Esiste una tendenza tipica dei paesi di provincia che consiste nel parlare male delle città più grandi. C’è smog, il traffico, i rumori, etc. etc. etc. Tendenze decisamente provinciali, appunto, nel senso meno lodevole del termine. Se non fosse che vivere in città e soprattutto in città ben organizzate come Milano presenta innumerevoli vantaggi.
QUELLO che CONVINCE chi è in PROVINCIA a VENIRE a VIVERE a MILANO
#1 Tutto a portata di mano
Niente obbligo di prendere l’auto anche per prendere un caffé. Esercizi commerciali, trasporti, attività varie: a Milano l’offerta di servizi aumenta esponenzialmente trasferendosi qui. Difficile imbattersi in supermercati chiusi, ristoranti che premono per abbassare le serrande o attenzioni al cliente scadenti e (appunto) provinciali.
#2 L’area B e i mezzi in sharing
Conviene economicamente vivere fuori se lavori o studi a Milano? La risposta: dipende. Anche perché sono arrivate le nuove regole dell’Area B a rimescolare le carte. Meglio pagare di più un affitto o rischiare multe più salate? Uno dei vantaggi a trasferirsi a Milano è che si è già all’interno della famigerata Area B, le cui telecamere rappresentano delle vere e proprie mura del terzo millennio. L’unico limite diventa l’area C.
Ma non solo Area B. La mobilità è uno dei grandi vantaggi di chi vive a Milano rispetto a chi viene da fuori: bici, metro e mezzi in sharing consentono di muoversi agilmente ovunque senza dover ricorrere alla propria auto.
#3 Gli eventi
E questo è valido a tutte le latitudini, in tutte le città d’Italia e d’Europa e probabilmente anche del mondo. La settimana della moda di Milano, due volte all’anno in occasione dei lanci delle collezioni primavera/estate e autunno/inverno, attira indubbiamente personaggi bizzarri e tendenze stravaganti che forse non si vedono neppure sulla Luna, ma è certamente uno spettacolo di elegantissimo folklore meneghino che non si trova da nessun’altra parte nel mondo. Men che meno in provincia. Senza contare tutti gli altri eventi di rilevanza internazionale: BookCity, PianoCity, Fuorisalone e chi più ne ha più ne metta.
#4 Acquisire stile
Avete presente quando si sente un gruppo di ragazze parlare di una persona che sarebbe “un ragazzo in gamba ed è anche un tipo interessante, ma ha un solo difetto: si veste da provincialotto!” Non serve scomodare nuovamente la settimana della moda per vestirsi meglio. Fatevi una passeggiata nel centro di Milano e ne riparliamo.
#5 I “Quartieri borgo”
Vivere come in un paese di provincia ma con tutte le comodità della metropoli europea. Rimembranze, Casoretto, i nuovi Navigli e Brera, Forlanini e Giambellino, etc. etc. etc. Più passa il tempo, più l’identità di questi quartieri, che in provincia e in altre città è spesso ormai lasciata decadere e quasi standardizzata, viene rimpolpata a suon di modi di dire, locali caratteristici e usanze tipiche proprie del quartiere che rappresentano dei veri e propri borghi in cui ritrovare le caratteristiche dei piccoli paesi ma con la comodità di far parte della metropoli. Fra tutti, certamente il più rappresentativo resta Lambrate. E non solo per il Lambro, la Lambretta e il Birrificio di via Adelchi (primo in Italia per produzione artigianale di birra).
#6 Sempre qualcosa da fare
A Milano la noia non è di casa. Anche le persone più pigre e scontate, che non fa rima necessariamente con provinciali ma che spesso è distintivo di persone svogliate, trovano stimoli a 360 gradi nel capoluogo lombardo. La mia citazione preferita di Milano è che qui c’è tutto tranne il mare, e quando dico tutto intendo davvero TUTTO.
#7 Un locale diverso per un anno intero
Naturalmente la prima vera fuga dalla noia è rappresentata dalla nightlife, o movida come antipaticamente la chiama ancora qualcuno. Per noi è semplicemente vita notturna, che a Milano grazie al folto e stakanovista popolo della notte viene alimentata costantemente con centinaia di forme di intrattenimento. A Milano ogni sera si può andare in un locale diverso, per anni. Altro che i soliti posti obbligati dei piccoli paesi.
Continua la lettura con: 5 cose che i milanesi NON SOPPORTANO di Milano
CARLO CHIODO
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