Qual è la cosa più importante che una città può offrire ai suoi cittadini? La sicurezza? Macché! La bellezza della sua storia e della sua nuova architettura? Direi proprio di no. Forse la libertà di sentirti parte di qualcosa di importante, un marchingegno ben oleato dove ogni cittadino è spinto a esprimere la sua personalità per arricchire il mosaico di vite che si affacciano sulle vie cittadine.
No, la cosa più importante che una città può offrire è il parcheggio!
A Milano ci sono addirittura 12 modi di parcheggiare.
Il pilota
Arriva, parcheggia con una mano sul volante e con una manovra sola. Tacitamente ammirato da tutti.
L’ingombrante
Accosta dieci metri più avanti e in mezzo alla strada. Nessuno capisce che vuole parcheggiare. Ma rimane fermo. Dopo dieci minuti che è fermo, scende per fare segno che il posto è suo. A quel punto tutti in retro. Inizia a manovrare avanti e indietro, destra e sinistra e rimane allo stesso punto. Alla fine il primo della fila disperato parcheggia al posto suo.
Il ladro
Mezz’ora di ricerca estenuante, finalmente se ne libera uno proprio mentre passavi tu, nel preciso istante che realizzi di avere svoltato la giornata e che la serata andrà al meglio…. Arriva uno e si infila nel parcheggio al tuo posto. Dicendoti che l’aveva visto prima.
Il quattro frecce
Attiva le quattro frecce bloccando l’area del parcheggio, fa passare tutti e non si muove finché tutta la strada non è vuota. Fenomeno che si verifica tra le 3 e le 4 di mattina.
Il misuratore
Si ferma di fianco per vedere se ci può entrare, fa due manovre incomprensibili e riparte. Ripete all’infinito finché non trova un chilometro di parcheggio a disposizione.
Il timido
Arriva, si ferma, inizia il parcheggio, ma se ci sono troppe macchine dietro di lui, sale l’ansia da prestazione. In questo caso rinuncia o finisce tutto in pochi secondi senza che le altre macchine si accorgano nemmeno che è entrato. Parcheggiatore precoce.
Il riservato
Lei/lui scende a tenere il posto. Tu percorri la via e vedi tutti i posti con una statuina che blocca ogni accesso ripetendo “no, sta arrivando”.
L’egoista
Parcheggia in doppia fila bloccando due macchine e fa segno che torna presto. Riappare dopo due giorni lamentandosi contro quelli che non hanno pazienza e ti consiglia di rilassarti.
Il micrometrico
Con la macchina di quattro metri lui parcheggia in quattro metri e zero cinque. E fa notare a tutta la città la sua prodezza.
L’appoggiatore
Ha la macchine da tre metri e vuole entrare in uno da due. Si appoggia e spinge per guadagnare spazio davanti e di dietro, daje e ridaje si crea uno spazio anche laddove non c’era.
La donna
Arriva truccandosi guardandosi allo specchietto, cerca un posto ampio, meglio se in una strada deserta, se la prende comoda, entra col muso e va avanti indietro rimanendo nello stesso posto. Poi se ne va o la lascia così.
Il previdente
Non parcheggia vicino ai ponteggi, perché può cadere qualcosa. Non parcheggia vicino agli stadi, perché i tifosi potrebbero prendere male la sconfitta della loro squadra. Non parcheggia vicino ai locali perché gli appoggiano il bicchiere sul tetto. Non parcheggia nelle strade sterrate perché schizza la graniglia. Non parcheggia sotto gli alberi perché cagano gli uccelli. Non parcheggia in zone malfamate o vicino ai parchi. E’ sospettoso se non ci sono macchine vicino. Non parcheggia vicino ai campi da calcio per paura delle pallonate. Non parcheggia sotto il livello stradale perché potrebbe arrivare un’alluvione. Non parcheggia in curva per il rischio di sbandate. Alla fine parcheggia, chiude gli specchietti, controlla ogni cartello nello spazio di un chilometro. Dopo dieci minuti, in preda ai dubbi, torna e riparte ritornandosene a casa.