Ancora oggi vige il divieto di avvicinarsi. Scopriamo insieme perchè e dove si trova.
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Questa è l’isola più pericolosa d’Italia: perché e dove si trova
# La storia di questa piccola isola
Un piccolo isolotto della lunghezza di circa 250 metri e della larghezza massima di 70 metri. In teoria quindi apparentemente insignificante se non fosse per l’utilizzo che ne è stato fatto nel corso dei secoli e per un evento che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Stiamo parlando dell’Isola del Trimelone nel Lago di Garda, di fronte alla località di Assenza di Brenzone in provincia di Verona, a 300 metri dalla riva.
Un’isola con radici antiche, ma che ha iniziato ad avere un ruolo cruciale nell’800 quando durante l’occupazione austriaca venne fortificata per la sua posizione strategica. In seguito all’annessione del Veneto al Regno d’Italia divenne un deposito di munizioni per l’esercito italiano, furono costruiti 100mila ordigni, sfruttato anche durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.
# Perché è considerata la più pericolosa d’Italia
Con il passare degli anni, il suo utilizzo militare divenne sempre più intenso, trasformando l’isola in un arsenale galleggiante. Questo accumulo di armamenti portò a un avvenimento disastroso: nel 1954 ci fu un’esplosione devastante udita a 3 km di distanza, a causa dell’enorme quantità di munizioni e materiale bellico incustodito e mal conservato sull’isola dopo la Seconda guerra mondiale, tra cui munizioni inesplose e materiali altamente pericolosi. Morì il guardiano e vennero dispersi in acqua tonnellate di pericoloso materiale bellico e oltre 15 tonnellate di rocce e manufatti. Un evento che contribuì a consolidarne la pessima reputazione di isola più pericolosa d’Italia.
# Nonostante le bonifiche, con decine di migliaia di ordigni rimossi, è ancora off limits
La concentrazione di esplosivi non disinnescati l’ha resa estremamente rischiosa e inaccessibile al pubblico. Dal 2004 al 2021 sono stati rimossi 24.700 ordigni tra bombe, granate, materiale plastico e T4. L’isola è quindi oggi completamente bonificata ma è ancora interdetta ad ogni attività. Quello che rimane oggi sono gli edifici della vecchia caserma, del forte e del porto. L’obiettivo è trasformarla in un eco museo, un sito storico-turistico-ambientale. Al momento mancano però ancora le autorizzazioni necessarie.
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FABIO MARCOMIN
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