Ecco una selezione di borghi dove la vita e le abitazioni costano poco e il caos della città è solo un lontano ricordo.
Ne avete abbastanza di Milano? I 7 BORGHI MIGLIORI dove andare a vivere in Italia
#1 Santa Fiora, uno dei borghi sull’acqua più belli d’Italia ha lanciato il primo “smart village” – Toscana
Santa Fiora è uno dei borghi sull’acqua più belli d’Italia, sul monte Amiata in provincia di Grosseto. Immerso in un ambiente naturale affascinante e lontano dal caos e dallo stress è pronto ad accogliere tutti gli smart worker d’Italia nel “Santa Fiora smart village”. Il primo progetto lanciato in Italia, grazie al recente arrivo della banda ultralarga, che attraverso un bando, con una dotazione finanziaria complessiva di 30mila euro, coprirà il 50% dell’affitto a chi desidera vivere per un periodo a Santa Fiora lavorando da remoto.
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#2 San Casciano dei Bagni, un bellissimo borgo immerso nel Val di Chiana – Toscana
San Casciano dei Bagni è un bellissimo borgo della val di Chiana che ha messo in campo incentivi per chi ha decide di trasferircisi o per aprire un’attività. Sono stati stanziati 45 mila euro su tre bandi: un incentivo di 2.500 euro a fondo perduto è previsto per chi aprirà una nuova attività, un contributo economico pari al 50% del canone di locazione versato per i nuovi nuclei familiari, con attestazione Isee non superiore a 23.000 euro, che trasferiscano la residenza nel territorio, oltre un sostegno economico per il pagamento delle rate del mutuo prima casa per l’acquisto di un’abitazione.
#3 Santo Stefano di Sessanio, lo storico borgo aquilano cerca residenti – Abruzzo
Il comune abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, tra i più belli d’Italia, ha avviato una iniziativa per evitare lo spopolamento con delle agevolazione per gli under 40 che lo scelgano per viverci. In questo borgo di 115 persone i giovani riceveranno un contributo mensile a fondo perduto per tre anni fino ad un massimo di 8.000 euro all’anno, un’abitazione ad un affitto simbolico e un contributo a fondo perduto una tantum, per l’avvio dell’attività imprenditoriale, fino ad un massimo di 20.000 euro.
#4 Bisaccia, il borgo campano che propone le case a 1 euro – Campania
Il caratteristico borgo campano di Bisaccia, in provincia di Avellino, per salvare la comunità morente e ripopolarlo ha messo in vendita 40 abitazioni abbandonate ad un euro. L’unico obbligo del nuovo proprietario, a fronte di questo forte incentivo per acquisire un’abitazione, è di farsi carico della ristrutturazione e conseguente messa in sicurezza.
#5 Cinquefrondi, il borgo che offre abitazioni nella sua parte antica – Calabria
In Calabria nel borgo di Cinquefrondi è presente la stessa iniziativa che permette di avere una abitazione da ristrutturare a 1 euro, sottoscrivendo una polizza assicurativa annuale di € 250 fino al completamento dei lavori. Le case ad un euro, hanno una dimensione di circa 40-50 mq e sono ubicate nella parte antica del borgo. La ristrutturazione deve avvenire entro 3 anni pena una sanzione di 20.000 euro.
#6 Sambuca, vivere nel quartiere arabo a solo 1 euro – Sicilia
Per recuperare le case, il patrimonio architettonico e per contrastare lo spopolamento del centro storico anche il comune di Sambuca, in provincia di Agrigento, ha presentato il progetto Case a 1 euro. La giunta di uno dei borghi più belli della Sicilia ha inserito 17 abitazioni da acquistare al prezzo simbolico di 1 euro, nel quartiere arabo dei sette vicoli, che l’acquirente si impegna a ristrutturarla entro 3 anni dall’acquisto. In preparazione un nuovo bando per la compravendita di altre case alla cifra simbolica di 2 euro.
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#7 Gangi, il borgo palermitano che aderisce all’iniziativa delle case a 1 euro – Sicilia
Sempre in Sicilia, anche il comune di Gangi nel palermitano mette in vendita case al prezzo simbolico di un euro. Il bando comunale è aperto anche alle aziende o a chi ha interesse ad aprire un hotel, un ristorante o un b&b nel borgo. L’obbligo per l’acquirente dell’abitazione è di sostenere le spese del passaggio di proprietà e a sottoporre un progetto di ristrutturazione entro il primo anno, per portarlo poi a conclusione entro i successivi tre.
Fonte: Zingarate
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FABIO MARCOMIN
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