Alziamo i calici e brindiamo perché anche quest’anno l’Italia si è confermata come primo produttore al mondo di vino. Ce l’avevamo fatta nel 2020 e ci siamo riconfermati nel 2021, un anno che ha visto, per la prima volta nella storia, relegare i nostri acerrimi cugini francesi al terzo posto dopo la new entry della Spagna..
L’ITALIA primo produttore di VINI al mondo
# La viticultura nel Belpaese
La coltivazione della vite nel nostro paese ha origini antichissime, forse pochi sanno che il primo nome dell’Italia era Enotria (terra del vino) e che trae il suo nome dalla popolazione degli Enotri che abitava in quella che oggi è la Basilicata. Stiamo parlando di un periodo di circa cinquecento anni prima di Cristo. Gli studi hanno rivelato che questa popolazione aveva già sviluppato e perfezionato tecniche e conservazione delle viti. Questo fa capire che la pianta della vite era già presente e conosciuta nella nostra penisola e inoltre aveva una qualità superiore a quella greca che permetteva di vinificare bevande con una giusta gradazione alcolica.
I Romani esporteranno tecniche di coltivazione e produzione in tutte le terre conquistate (in particolar modo in Gallia). Durante il Medioevo, il vino assumerà un significato sacro, è proprio in questo periodo che i monaci saranno grandi produttori di vino da messa.
Nei secoli a seguire, Toscana e Piemonte diventeranno produttori di vini eccellenti conosciuti e richiesti in tutto il mondo, ma mentre la prima si concentrerà sulla produzione del Chianti classico, il secondo affinerà la produzione applicando tecniche imparate dai vicini francesi ed è in questo periodo che Barolo e Nebbiolo conoscono il loro periodo più d’oro. Solo nel XX secolo verranno promulgate leggi tese a disciplinare la produzione del vino e verranno applicate tre livelli per stabilire la qualità del prodotto (DOCG, DOC e IGT).
# Produzione ed esportazione nel mondo
Attualmente la coltivazione della vite e la produzione vinicola è diffusa in tutto il nostro territorio. Le stime parlano chiaro: produciamo 54,8 milioni di ettolitri di vino all’anno e di questi, il 29% è destinato al mercato americano, il 6% alla Gran Bretagna, il 9% alla Germania, il 27% alla Russia e ben il 47% alla Cina che si mostra molto attratta dai nostri vini.
Dalla nostra viticoltura esce anche lo spumante, diretto concorrente del più blasonato champagne francese e anche in questo caso, i dati parlano di un incremento di vendita e quindi di importazione pari al 6% in più rispetto ai nostri cugini d’oltralpe.
Quindi, l’Italia è sicuramente al primo posto come esportatore mondiale, ma è seconda alla Francia come valore esportativo, infatti se un Bordeaux viene venduto a quattordici euro al litro, i vini piemontesi o toscani non superano i nove euro. A mio parere non si trovano giustificazioni a livello qualitativo, ma semmai mostra una scarsa capacità di valorizzare il prodotto offerto.
Prosit!!!
Continua la Lettura con: MILANO capitale del VINO: l’amore per il vino e le migliori enoteche della città
MICHELE LAROTONDA
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