Le SETTE PAROLE NUOVE con cui racconteremo i tempi che stiamo VIVENDO

Le parole chiave entrate nella edizione 2021 del Devoto-Oli

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Credits: perlaretorica.it

Da sempre le parole ci aiutano non solo a descrivere ma anche a definire e interpretare il mondo esterno, influenzando la nostra realtà e la percezione che ne abbiamo e portandosi dietro un bagaglio di idee e suggestioni di cui spesso non siamo nemmeno consapevoli. Le parole hanno il potere di creare la nostra realtà e ognuno di noi è le parole che sceglie di utilizzare. “Le parole sono importanti, chi parla male pensa male e vive male” sintetizzò efficacemente Nanni Moretti in Palombella Rossa nel 1989.

E se la lingua è il testimone del nostro tempo, i mesi della pandemia si distinguono anche per i nuovi vocaboli che ci lascieranno in eredità. Sembra passato un secolo dai tempi di spoilerare, trapper, cafonal, aspirazionale, eppure queste erano le parole del 2019. Il 2020 è stato però un anno di cose inimmaginabili e mai viste prima e con la stessa forza e irruenza è riuscito non solo a creare parole nuove ma a riscrivere, e in alcuni casi anche a stravolgere, il significato di termini già esistenti. Positivo, assembramento o mascherina sono solo alcuni esempi di termini che hanno ormai quasi perso la loro accezione originaria per assumere un nuovo significato legato alla pandemia.

Ecco quindi i principali termini legati alla pandemia entrati nell’edizione 2021 del prestigioso Nuovo Devoto-Oli.

Le SETTE PAROLE NUOVE con cui racconteremo i tempi che stiamo VIVENDO

#1 Covid-19 o Coronavirus

Fino all’autunno del 2019 nessuno, a parte gli scienziati, conosceva questo virus a RNA capace di causare nell’uomo una forma di polmonite atipica chiamata Sindrome Respiratoria Acuta Grave. Inizia a circolare in maniera sempre più prepotente a partire da gennaio insieme al diffondersi del virus e giorno dopo giorno si impone fino a diventare il protagonista dell’anno.  

#2 Lockdown

Originariamente utilizzato per indicare il confinamento dei prigionieri, il termine è stato poi utilizzato per indicare l’isolamento e la chiusura totale di una determinata area, con divieto di accesso, uscita e spesso anche di circolazione interna. Una sola parola capace di racchiudere l’esperienza di miliardi di persone sottoposte a dure restrizioni della loro quotidianità che ne hanno condizionato il lavoro, lo studio e la socialità e di cui capiremo la portata e gli effetti solo nei prossimi anni.

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#3 Distanziamento sociale

Traduzione letterale dell’inglese social distancing, significa mettere distanza (fra le persone) all’interno della società al fine di ridurre il rischio di contagio.  L’espressione non piace a molti e il suo utilizzo ha fatto molto discutere. Nei primi mesi ci fu chi suggerì di utilizzare distanziamento fisico ma nel linguaggio comune alla fine è prevalso distanziamento sociale.

#4 Quarantenare

Sottoporre ad isolamento – la quarantena – chi è entrato in contatto con persone risultate positive al Coronavirus. Forse non tutti sanno che l’uso del termine quarantena risale ai primi del ‘400 ed indicava il periodo di isolamento di 40 giorni a cui erano costrette le navi sospettate di trasportare persone o animali contagiosi. La misura di tempo (la quarantina/quarantena di giorni) ha dato poi il nome al periodo ma la lunghezza è stata adattata agli effettivi tempi di incubazione di ogni malattia.

#5 Tamponare

Questo termine non è nuovo ma durante il 2020 ha assunto un significato diverso che ora è diventato anche quello più comune. Oggi tamponare indica infatti l’azione di eseguire un tampone per fare una diagnosi, mentre in origine questo termine è nato per descrivere l’atto di bloccare la fuoriuscita di sangue da una ferita.

#6 Contact tracing

Altro termine anglofono che indica la capacità di individuare tutte le persone entrate in contatto con un soggetto infetto per circoscrivere il contagio isolando tutti i potenziali portatori. Insieme alla diagnosi precoce e all’isolamento dei casi, doveva essere alla base della strategia delle 3 T da implementare durante la seconda fase per tenere sotto controllo la diffusione del virus.

#7 Infodemia

Neologismo nato dalla fusione dei sostantivi “informazione” ed “epidemia“ proprio per indicare quell’abbondanza di informazioni, più o meno accurate e verificate, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno. Una produzione eccessiva di informazioni spesso discordanti tra loro che, più che produrre consapevolezza, ha probabilmente contribuito ad amplificare incertezze e reazioni emotive nelle opinioni pubbliche di tutto il mondo.

Fonti: https://www.devoto-oli.it/neologismi/

LAURA COSTANTIN

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Laura Costantin
Laura in Biologia con Specializzazione in Neuroscienze, la mente umana e il suo funzionamento sono da sempre la mia passione. Curiosa seriale, amante della scrittura, appassionata di scienza e tecnologia. Il mio obiettivo? Insegnare alle persone come difendersi dalle fake news e rendere il web un posto migliore. Il mio motto? La conoscenza rende l’uomo libero.