Milano, Roma e Napoli: le tre città più popolate d’Italia a confronto. Vediamo le differenze più curiose.
Le tre città più GRANDI a confronto: Milano, Roma, Napoli
# Grandezza. La diversità nel calcolo dei confini urbani
Roma, Milano e Napoli, possono essere paragonate per il numero di residenti ma non per la superficie sulla quale si estendono, per la forma urbana e per le performance economiche. Soprattutto il terzo fattore, l’aspetto economico, rappresenta da sempre il divario tra il Nord e il Sud del Paese.
Al primo posto delle città più estese d’Italia troviamo Roma (536mila ettari), seguono Milano e Napoli che messe insieme raggiungono 274 mila ettari, insieme sono grandi poco più della metà di Roma. La differenza non si trova soltanto nelle dimensioni ma anche nel fatto che Roma ingloba ampie porzioni di campagna a differenza di Milano e Napoli i cui confini urbani le separano dai territori circostanti.
# Reddito medio annuo. I paesi più ricchi nell’hinterland delle tre città
Per quanto riguarda il reddito medio annuo per contribuente quasi l’intero territorio della città metropolitana di Milano si colloca nella fascia di reddito superiore a 20.000 euro. Da sottolineare però che Milano non è il comune più ricco della zona (reddito medio di 30600 euro) bensì viene superato da cinque comuni dell’hinterland i cui redditi medi superano i 31.000 euro (Basiglio, Cusago, Segrate, San Donato e Arese).
La città metropolitana di Roma, a differenza di Milano, ha solo due comuni che superano i 25 mila euro di reddito medio annuo e sono Formello e Grottaferrata. Roma rimane poco al di sotto (24.700 euro) con la maggior parte dei comuni dell’hinterland che si collocano nella fascia tra 15 e 22.000 euro.
A Napoli invece la situazione è ben diversa perchè solo Capri, San Sebastiano la Vesuvio, Procida e Sorrento superano i 20000 euro di reddito annuo, mentre tutti gli altri si collocano tra i 12.000 e i 20.000 euro l’anno tra cui Napoli che raggiunge i 19.900 euro l’anno.
# Istruzione. A Roma e Milano più laureati in centro, a Napoli più in zone periferiche
La distribuzione della popolazione residente con più di venti anni per titolo di studio è simile nelle città di Milano e Roma dove la quota di laureati più elevata si osserva nei quartieri centrali, in particolare nell’area C a Milano e ai Parioli a Roma, a differenza invece di Napoli dove i titoli di studio più elevati sono concentrati soprattutto nelle zone benestanti semicentrali.
Se per la capitale e il capoluogo lombardo i laureati delle zone centrali raggiungono circa il 50% della popolazione mentre non raggiungono il 10% nelle aree semicentrali, nel capoluogo campano abbiamo una situazione opposta. In città come Posillipo, Chiaia e Vomero si raggiunge circa il 40% di laureati a differenza di zone come Scampia, San Giovanni e Teduccio, nel centro della città, dove la percentuale raggiunge il 4,5%.
# Tasso di occupazione. A Milano più alto in centro, a Napoli il più alto è a Posillipo
A Roma il tasso di occupazione rispetto alla popolazione con più di 15 anni supera il 55% solo nei nuovi insediamenti periferici caratterizzati da giovani coppie, mentre poco superiore al 40% nei quartieri popolari della periferia.
A Milano invece il tasso di occupazione è mediamente più alto di Roma e si aggira tra i 55 e il 60% nei quartieri attorno al centro. In periferia invece rimane inferiore al 45%. Nell’Hinterland sono molti i comuni che sfiorano il 60% di occupati a differenza della zona nord tra Milano e Monza dove si sfiora il 50%.
La situazione di Napoli invece marca la delimitazione dei quartieri. Se a Posillipo si ha un tasso di occupazione del 43%, a Scampia si ha la metà, circa il 22%. Nell’hinterland il tasso di occupazione supera il 40% esclusivamente nelle isole e nella penisola Sorrentina.
# Periferia vs Centro. Combattere la diversità per le pari opportunità
Da questo confronto si può arrivare alla conclusione che sono presenti forme di esclusione sociale e di polarizzazione tra le periferie scarsamente dotate di opportunità e il centro. Napoli e Roma mettono in evidenza questo fenomeno che è presente però anche a Milano. Poca attenzione è stata data alle aree periferiche andando a non utilizzare una strategia per la riduzione della povertà ma andando a marcare ulteriormente la diversità tra periferia e centro. Per combattere le disuguaglianze nelle realtà metropolitane è importante mettere al centro delle politiche gli individui ripartendo innanzitutto dai loro bisogni.
Fonte: eticaeconomia
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MARCO ABATE
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