Il filosofo Giambattista Vico sosteneva che nella storia ciclicamente i fatti tendono a ripetersi. Speriamo che in questo caso abbia preso un granchio: sì, perché in questi giorni di pioggia alcuni iniziano a temere di rivivere quello che è successo qualche tempo fa. Circa 233 milioni di anni.
Quando iniziò a piovere e smise solo dopo un milione di anni
# L’Evento Pluviale Carnico: piovve per oltre un milione di anni
Il corso storico più temuto da chi odia il maltempo accadde 233 milioni di anni fa. Si tratta dell’Evento Pluviale Carnico: una catastrofe climatica che sconvolse gli ecosistemi globali. Vi fu una intensa caduta di acqua, una pioggia che durò un milione di anni, forse due. Prima, durante il Triassico, il clima era principalmente asciutto e arido perché le nuvole viaggiavano periferiche alle terre emerse, restavano lungo le coste e non riuscivano a bagnare l’interno. Questa situazione determinava i livelli di anidride carbonica più bassi mai registrati negli ultimi 500 milioni di anni, impedendo così la diffusione della vita.
# All’epoca esisteva un superoceano e un supercontinente
Ai tempi della “grande pioggia” c’era un superoceano, la Panthalassa, e un unico supercontinente, la Pangea, che avrebbe iniziato a prendere la forma attuale solo più tardi, 200 milioni di anni fa. Le rocce che corrispondono all’epoca carnica danno segni di umidità in ogni continente: in Italia i segni sono evidenti nelle Dolomiti.
C’erano alluvioni continue, ovunque. I suoli erano acquitrini e gli oceani avevano accumulato così tanto calore da emettere grandi quantità di vapore, che trasportato dai venti diede luogo a consistenti precipitazioni per un lunghissimo periodo.
# La causa scatenante della pioggia: 5.000 gigatonnellate di carbonio che fecero salire la temperatura tra i 3 e i 10 gradi
La causa di questa condizione di eccesso di umidità fu la sovrabbondante e improvvisa produzione di anidride carbonica: una dose massiccia di carbonio nell’aria in un periodo in cui il mare non poteva neppure fare ancora da tampone, che ha provocato un cambiamento climatico. 5.000 gigatonnellate di carbonio fecero salire la temperatura tra i 3 e i 10 gradi.
Tutto ebbe origine nella provincia di Wrangellia, un’area che si trova lungo l’attuale costa occidentale degli Stati Uniti: un gruppo di vulcani emise lava per 5 milioni di anni, arrivando a uno spessore di 6 chilometri, in tutto un milione di chilometri cubi. A quel punto le nuvole diventarono così numerose che poterono raggiungere anche l’interno del continente unico (Pangea) e scaricare il loro contenuto.
# Nel Carnico sono nati ecosistemi presenti ancora oggi
Secondo un articolo apparso su Science advances tra i cui autori ci sono anche ricercatori italiani, tutto ciò che è stato innescato in quel periodo ha dato vita al mondo che conosciamo adesso. Ha segnato un punto di svolta: nel Carnico sono nati ecosistemi che sono presenti ancora oggi.
Il calore e l’acqua hanno provocato una serie di modificazioni, alle quali è seguito un riassortimento delle specie. Nel Triassico c’erano i boschi, ma non i prati ed erano abbondati le felci, gli equiseti, le ginko, le cycas. Hanno subito una crisi e sono state sostituite dalle conifere moderne, ovvero pini, abeti, larici, cedri, cipressi. E proprio la variazione della vegetazione, con l’arrivo di piante a tronchi alti e molte foglie coriacee potrebbe essere servita da stimolo per una nuova evoluzione.
La dieta degli erbivori infatti era destinata a cambiare. Tra gli animali chi ha avuto la meglio sono stati i dinosauri, che c’erano già, ma sono diventati più numerosi e soprattutto hanno visto aumentare la loro biodiversità. Insieme a loro arrivano tartarughe, coccodrilli, lucertole e gli antenati dei mammiferi.
# Grazie ai microrganismi marini che impararono a sintetizzare il carbonato di calcio, il PH del mare diventò stabile e le perturbazione si arrestò
Ma è nel mare che si assiste alla rivoluzione più importante. Per la prima volta i microrganismi marini impararono a sintetizzare il carbonato di calcio col quale costruiscono i loro gusci. Prima non veniva prodotto e sui fondali c’era solo argilla e silice. Compaiono i coralli ma anche il plancton. La conseguenza fu che il pH del mare diventò stabile e così modificò il ciclo del carbonio e contribuì sia a far rientrare la perturbazione, sia a fare in modo che oggi molto del carbonio che produciamo venga assorbita dagli oceani. Circa tre milioni di anni dopo finalmente le eruzioni si fermarono e i naturali bacini di carbonio, che avevano iniziato ad accumularlo, riuscirono ad arrivare a una quantità tale da ripristinare l’equilibrio. Il clima ritornò caldo secco e, periodi di glaciazioni a parte, rimase abbastanza stabile.
Fonte: Mariella Bussolati per “Business Insider” – Quando sulla Terra piovve ininterrottamente per un milione di anni
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