Negli ultimi 30 anni la città metropolitana ha perso un residente su 10. Il declino di uno dei tre poli del triangolo industriale del ‘900 sembra senza fine. Riuscirà a riprendersi?
TORINO come Detroit? La città a RISCHIO DESERTIFICAZIONE
# Negli ultimi 30 anni la città metropolitana ha perso il 10% dei residenti
Dopo gli anni ’80 Torino non ha mai più raggiunto il milione di abitante, da 20 anni non tocca più i 900.000. Se la perdita di abitanti negli anni Settanta è stato un fenomeno che ha riguardato tutte le principali città italiane, il trasferimento verso la provincia, dagli anni ’90 tutta la Città Metropolitana di Torino ha iniziato a registrare un continuo calo demografico: in 30 anni il 10% degli abitanti se ne è andato via, al contrario di Milano e Roma che non hanno smesso di crescere.
Tra i fattori che stanno determinando questo trend, che non vede all’orizzonte un’inversione di rotta, c’è il calo delle nascite, la riduzione dell’arrivo di immigrati, italiani o stranieri, con la città metropolitana di Torino solo al nono posto in Italia per capacità di attrazione di nuovi residenti. Altro dato negativo riguarda la direzione opposta rispetto al resto dell’Italia sull’arrivo degli stranieri, a livello nazionale si è registrato un incremento dello 0,3% mentre a Torino un crollo del 10%. Questa situazione si riflette sullo sviluppo urbanistico della città.
# La città è ferma anche nello sviluppo urbanistico
La decrescita demografica porta con sé un’altra conseguenza negativa, la diminuzione della forza lavoro e il calo della produttività e l’inevitabile declino economico in assenza di innovazioni adeguate capaci di sopperire a queste mancanze. Di riflesso, se durante l’ultimo periodo di crescita della città del secolo scorso anche gli investimenti immobiliari sono stati consistenti, oggi siamo di fronte a un pesante ridimensionamento dello sviluppo urbanistico. Non solo non ci sono progetti di grande respiro per Torino, ma anzi abbondano gli edifici inutilizzati, sono infatti oltre 3 milioni i mq in disuso e abbandonati e moltissimi spazi sono utilizzati in modo parziale.
# Il declino di uno dei tre poli del triangolo industriale del ‘900
Il capoluogo piemontese riuscirà a riprendersi da un declino che sembra inarestabile? Torino, insieme a Genova e Milano costituivano il triangolo industriale italiano, per oltre un secolo l’area più produttiva d’Italia. La base industriale era rappresentata dalla egemonia manifatturiera di Torino con la Fiat Impresa-Stato, dall’economia pubblica di Genova con i cantieri navali e l’elettronica di Stato e dalla natura produttiva di Milano. Non è un caso se peggio di Torino a livello di calo demografico ci sia Genova. Questo perché a differenza di Milano le due città non sono state capaci di cambiare per adattarsi alle mutate condizioni economiche dettate dalla globalizzazione, per virare sul terziario e i servizi. Tornando a Torino, venuto meno l’impatto economico e occupazionale della Fiat ai livelli presenti fino agli anni ’70, la città ha avuto solo un sussulto grazie alle Olimpiadi Invernali del 2006 per poi tornare nel suo letargo da cui sembra incapace di uscire.
Fonte: Corriere Torino
FABIO MARCOMIN
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