Fin dal 1958 il Comune di Milano aveva progettato di unire mediante voli in elicottero il capoluogo lombardo con le città vicine, Torino e Genova, immaginando un collegamento anche con la città svizzera di Lugano.
Il servizio pubblico in ELICOTTERO alla milanese
Le cose si concretizzarono l’anno successivo, quando il 16 luglio 1959 venne stipulato l’atto costitutivo della Elipadana SAITE (Società Alta Italia Trasporto Elicotteri), con sede legale in via Albricci. Il Comune di Milano fu da subito socio con il 50% del capitale, mentre il restante pacchetto azionario fu sottoscritto da varie grosse società dell’epoca.
Fu nominato presidente l’ing. Agostino Giambelli (lo si ricorda per il contributo alla nascita della metropolitana in una targa nel mezzanino di San Babila) e direttore Gino Mattoli.
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In città, l’eliporto venne costruito sfruttando un non vasto spiazzo in via Restelli, tra piazza Carbonari e viale Stelvio. Idea poco lungimirante, visto che ben presto i residenti dei palazzi limitrofi iniziarono a protestare e a promuovere azioni volte allo spostamento del fastidioso scalo, che di fatto sorgeva a poche decine di metri dalle finestre di molti malcapitati milanesi.
Il primo volo fu quello del 28 settembre 1959, sulla tratta Milano-Malpensa-Lugano (eliporto di Agno). Costo del biglietto: andata e ritorno 75 franchi svizzeri, cifra che rapportata ad oggigiorno e convertita nella valuta europea, significa all’incirca 260 euro!
Tre voli al giorno, con un tempo di percorrenza di circa 40/50 minuti. Apparecchio utilizzato: il birotore americano Piasecki H21 conosciuto come Vertol V44B, capacità 15 passeggeri, preso in locazione dalla compagnia belga Sabena.
Dopo un primo periodo euforico e proficuo, emersero chiaramente gli alti, eccessivi, costi d’esercizio. Ad un drastico calo di passeggeri registrato già nel 1960, l’Elipadana rispose mettendo in servizio un modello di elicottero più piccolo (8 posti) e quindi più economico: il Sikorsky S58C, sempre in locazione dalla Sabena.
Nonostante ciò, e benché i prezzi dei biglietti avessero subito un decremento, i clienti si fecero sempre più radi, fino a quando, nel luglio 1961, il servizio fu sospeso e mai più riattivato.
L’eliporto cadde quindi in disuso e smantellato, e presto divenne un comodo spiazzo dove far giocare i bambini. Riconvertita l’intera zona, in quel tratto di via Restelli venne costruito un parco giochi ( parco Mendel), ed ancora oggi si nota chiaramente dove gli elicotteri si posavano a terra.
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MAURO COLOMBO
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