Una crisi senza fine quella che sta colpendo l’ex capitale d’Italia e l’ex capitale dell’automobilismo italiano. La produzione è in calo in tutti i settori più importanti e ora anche quello immobiliare è in affanno.
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Torino farà la fine di Detroit?
# Il ridimensionamento della Fiat
L’ultimo colpo da KO è la crisi Stellantis. Un declino inesorabile per la prima fabbrica di automobili in Italia. Non c’è bisogno di scomodare i dati sull’occupazione relativi agli anni del boom economico, basta guardare indietro a 20 anni fa quando Fiat dava lavoro a 71.329 persone in Italia. Nel 2021, anno della fusione tra Fiat-Chrysler e Groupe Psa, se ne contavano 51.300, oggi sono 42.700. Fino al 6 gennaio 2025 lo stabilimento di Mirafiori, quello più a rischio di futuri tagli al personale, rimane chiuso e dovrebbe finire il 2024 con un terzo delle auto prodotte rispetto a quelle programmate. Il fermo dello stabilimento comporta inoltre un taglio di oltre il 50% delle produzione per le aziende dell’indotto.
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# Le altre industrie non se la passano meglio: Torino la città con più ore di cassa integrazione in Italia
Se si allarga lo sguardo negli ultimi 10 anni sono state 4.670 imprese a chiudere i battenti, con un calo in tutti i settori più importanti: -12,7% in quello industriale, -10,4% nell’agricoltura, -9,2% il commercio e -1,3% le costruzioni. Solo nel settore metalmeccanico a Torino negli ultimi 15 anni hanno cessato l’attività 500 aziende e sono rimaste senza lavoro 35mila persone. A questo si aggiungono i più di 6 mila i lavoratori in cassa integrazione, distribuiti su 25 aziende, senza contare i dipendenti del gruppo Stellantis. Il capoluogo torinese detiene un poco rassicurante primato sulla cassa integrazione: con 16 milioni di ore è la città che ne ha di più in Italia.
# In affanno anche il settore immobiliare: in calo i prezzi delle case, crollo delle compravendite con un -20%
Se non bastasse la drammatica situazione del comparto produttivo, ad andare in affanno è ora anche il settore immobiliare in base all’ultimo studio dell’Osservatorio Immobiliare di Nomisma relativo al secondo semestre del 2024. Il valore delle abitazioni è sceso infatti dello 0,9%, sia per il nuovo che per l’usato, con sconti sul prezzo che vanno dai 4,5% ai 12,5% per il primo all’11,5% per il secondo. Ancora più negativa la situazione nel comporto direzionale che ha visto un crollo delle compravendite del 20%, nel confronto tra il primo semestre del 2023 e del 2024, una riduzione dei prezzi dello 0,1% su base semestrale e la salita dei tempi medi di compravendita fino a 7,5 mesi. Gli sconti sul prezzo di offerta, seppur in calo di un punto percentuale al 15%, rimangono tra più alti in Italia.
# Il crollo demografico senza fine
A chiudere il quadro c’è la questione demografica. Dagli anni ’70 la popolazione di Torino è in calo costante e da tempo rimane stazionaria attorno agli 850mila abitanti. La desertificazione industriale ha certamente contribuito a questa dinamica e il rischio concreto è che faccia la fine di Detroit, un tempo capitale americana dell’auto come il capoluogo piemontese lo è per l’Italia, che nel 2013 ha dichiarato bancarotta e che ancora fatica a risollevarsi: in 40 anni ha perso il 50% degli abitanti. Inoltre, grazie all’alta velocità ferroviaria, i torinesi raggiungono Milano in meno di un’ora: Torino ne diventerà sempre più il suo “dormitorio”?
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FABIO MARCOMIN
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