E’ davvero difficile trovare lati positivi al periodo che stiamo trascorrendo, ma guardare il bicchiere mezzo pieno aiuta a superare meglio lo shock del lockdown. Una passeggiata in Piazza Duomo deserta, un posto in prima fila sulla terrazza Aperol, nessuna coda chiassosa o prenotazioni online che vanno al mese successivo per eventi e spazi espositivi… Ecco 7 posti che rappresentano delle istituzioni per Milano e che normalmente sono presi da assalto dai turisti. I musei non sono ancora aperti, ma presto lo saranno, e i turisti potranno rientrare in Italia (forse) solo dal 15 giugno.
Questo è il momento giusto per farci una capatina.
7 LUOGHI SOLD OUT di Milano da vedere prima del ritorno dei turisti
#1 La torre d’oro della Fondazione Prada
E’ la torre degli incredibili contrasti di Milano e del genio del suo creatore: tra le architetture industriali della vecchia fabbrica ricostruita, lei svetta completamente ricoperta di foglia d’oro. L’olandese Rem Koolhaas, il grande maestro di architettura minimale, al tempo della sua creazione, dichiarò: “La torre d’oro vuole essere solo un segnale, un modo per far capire la ricchezza di questa parte poco conosciuta della città, un ulteriore invito al confronto. Perché, ne sono convinto, l’arte, l’architettura e la cultura in generale possono solo trarre beneficio dal confronto. La filosofia alla base di questa Fondazione è che non ci devono essere più opposti, che è giusto scegliere la via di convivenza pacifica tra gli estremi. Per farlo capire ho pensato che l’oro, il simbolo più evidente della ricchezza, potesse essere lo strumento più efficace: é bastato solo utilizzarlo per dare valore a quello che c’era prima, per trasformare quello che era povero in ricco”.
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#2 I panzerotti da Luini
Quando si va in centro la tappa da Luini è un must irrinunciabile, la mecca dei panzerotti, che ha il suo forno proprio dietro la Rinascente. La grande intuizione di portare la Puglia a Milano la si deve alla signora Giuseppina Luini che nel 1949 rileva a Milano il Forno di Via Santa Radegonda 16 e ci crea il suo impero. Universitari, pause pranzo di colletti bianchi, turisti, pellegrini del gusto: questo è un punto fermo che non si tocca.
#3 Le terrazze del Duomo
Il Duomo è uno dei luoghi sacri più visitati d’Italia, uno dei più begli esempi di architettura tardo gotica, in marmo di Candoglia. Ma se è difficile varcare la soglia e ammirarlo al suo interno, ancora più ostico è raggiungere le sue splendide terrazze a settanta metri d’altezza e ammirare, occhi negli occhi, la Madunina, le guglie, i pinnacoli, le statue, oltre che le piazze circostanti e l’intera città.
A piedi per 251 gradini o in ascensore, questo è il periodo giusto per approfittarne. Clima perfetto e atmosfera raccolta, ad un passo dalle nuvole.
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#4 L’ultima cena
Milanesi o non, per visitare il Cenacolo Vinciano ci vuole una grande pazienza. E una prenotazione con qualche mese di anticipo. Questa quindi potrebbe essere l’occasione per godersi una visita in santa pace. La ragione delle lunghe attese è dovuta certamente all’interesse culturale che un capolavoro di tale portata suscita, ma anche perché la sua tutela richiede condizioni ambientali ottimali che prevedono i turni di visita di 15 minuti per un numero massimo di 35 persone per volta.
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#5 Le vie in di Louis, Miuccia e Re Giorgio
Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia, anche detto il “Quadrilatero della moda”, cioè il quartiere dove il lusso e il bello si offrono agli occhi degli amanti dello shopping di tutto il mondo. C’è chi viene per gli showroom, chi per acquistare nelle boutique e chi, semplicemente, per ammirare le vetrine, vere e proprie quinte di teatro. Qui i migliori stilisti italiani e internazionali offrono le loro straordinarie creazioni all’interno di atelier da sogno. Non per niente, Via Napoleone è la sesta strada più costosa al mondo per quanto riguarda gli affitti…
La situazione al momento potrebbe essere divertente: niente modelli e nessun giapponese con decine di shopper per mano, a farci sentire inadeguati, ma tutte le meravigliose vetrine (per i più sfacciati, anche gli scaffali) a disposizione.
#6 Le mostre a Palazzo Reale
“Guggenheim. La collezione Thannhauser“ è stato uno dei tanti esempi di code chilometriche sotto qualsiasi cielo, per visitare gli spazi espositivi di Palazzo Reale. Ma ricordiamo quelle del 2014 per “Klimt alle origini del mito”, o le 8 ore di coda per la mostra su Chagall nel 2015. Prenotazioni online fanno sì che si riesca a saltare la coda, ma impongono orari e tolgono l’effetto improvvisazione culturale alla passeggiata in centro.
#7 La stella Michelin e la cucina POP
L’attesa per un tavolo da due è sempre stata lunga, lunghissima da Davide Oldani, nel suo D’O a Cornaredo. Si parlava di mesi, non di giorni. Ora invece, purtroppo, il posto c’è, senza aspettare e senza dover scegliere orari impossibili, quelli che non vuole nessuno. Si può quindi approfittare del periodo, si spera, transitorio del post lockdown e, si spera ancora di più, della fine della fobia collettiva.
BARBARA VOLPINI
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