La botta era uscita lunedì con Il Fatto che aveva pubblicato in prima pagina: “Sala, addio a Milano“, in cui scriveva che il sindaco nell’incontro con Beppe Grillo avrebbe manifestato la sua intenzione di lasciare Milano per diventare CEO della “nuova TIM”, la società a capitale pubblico che dovrebbe gestire la rete di telecomunicazioni in Italia. Oggi arriva la smentita del sindaco in un’intervista a Repubblica. Ma Il Fatto rilancia: il sindaco è “stanchino”, per Milano sarà derby tra i due Pier, Majorino e Maran. “Già pronti a sostituire il sindaco”.
Sala: “Nuova TIM? Non intendo occuparmene”. Ma il Fatto rilancia: “Per Milano sarà derby tra i due Pier”
In un’intervista a La Repubblica, il sindaco torna a parlare dell’incontro con Beppe Grillo e chiarisce che “non abbiamo mai parlato di alleanze elettorali che riguardino Milano. Ci confrontiamo a tutto campo sui temi dell’ambiente, delle reti, dello sviluppo digitale, che m’interessano molto. Oggi più che mai servono infrastrutture e servizi che portino a una vera evoluzione nell’istruzione, nella telemedicina, nella sicurezza. Siccome sto riflettendo sulla mia possibile ricandidatura a Milano, m’interessa sviscerare alcuni argomenti cruciali. E vedere cosa io posso o non posso fare come primo cittadino della città più internazionale d’Italia e del motore economico e sociale del Paese”.
Sulla ricandidatura deciderà non prima delle regionali ed è scettico sull’alleanza PD-M5S a Milano
Sala smentisce poi la notizia pubblicata da Il Fatto, dicendo che non intende occuparsi delle reti TIM e che deciderà se ricandidarsi “Non prima delle elezioni regionali. Intanto vediamo se, come dice Salvini, il centrodestra ha candidati forti pronti a correre”. Si dice inoltre contrario a un’alleanza elettorale a Milano tra PD e M5S: “A parte i numeri, probabilmente un patto non avrebbe molto senso, anzi penso sia giusto che loro facciano la loro proposta per Milano” e rilancia l’importanza delle città e dei territori: “Le alleanze hanno bisogno di una legittimazione alle latitudini interessate. A mio parere, il coinvolgimento dei territori è oggi una condizione minima indispensabile nella costruzione di una coalizione che possa vincere e governare bene. Sono le città ad avere un ruolo chiave in questa fase. È anche e soprattutto nei territori che si elabora una visione comune e di sviluppo per l’intero Paese”.
Su Conte: sia meno romanocentrico
Nell’intervista Sala si esprime anche su Giuseppe Conte. “Non lo sento molto, ma il nostro rapporto è genuinamente cordiale. Ha lavorato bene, soprattutto a livello internazionale. Gli chiedo una cosa che chiedo a tutto il Governo. E cioè di non indulgere in una visione eccessivamente romanocentrica. Il Paese cambierà se il Nord ci crederà e sarà il Nord l’area test del necessario ammodernamento del nostro ‘vecchio’ Paese”. Per Sala “Bisogna rispondere con competenza e creatività a questo cambiamento d’epoca”.
Fonte: Affaritaliani
Ma Il Fatto insiste: per Milano sarà derby tra i due Pier
Mentre la Repubblica pubblica la smentita di Sala, Il Fatto insiste con un nuovo articolo lanciato con un richiamo in prima pagina: Milano, Sala è “stanchino”. Nel Pd la guerra dei 2 Pier.
Il Fatto scrive che: “Nessuno, nelle stanze della politica milanese, si è stupito per l’articolo del Fatto quotidiano che due giorni fa raccontava che Giuseppe Sala non ha voglia di ricandidarsi per il secondo mandato a sindaco di Milano. “È un segreto di Pulcinella”, dice un giovane esponente del Pd (….).
Ribadisce che a Sala: “gli piacerebbe molto tornare a fare il manager in un business strategico come le telecomunicazioni, alla guida della Tim 2 che potrebbe nascere dallo scorporo delle reti Telecom, sotto la regia di Cassa depositi e prestiti. (…)
In particolare secondo Il Fatto il sindaco sarebbe in cerca di alternative a quella del sindaco: “Sta dunque considerando anche altre alternative a Palazzo Marino, più politiche. È disponibile ad andare a Roma a fare il ministro in quota Pd, nel caso di un prossimo rimpasto di governo. È tentato comunque dal giocare un ruolo politico nazionale, diventando per il Partito democratico – oggi molto “sudista” – il punto di riferimento per un fronte del Nord: non gli dispiacerebbe insomma essere per il Pd di Nicola Zingaretti quello che Luca Zaia è per la Lega di Matteo Salvini”. (…)
In lizza i due Pier con la variabile De Cesaris: “Se corre per il secondo mandato, la coalizione che lo sostiene resterà unita, Pd, civici, renziani di Italia viva, radicali, Più Europa…; se imboccherà altre strade, l’al le an za salta e ognuno farà il proprio gioco. Ada Lucia De Cesaris, già vicesindaco di Giuliano Pisapia con ambizione (frustrata) alla sua successione, è pronta a candidarsi come sindaco. Per piantare la bandiera di Italia viva a Milano, ma soprattutto per non lasciare la strada tutta in discesa ai “due ragazzini” del suo ex partito, il Pd: Pierfrancesco Majorino e Pierfrancesco Maran. Sono “i due Pier” già pronti a sostituire “Beppe”. Le primarie potranno essere arricchite da altri partecipanti possibili, come (sull’ala sinistra) Paolo Limonta, maestro e assessore alla scuola, e (sull’ala destra) Anna Scavuzzo, vicesindaco di Sala e assessore alla sicurezza.
Fonte: Milano, Sala è “stanchino”. Nel Pd la guerra dei 2 Pier (Il Fatto Quotidiano)
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