Milano è un luogo incredibilmente amichevole, ospitale e tollerante. Accoglie tutti, indistintamente. Basta essere residenti da una settimana, amare la città e si è milanesi da subito. Ma se l’ambiente urbano consegna questo titolo con grande facilità, a livello individuale ci sono alcuni posti che il nuovo milanese (o il milanese autoctono pigro) dovrebbe aver visitato, per potersi considerare un cittadino a tutti gli effetti.
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I 10 posti dove ogni milanese deve essere stato. Almeno una volta
#1 Sul tetto del Duomo
Le Terrazze sono il posto in cui si percepisce la città nel suo stadio più puro di bellezza gotica. 135 guglie, gli ornati, la statuaria, la Madonnina e tutte quelle preziosità architettoniche da ammirare da vicino, certamente. Ma più di tutto ancora l’esperienza incredibile di vedere il sole calare dal punto centrale della città, la vista a spaziare in tutte le direzioni. Attenzione, però: se siete studenti universitari, posticipate la visita a dopo la laurea!
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#2 “Qualcuno di voi mi tradirà”
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci fu dipinta nel 1497 sulla parete del refettorio di Santa Maria delle Grazie. Dopo svariati restauri conservativi dovuti alla tecnica sperimentale (fallimentare) che il genio fiorentino scelse al posto dell’affresco per questo suo capolavoro, l’opera è visitabile con prenotazione online. Per il valore artistico incommensurabile del dipinto, passare quei 15 minuti seduti sulla panchina in fondo alla sala è un rito di passaggio per immergersi nell’aspetto più geniale della milanesità.
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#3 Spesa all’Esselunga
Non si può essere di Milano se non si frequentano i punti vendita di una delle sue icone. L’Esselunga esordì nel 1957 con le famose insegne Supermarket dall’esse lunga, da cui deriverà il suo nome di fatto democraticamente scelto dai clienti. Fare la spesa qui è uno stato d’animo. Di tutti i supermercati presenti a Milano, ce ne sono alcuni che risultano essere più cool, per storia, frequentazione o posizione: Papiniano, Washington e Gae Aulenti.
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#4 L’ascensore della Torre Branca
Negli anni ‘30 del secolo scorso, la città che sale (mai come oggi) costruì questo totem metallico nella radura del Parco Sempione, oggi divenuto il luogo prediletto dei milanesi per fare attività all’aperto. La ditta Fratelli Branca curò il restauro del monumento negli anni ’70 assicurandosene il nome, in omaggio dalla città. Salire sulla torre tramite il breve e claustrofobico percorso dell’ascensore, è una tappa immancabile per tutti i milanesi, in particolare gli innamorati.
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#5 Un derby (o una serata di Champions) a San Siro
A che punto si è arrivati con la polemica sullo stadio? San Siro sì, San Siro no, come in ogni questione l’opinione pubblica si divide. Nel catino del Mondiale di Italia ’90 (per il quale fu aggiunto il famigerato ‘terzo anello’ da cui i giocatori sembrano le pedine del Subbuteo) adesso ci fanno anche i concerti degli artisti trap. Ma è solo durante uno dei derby (di campionato, di Coppa Italia o negli anni migliori in Champions League) che lo stadio trasmette la milanesità con le sue righe rosso-nero-azzurre. O, in alternativa, una serata di Champions. Soprattutto di questi tempi.
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#6 Shopping o aperitivo alla Rinascente
La catena prototipo dei vecchi ma fascinosi ‘grandi magazzini’, oggi controllata da un gruppo thailandese, ha nella sede milanese la sua punta di diamante tra le 8 presenti in tutta Italia. Recentemente rinnovata nel concept, offre ogni possibile occasione di shopping, dalle grandi case di moda al food. Il periodo migliore dell’anno per visitarla è sotto le vacanze di Natale, per via dell’atmosfera magica che vi si respira. Tassativo rendere omaggio qui, sulla terrazza di fronte alle guglie del Domm, a un’altra religione milanese: l’aperitivo.
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#7 Una serata alla Scala
Varcare gli stipiti d’epoca dell’ingresso è già una grande emozione. Ma nulla ci può ancora preparare al mistero dei corridoi dalle tante porticine, alla visuale privilegiata dall’intimità di un palco, al colpo d’occhio del volo d’uccello dall’alto del loggione. Venire qua è una tappa fondamentale, in una delle tante occasioni che il Teatro offre, dall’opera al balletto, dai concerti al coro delle voci bianche, dagli spettacoli per le scuole alle serate di gala. Simbolo di milanesità dal 1778.
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#8 Arrivare alla Centrale con un treno da Roma
Così iconica da divenire anche lo scenario di thriller contemporanei, la Centrale è uno dei migliori lasciti dell’era fascista, dal gusto monumentale quasi tedesco. Oggi è piacevole attraversarla quando si torna da un viaggio in treno, perché per ogni milanese la galleria dei binari dalle alte volte è sinonimo di casa. Specie se si sta tornando da Roma e ci si è riempiti gli occhi per giorni (o ore) di quella italianità esasperata, così lontana dal sobrio internazionalismo di Milano.
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#9 Street food a Chinatown
Milano è famosa per essere l’unica città al mondo in cui la Chinatown viene anche indicata con il nome originario del quartiere, che deriva dalla via che l’attraversa: Paolo Sarpi. Semi-pedonalizzata, con alberature e vari punti di attrazione, dalle botteghe storiche dove si possono trovare i formaggi inglesi alle enoteche con dehors che servono vino sloveno, è divenuta negli ultimi anni un must dello street food per ogni milanese à la page, che si fa paziente la coda per gustarsi una razione di ravioli di carne o di verdura da asporto.
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#10 Fuorisalone e Fondazione Prada
Ancor più che dalla settimana della moda, il milanese curioso si fa ipnotizzare dalla settimana del design e dalla sua fiera spontanea del Fuori Salone, iniziata negli anni ’80. L’atmosfera che si percepisce in zona Tortona o nel comparto di Ventura a Lambrate in quei giorni è qualcosa che va visto per essere veramente compreso, intrufolandosi nei cortili aperti per assistere a una delle tantissime performance artistiche collegate. Parlando di design, però, non si possono ignorare i richiami all’arte contemporanea offerti dallo splendido complesso della Fondazione Prada con la sua torre, le sue installazioni e il suo progetto di recupero architettonico. Sì, sì, anche qui (nel mitico Bar Luce progettato dal regista americano Wes Anderson) fanno l’aperitivo…
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LORENZO ZUCCHI
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Buonasera, rispetto ma non condivido alcune indicazioni…forse è vero per i “nuovi milanesi”…ma molto nuovi e forse poco milanesi.
A Voi e al sobrio internazionalismo della vostra città allo sbando (dove vivo)
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