Tante sono le ipotizzabili origini del suo nome: ad forum per un possibile mercato, ad fontem, per una probabile ricca fonte d’acqua, per una espressione medioevale, Sancta Iustina a foris indicante la Chiesa di Santa Giustina.
Parliamo di Affori, quartiere un tempo molto periferico, poiché situato oltre la cerchia dei comuni dei Corpi Santi, antico abitato già citato in testi ufficiali nel 1346, situato su importanti strade di collegamento tra Milano e Como. Borgo prevalentemente agricolo, con numerose cascine che sfruttavano tutto l’anno l’acqua delle risorgive per l’irrigazione, consentendo una coltura a marcite. Diffusa era anche la coltivazione del gelso, incoraggiata nel contado milanese dagli Sforza e soprattutto da Lodovico il Moro, e il conseguente allevamento di bachi da seta.
Nel 1686 Pier Paolo Corbella divenne prima feudatario di Affori e successivamente marchese dello stesso feudo, acquistato dalla famiglia nobile dei Rossi di Parma. Egli comprò un grande terreno su cui sorgevano i ruderi della villa dell’arcivescovo Giovanni Visconti, costruita nel 1350 e un tempo lussuosa, per far quindi costruire una nuova villa, all’epoca detta Villa Corbetta e oggi nota come Villa Litta, circondata da un ampio parco (più ampio di quello attuale), destinata a diventare un luogo di ritrovo per la nobiltà milanese. La villa era utilizzata anche come residenza estiva: un tempo Affori era una località di villeggiatura per chi voleva allontanarsi da Milano.
Nei secoli Affori si sviluppò e la sua economia cominciò a non dipendere solo dall’agricoltura. Il 9 febbraio 1808 il comune di Affori, con altri trentaquattro, venne aggregato a Milano.
Tuttavia tale unione fu breve: il ritorno della dominazione austro-ungarica, che non gradiva una grande Milano come potenziale concorrente di Vienna, sancì nuovamente la separazione nel 1816.
Successivamente, nel 1869, Affori, Bruzzano, Bresso e Dergano formarono il comune di “Affori e uniti” con 6514 residenti, ma già nel 1884 Bresso tornò ad essere autonoma. Il 14 agosto 1912 la denominazione del comune tornò più semplicemente Affori.
10 motivi per amare AFFORI, la periferia nobile di Milano
#1 VILLA LITTA
Un gioiello del ‘600, una incantevole villa incastonata in un parco all’inglese, nascosta da secolari alberi, si offre in tutto il suo splendore all’improvviso.
L’edificio era utilizzato come residenza estiva e come luogo di ritrovo della nobiltà milanese nel tardo Seicento e per tutto il Settecento, con feste, sfarzo ed eventi mondani tipici dell’epoca.
Nell’Ottocento divenne uno dei più importanti salotti intellettuali di Milano, abitualmente frequentata dal Manzoni e dal pittore Francesco Hayez.
All’inizio del Novecento (1905) la villa passò all’amministrazione provinciale prima di divenire proprietà del Comune di Milano nel 1927. Circondata da un parco all’inglese, la dimora è oggi costituita da un edificio principale a tre piani, dal quale si allungano brevi corpi laterali, a delimitare una piccola corte delle carrozze: su questa si apre un portico, riproposto sul lato opposto, verso il parco. Le facciate presentano contenuti elementi decorativi a fasce e cornici, con alcuni balconi dalle elaborate ringhiere in ferro. Anche gli ambienti interni sono caratterizzati da particolare ricchezza decorativa. Degno di nota è il salone principale o “Salone delle Arti”, teatro di periodiche manifestazioni culturali.
#2 IL PLATANO DI NAPOLEONE
Ad Affori c’è uno stupendo esemplare oramai più che centenario (187 anni circa) di Platanus Acerifoli, situato all’incrocio tra via Astesani e via Affori. L’albero pare risalga all’epoca della conquista napoleonica, quando diversi platani furono posti a dimora anche nei giardini di residenze storiche. Alcuni di questi si possono ancora ammirare nei giardini della Guastalla, nel parco di Villa Litta ed nel Parco Sempione.
Si racconta che il Platano di Affori sia stato piantato in onore di una nobildonna milanese per cui Napoleone aveva perso la testa.
#3 TORRE MEDIOEVALE
In Via Gaetano Osculati, troviamo la torre medievale Divia Osculati (secolo XIV), utilizzata come torre di guardia ma che in origine faceva parte del complesso dell’antica Chiesa di Santa Giustina, ancora visibile con la facciata su Via Enrico Cialdini. Questa parte era il nucleo principale del borgo che si sviluppava lungo un antichissima strada che proveniva da Dergano.
#4 CASA ECONOMICA
In Via Pellegrino Rossi 52 si trova Casa Gigiotti Casa Economica dell’architetto Zanotti edificata nel 1926 un tempo rossa ora tendente al rosa.
#5 CHIESA DI SANTA GIUSTINA
Graziosa chiesa che possiede un bellissimo dipinto del 1500 realizzato da un allievo di Leonardo da Vinci e che è una piccola copia della più famosa Vergine delle Rocce. Al centro dell’antico borgo circondata da case d’epoca.
#6 PARCO NORD
Enorme polmone verde, il più grande parco di Milano, rigoglioso e ben curato, fruibile per svolgere varie attività.
#7 VILLETTE ANNI 30
Diverse sono le ville in stile anni 30. Graziose costruzioni che ospitano oggi diversi bar e ristoranti.
#8 SEDE LEGA NORD
Sede del movimento, luogo simbolo di un movimento di notevole rilevanza nella storia recente del paese, in via Bellerio.
#9 BANDA D’AFFORI
Forse ciò che più di tutto ha reso noto il quartiere, il Corpo Musicale Gaetano Donizetti, meglio noto come “La Banda d’Affori“, fondato nel 1853 e ricordato per la canzone dialettale milanese “Il tamburo della banda d’Affori” del 1942, con parole di Nino Rastelli e Mario Panzeri e musica di Nino Ravasini, di cui rimase celebre il ritornello:
«L’è lù l’è lù, sì sì l’è propi lù: / l’è il tamburo principal della banda d’Affori, / Che comanda cinquecentocinquanta pifferi» |
Molti hanno visto nel ritornello un’allusione al fascismo (cinquecentocinquanta era approssimativamente il numero di componenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni), per cui il motivetto ebbe larga diffusione in ambienti antifascisti.
#10 STAZIONE
Importante snodo ferroviario dove si incrociano le ferrovie nord e la linea gialla del metro.
ANDREA URBANO
Articolo originale del 14 giugno 2019
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