Il semestre marzo-settembre porta in dote un nuovo record per il canone degli affitti a Milano. Come riporta il Sole24ore che ha elaborato i dati raccolti da due portali di riferimento nell’immobiliare Immobiliare.it e Mioaffitto, il costo medio di un bilocale ha toccato i € 1.300 rispetto agli € 845 di tutte le altre grandi città registrando un rialzo del 5,8%.
Domanda in crescita, offerta in calo
A Milano il caro affitti ha sicuramente un impatto maggiore che altrove in Italia, ma anche nel resto d’Europa esistono situazioni problematiche soprattutto nei grandi centri urbani dove spesso la richiesta di abitazioni da prendere in affitto è superiore all’offerta. Milano è un caso emblematico: mentre la domanda continua a registrare un +4,2% da sei mesi, l’offerta è in calo del 3,2%.
L’aumento costante della popolazione, si stima 1,5 milioni di abitanti entro una decina di anni, dovuto all’attrattività della città per lavoro, qualità di vita e opportunità di business sta accentuando questo fenomeno.
Tre soluzioni per evitare che Milano diventi inaccessibile
Prima di arrivare al punto di non ritorno, si potrebbe ricorrere ad un mix di queste soluzioni per affrontare con decisione il problema casa:
#1 RISERVARE UNA QUOTA DI AFFITTI CALMIERATI IN TUTTI I NUOVI IMMOBILI IN COSTRUZIONE
Una soluzione è di imporre ai costruttori che intendano realizzare ex-novo o riqualificare immobili abbandonati, anche in caso di grattacieli di lusso, di destinare una quota di appartamenti ad affitti con canoni calmeriati per evitare il fenomeno della gentrificazione e quindi includere diverse fasce sociali in ogni palazzo e zona. Questa è la strada intrapresa da Vienna dove il 20% degli nuovi immobili ha l’obbligo di affittare a prezzi molto bassi per famiglie disagiate.
#2 APPARTAMENTI SFITTI DI PROPRIETA’ DI SOCIETA’ TRASFORMATI IN HOUSING SOCIALE
Stabilire che le società che detengono più di 50 appartamenti, rimasti vuoti, debbano metterne sul mercato almeno il 30% ad un prezzo equiparabile all’housing sociale ampliando così l’offerta di appartamenti disponibili, altrimenti si procederà all’esproprio per raggiungere l’obbiettivo. A Berlino, ad esempio si sta discutendo di avviare un referendum per portare all’esproprio appartamenti e case alle multinazionali che ne possiedono più di 3000 nei loro asset patrimoniali.
#3 TASSARE APPARTAMENTI SFITTI COME FOSSERO AFFITTATI
Spesso si preferisce lasciare vuoti appartamenti, per i quali i proprietari non devono più pagare mutui, per evitare di pagare maggiori imposte. Una soluzione potrebbe essere quella di istituire che il livello di tassazione di un immobile vuoto sia identico a quello di uno locato. In Francia hanno optato per questa formula che sta riscuotendo buoni risultati riducendo la percentuale di appartamenti sfitti.
FABIO MARCOMIN
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