Sono conosciute internazionalmente come “house boat”, un trend partito dall’estero che ora sta arrivando anche in Italia. E La Sardegna è in prima linea per offrire un nuovo modo per vivere le proprie vacanze al mare.
Le CASE GALLEGGIANTI: la NUOVA proposta del turismo sardo
# Vivere il mare a 360 gradi
In Sardegna, questo nuovo fenomeno ha preso piede a Cagliari, in particolare nel porto di Su Siccu. Le peculiarità di queste case, oltre che trovarsi appoggiate sulla superficie del mare, sono i colori sgargianti e la cura dei dettagli all’interno. Inoltre, consentono di spostarsi con facilità, trovandosi ad appena 10 minuti a piedi dal centro storico di Cagliari. L’esperienza è unica e permette di farsi cullare dalle onde, godendo di ogni tipo di comfort. Infatti, le case dispongono di una zona notte, un bagno, una cucina e un terrazzino con un tavolo dove si può anche prendere il sole. Il costo a notte varia dai 130 ai 200 euro, in base al periodo scelto.
# Un piano dedicato a incentivare le house boat
Le strutture dedicate a questo tipo di ospitalità, al momento, sono circa 300. Tuttavia, l’obiettivo di “Confindustria Nord Sardegna” è molto ambizioso. Dalla voce del suo vice presidente, Giovanni Conoci, arriva la volontà di ampliare il numero di queste case galleggianti fino a 1000. Questo aumento, secondo le stime, porterebbe un giro di affari di circa 150 milioni di euro all’anno. Trattandosi, però, di una via di mezzo tra un’abitazione e un’imbarcazione, è necessario fare attenzione sulle leggi che disciplinano questo settore. Un altro allarme arriva dal presidente di Asshotel, Carlo Amaduzzi, e riguarda la carenza di servizi dei porti sardi. Le strutture non sarebbero ben attrezzate anche per per il presidente di Assonautica, Italo Senes, che spinge per una tutela legislativa a questa nuova realtà per favorire l’accoglienza dei turisti. Nei porti, infatti, c’è il rischio che le imbarcazioni possano rilasciare scarichi poco igienici. Quindi, occorre trovare una nuova regolamentazione per tutte le persone che potrebbero condividere l’area portuale in futuro. Superati questi cavilli, comunque, si aprirebbe una nuova strada sia per il turismo locale sia per chi vuole godersi un tipo di vacanza alternativa.
Fonte: ansa.it
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MATTEO GUARDABASSI
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