L’Italia sta venendo travolta dalla tempesta perfetta: un contagio abbinato a un boicottaggio internazionale che mette a rischio un’economia già seriamente compromessa. Il tutto in un momento di confusione politica in cui c’è bisogno di una leadership chiara che tuteli gli interessi italiani.
In Italia più di 25.000 TAMPONI, in Francia 1.000: è ora di chiedere alla UE controlli a tappeto in tutti i paesi
Se si guardano le statistiche ufficiali dell’OMS (qui il sito: Coronavirus) si notano dei dati che sollevano interrogativi. Al momento l’Italia con 2502 casi è appaiata all’Iran al terzo posto per numero di contagiati al mondo, dopo la Cina (80.282 casi, pari all’86% del totale) e la Corea (5.621 casi). In Europa gli altri Paesi risultano molto distanti e dalle statistiche ufficiali molti dei loro infetti risultano aver avuto rapporti con l’Italia o con italiani.
Se si guardano i dati sul numero di tamponi che misurano il contagio, la differenza tra l’Italia e gli altri paesi occidentali risulta però abissale.
Numero di test sul coronavirus nei diversi paesi europei
Numero di tamponi eseguiti nei paesi UE (ultimi dati del 3/3):
Italia: 25.856 tamponi
Austria: 2.120
Francia: 1.126
Finlandia: 130
Di altri Paesi non si ritrovano dati certificati OMS sul numero di tamponi eseguiti.
In Germania chi non ha sintomi evidenti se vuole fare il test deve pagare 300 euro.
Leggi anche: Coronavirus: un tedesco racconta quanto è difficile fare il test a Berlino (da Berlino Magazine)
Per capire le diverse politiche nei paesi, gli Stati Uniti hanno realizzato 472 test pari a meno di 1 per milione di persone (con nove decessi), mentre in Italia i test sono 386 per milione di persone.
Qui i dati: Test
Considerando inoltre che in Francia risulta il primo caso in Europa di infezione da parte di un turista cinese, spicca il basso numero di tamponi eseguiti oltre Alpe. (The Guardian: Chinese tourist in France becomes Europe’s first coronavirus fatality)
La richiesta al nostro governo: pretendere dalla UE controlli a tappeto in tutti i paesi per garantire la sicurezza di tutti
Questa divergenza nel numero di test tra Paesi confinanti potrebbe indurre a credere che la diffusione del coronavirus possa risultare sottovalutata in certe nazioni rispetto ad altre. Questo determina un maggiore pericolo potenziale per i cittadini di tutta Europa provocato dai Paesi che eseguono meno test. Non basta. Limitare i test in una nazione rischia di provocare un eccesso di attenzione e di rischio percepito nei confronti dei Paesi che, come l’Italia, fanno più controlli. Innescando così una spirale negativa costituita dall’induzione di falsi positivi attribuiti a contatti con gli italiani e dalle ricadute sull’economia per le restrizioni adottate dalle nazioni che risultano meno colpite.
In un momento in cui la sicurezza, l’immagine e l’intera economia italiana è messa in pericolo a causa delle reazioni internazionali, credo sarebbe opportuno invitare il governo a farsi portavoce con decisione di una richiesta chiara all’Unione Europea: pretendere controlli a tappeto in tutti i paesi per garantire la sicurezza di tutti. Ed evitare di fare diventare l’Italia il capro espiatorio del virus.
ANDREA ZOPPOLATO
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