Terra ricca di storia, arte e buon cibo, l’Emilia Romagna è una regione tutta da scoprire qualsiasi siano le vostre passioni. Divisa in più territori durante i secoli, dal ducato di Parma e Piacenza a quello estense di Ferrara, Modena e Reggio, fino alle terre papali della dotta Bologna e della Romagna, questa zona di pianure, montagne e mare nasconde alcune piccole perle al suo interno che valgono la pena di esser raccontate.
7 MERAVIGLIE ALTERNATIVE dell’EMILIA ROMAGNA
#1 Bobbio (PC)
Tra i canyon della Val Trebbia, che tanto affascinarono Hemingway, sorge questo magico borgo medioevale, la cui storia è legata alla sua romanica abbazia. Fu infatti l’irlandese San Colombano, il primo uomo a dirsi cittadino d’Europa, a fondare il potente monastero e il suo nucleo abitativo attorno al VII secolo. Sebbene ad oggi l’abbazia di Bobbio sia stata soppressa, restano ben visibili i segni del suo splendore passato nelle architetture porticate del suo Scriptorium, nella sua chiesa e, soprattutto, nella monumentale tomba di San Colombano presente nella cripta, vero gioiello dell’arte gotica. Passeggiare per il borgo medioevale è anche un occasione per attraversare il suo famoso ponte gobbo, detto ponte del diavolo perché legato alla leggenda secondo cui il maligno lo costruì in una notte in cambio dell’anima del primo malcapitato che lo avesse attraversato e che venne beffato da Colombano, che invece vi fece passare un cane.
#2 San Leo (RN)
Situato sulle colline romagnole, San Leo è un caratteristico borgo arroccato sulla roccia. Anticamente chiamata Montefeltro, da cui nacquero i futuri duchi di Urbino, la cittadina è soprattutto famosa per la sua rocca rinascimentale, voluta dal duca Federico da Montefeltro e tristemente famosa per essere stata, durante la dominazione papale, un crudele carcere. Nelle sue celle finì i suoi giorni il conte di Cagliostro, accusato di eresia, nel 1795. Oltre alla sua fortezza, San Leo, vanta un magnifico duomo romanico e una vista spettacolare sulle piane circostanti, teatri nel tempo delle cruenti battaglie che hanno imperversato queste terre.
#3 Reggia di Colorno (PR)
Reggia dei Duchi di Parma e Piacenza, l’attuale palazzo venne edificato nel XVII secolo per volere di Ranuccio II Farnese e di suo figlio Francesco, che incaricarono del progetto l’architetto bolognese Ferdinando Galli da Bibbiena. Lo sfarzo e la grandezza di Colorno si deve, però, al duca Filippo di Borbone, genero di Louis XV, che fece ingrandire ed impreziosire ulteriormente l’edificio secondo i gusti francesi dell’architetto Petitot, in modo che anche la corte parmense potesse avere la sua “piccola Versailles”. Tra queste sale e questi giardini si tennero, tra il 1750 e il 1802, numerosi festeggiamenti che ricalcavano molto bene l’atmosfera rococò della corte ducale. Con la restaurazione, nel 1814, il ducato venne dato a Maria Luisa d’Austria, seconda moglie di Napoleone e figlia dell’imperatore Franz, che amò questa dimora risiedendovi spesso, a tal punto da farne la propria residenza prediletta. Il declino della sfarzosa reggia avvenne con l’unità d’Italia, il nullo interesse da parte di Casa Savoia rese vuote queste stanze, cedute alla provincia di Parma. Oggi, passeggiando per le sue sale interne e i suoi dolci viali, è possibile riassaporare, anche solo in parte, l’aria barocca e rococò che si respirava durante il secolare ducato.
#4 Brescello (RE)
Teatro delle celebri storie di “Don Camillo e Peppone”, raccontate da Guareschi nei suoi film, Brescello è davvero un paese senza tempo, rimasto proprio come in quelle pellicole in bianco e nero che ne raccontano la vita dei suoi abitanti e il loro rapporto con il grande fiume Po. Passeggiando per le sue vie, esattamente come nel set dei celebri film, si arriva in quella piazza Matteotti dove fanno bella mostra la chiesa, al cui interno si trova proprio il celebre crocifisso con cui Don Camillo dialogava, il comune e le due statue di Camillo e Peppone, che si scambiano un saluto come due vecchi amici e rivali. Brescello non è solo cultura cinematografica, è anche buona cucina, basti pensare ai salumi e ai tortelli di zucca preparati in paese, il tutto, rigorosamente, sorseggiando un buon bicchiere di Lambrusco.
#5 Fondazione Magnani – Rocca (PR)
È veramente uno dei luoghi meno conosciuti dalla maggior parte degli italiani, ma che contribuisce a rendere, con i suoi tesori, questa regione e questa nostro Bel Paese la terra culturalmente più ricca del mondo. A pochi chilometri da Parma, nel mezzo delle sue pianure, sorge quella che, a mio parere, è la “villa dei tesori”, un vero e proprio scrigno d’arte. Varcare i cancelli di questa villa e della sua fondazione, creata nel 1977 dal collezionista Luigi Magnani, permette di ammirare alcuni dei capolavori più importanti della storia dell’arte da fare invidia ai più blasonati e decantati musei del mondo.
Qui si possono trovare affreschi del veneziano Tiepolo, opere di Dürer, Van Dyck, Rubens, Goya, Tiziano, De Chirico, Cèzanne, Canova e tanti altri grandi artisti di fama mondiale.
#6 Fontanellato (PR)
Una rocca medioevale con tanto di fossato nel bel mezzo di questo affascinante borgo, la cui bellezza sta anche negli affreschi rinascimentali al suo interno, realizzati dal grande Parmigianino. Fontanellato è un luogo magico, affascinante, e con un labirinto vero e proprio a pochi chilometri di distanza dal suo centro. Il labirinto della Masone, il più grande labirinto di bambù al mondo, è un ottima meta dove svagarsi unendo l’attività all’aria aperta ad una visita culturale alle collezioni di Franco Maria Ricci.
#7 Rocchetta Mattei (BO)
Lungo un piacevole giro per i colli bolognesi, è facile imbattersi in questo affascinante e stravagante edificio voluto dal conte Cesare Mattei nel 1850. Un unione di vari stili architettonici caratterizzano le varie sale del castello, da quello moresco del cortile dei leoni a quello orientale della Loggia Carolina.
Vi sembrerà di essere sul set di un film o all’interno di un racconto incantato, più semplicemente questa è la magia della Rocchetta Mattei, un luogo senza tempo nato dalla stravaganza del suo creatore.
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MATTIA GALBIATI
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