 MERAVIGLIE sconosciute del PIEMONTE
#1 Gurro, un angolo di Scozia tra le valli piemontesi (VB)
Basta passeggiare per le vie di questo piccolo borgo della Val Canobbina per rendersi conto dell’autenticità che lo caratterizza, ad iniziare dall’abbigliamento tipico dei suoi abitanti: il tartan. Difatti Gurro è un piccolo angolo di Scozia tra le valli piemontesi, dove la cultura gaelica vive ancora nel dialetto locale, nei suoi costumi tipici con tanto di kilt, nelle sue architetture e nelle melodiche cornamuse.
Tutto ebbe inizio nel 1525 quando, alla disfatta francese di Pavia, un gruppo di soldati scozzesi di ritorno verso l’amata patria decisero di fermarsi in questa valle e di stabilirvisi, forse vedendo una somiglianza con la loro terra natia. Ricerche effettuate dal barone Gayre of Gayre and Nigg negli anni ’70 confermarono quanto la storia effettivamente tramandava, riscontrando nei cognomi locali l’effettiva origine scozzese, e decidendo di adottare Gurro e i suoi abitanti nel clann Gayre, il cui colore verde del tartan è oggi presente nei kilt indossati dagli abitanti del borgo.
#2 Terre Ballerine, un bosco magico (TO)
Un percorso naturalistico in cui sembra quasi di camminare, o saltellare, su un morbido materasso elastico, queste sono le cosiddette “Terre ballerine”. A poca distanza da Ivrea, tra i laghi Sirio e Pistono, sorge questo bosco che potremmo definire magico, dove gli alberi sembrano muoversi quasi a ritmo di danza. In realtà questo fenomeno è dovuto alla presenza in passato del Lago Coniglio, divenuto in parte una torbiera e quindi prosciugato nel 1895 per volere dell’industriale valdostano Francois Mongenet, padre della siderurgia italiana, per ricavarvi materiale combustibile per le sue industrie.
Grazie allo strato d’acqua presente nel sottosuolo si ha la sensazione di camminare su un materiale talmente morbido da sembrare di gomma, provare per credere. Per gli amanti dell’arte, a Montalto Dora, comune di cui fanno parte le “terre ballerine”, si trova anche la quattrocentesca chiesetta di San Rocco, al cui interno è presente un pregevole ciclo di affreschi rinascimentali influenzati dallo stile di Gaudenzio Ferrari.
#3 Menir di Cavaglià, la Stonehenge piemontese (BI)
Poco distante dal lago del Viverone in passato insediamento palafitticolo, sorge il più grande cerchio di pietre del Piemonte, una sorta di Stonehenge locale. Risalente al 4000/5000 a.C., questi Menhir costituivano il più grande luogo di culto celtico dell’intera regione, in cui nell’età del ferro la popolazione vi giungeva per celebrare riti legati all’astronomia.
Sebbene negli anni ’70, a causa dell’incuria e del menefreghismo dell’espansione edilizia molto spesso nocivo per le bellezze del passato, i Menhir siano stati spostati in un area poco distante dal loro sito originale. Nel 2005, grazie alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Regione Piemonte e allo studioso Luca Lenzi, questo sito è stato risistemato e valorizzato in maniera decorosa. Un importante, silenziosa e mistica testimonianza del passato celtico di questa terra.
#4 Abbazia di Vezzolano (AT)
Immersa nel verde delle colline vinicole astigiane, questa romanica Abbazia venne fondata da niente meno che Carlo Magno attorno all’VIII secolo. Oggi l’edificio è un insieme di stili architettonici che variano dal romanico al gotico, con una facciata in cotto decorata con motivi decorativi in pietra come la statua di Cristo posta a mo di bifora tra gli arcangeli Michele e Raffaele. L’interno, risalente al 1100, ricorda molto le abbazie francesi, con il suo pontile divisorio nel mezzo della navata centrale, decorato con alcune storie della Vergine, oltre ad affreschi trecenteschi che si sono conservati lungo le pareti.
#5 Sale San Giovanni, un angolo di provenza tutto italiano (CN)
Da metà giugno fino al 5 luglio i campi attorno a questo caratteristico borgo medioevale si colorano del viola tipico delle lavande e del loro profumo, come se per incanto fossimo trasportati in Provenza. Fino al 5 luglio è possibile percorrere quei campi di lavanda a piedi, ammirarne i colori ed apprezzare il paesaggio circostante.
Sale è comunque apprezzabile tutto l’anno, in quanto con la lavanda raccolta vengono prodotti distillati, oli profumati che si possono comprare nelle botteghe del paese. Paese che non smette di affascinare anche culturalmente ed artisticamente, grazie alla presenza della romanica Pieve di San Giovanni e al medioevale castello dei Marchesi di Incisa Camerana.
#6 Santuario del Cavallero, gioiello incastonato nella Val Sessera (BI)
Per raggiungere il santuario che sorge sul ponte-piazzale più grande d’Italia bisogna percorrere un facile sentiero boschivo, con tanto di ponticello sospeso sulle acque del torrente Sessera. Dopo un suggestivo cammino tra le bellezze della natura, ecco apparire la barocca mole della chiesa e la sua piazza-ponte sul rio Cavallero, costruita nel 1772 e talmente ambia da poter ospitare numerosi fedeli.
Il santuario venne costruito sul finire del XVII secolo, quando la Vergine apparve in questo luogo ad contadina sordomuta, ridonandole l’uso dell’udito e della parola. Bell’esempio di arte tardo barocca, il santuario gode di una posizione unica e magica, incastonato nel mezzo della biellese Val Sessera, uno dei cosiddetti santuari minori che circondano il piu ben noto santuario alpino di Oropa.
#7 Ponte Tibetano Cesana Claviere, il ponte sospeso più lungo del mondo (TO)
In una terra come questa non poteva mancare un ponte tibetano, per l’esattezza il ponte sospeso più lungo del mondo, coi suoi 554 mt di lunghezza su 30 di altezza. Un percorso mozzafiato attraverso tre ponti sospesi sulle Gorge di San Gervasio, nelle quali scorre la piccola Dora. Costruito nel 2006, è un esperienza che vale la pena di fare almeno una volta nella vita.
MATTIA GALBIATI
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