Si avvicina il tanto atteso election day, il giorno delle urne, della maratona di Mentana, il culmine degli ultimi mesi di dibattito pubblico e di climax politico in Italia. E se è vero che ogni volta si dice che “questa campagna elettorale è stata la peggiore di sempre”, è vero anche che siamo in un momento di cambiamenti epocali e di scelte da prendere, quindi in un momento dove servirebbe una grande e saggia guida a trainare il Paese verso un futuro prospero. Milano, in tutto ciò, dove andrà a finire?
Vince la coalizione di Centrodestra
Il Centrodestra crede nella democrazia, nelle persone e nella libertà.
Tutto questo si traduce nell’applicazione della flat tax: l’economia meneghina, sulla falsariga di quella americana sotto la cura Trump, decolla, gli investimenti non hanno più nessun limite e trasformano la città.
Viene realizzato il parco orbitale, la riqualificazione degli scali procede spedita e vengono riaperti i Navigli.
Piazza Affari raggiunge volumi di scambio mai visti, Milano crede ora come non mai nelle magnifiche sorti e progressive.
Trionfa il Movimento 5 Stelle
Acqua, Ambiente, Trasporti, Sviluppo ed Energia sono le costellazioni attorno alle quali ci muoviamo.
Per la gestione dell’acqua, quindi, guardiamo a Bangalore e alla sua pluripremiata falda acquifera per ottimizzare al massimo l’utilizzo della nostra.
Sul tema ambiente abbiamo un maestro in casa: Stefano Boeri. Gli verrà chiesto di non fare forest cities solo in Cina, ma anche qui a Milano, magari al Gratosoglio.
Trasporti: portiamo qui i capi del sistema di metropolitane di Seoul, per farci avere le migliori ferrovie urbane al mondo.
Per lo sviluppo, modello Dubai: infrastrutture à gogo e prima o poi qualcosa di buono arriverà. Per l’ultimo punto, si dà pieno credito agli scienziati del CERN per puntare tutto sulla realizzazione di un collisore di muoni, che ci farà finalmente avere il nostro Kundalini, la fonte di energia infinita.
Vincono PD e alleati
Per un’Italia più forte e più giusta.
La proposta di investire un euro in cultura per ogni euro messo per la sicurezza, unita alla paranoia dei tempi odierni, porta ad effetti paradossali: la Sormani supera il Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele nelle classifiche dei luoghi più fotografati di Milano, e posti come il Frida o Ceresio 7 tra quelli più frequentati, mentre nelle strade marciano plotoni di militari.
La criminalità viene azzerata, Milano assurge alle cime dei ranking mondiali delle città con più biblioteche e con le migliori università.
Secondo Patto del Nazareno
Come molti prevedevano, il 5 Marzo Renzi e Berlusconi siglano la Sacra Alleanza che consegna Milano sotto la più monarchica delle coalizioni.
Sul solco di quanto accadde 4 anni fa, il fulcro è la radicale trasformazione dello stato italico e l’approdo alla terza repubblica: la strada per Milano Città Stato è spianata.
Si forma la Coalizione Sovranista
Nel nome della Patria, si alleano Salvini, Meloni, Cinque Stelle e CasaPound.
La Coltelleria Lorenzi, la Gelateria Toldo e le altre botteghe storiche meneghine diventano il fiore all’occhiello della città e della sua immagine all’estero.
Con l’energia di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, Milano torna ai fasti del XIII Secolo e diventa un vero snodo fondamentale del commercio globale, il Naviglio il più elegante e stiloso canale del mondo mentre vengono costruiti un Nuovo Duomo che fa impallidire la Piramide della Pace di Sir Norman Foster e un Palazzo della Moda da far invidia alla residenza del sultano del Brunei.
Si forma la Coalizione Esotica
Nel più imprevisto degli scenari, salgono al potere Liberi e Uguali, Potere al Popolo e i Comunisti di Marco Rizzo.
Milano supera Tallinn nella classifica delle smart cities e crea un agglomerato urbano verde, interconnesso ed energeticamente sostenibile.
Il nuovo modello economico basato tutto sul welfare e sul reddito di cittadinanza viene ammirato in tutto il mondo fino a diventare un vero e proprio case study, col nome di Milanomics.
Il vuoto di potere
Probabilmente lo scenario più drammatico, quindi quello più fecondo di opportunità: per Milano soprattutto, che sotto l’egidia di Beppe Sala, della sua classe imprenditoriale e del suo tessuto cittadino può davvero dimostrare all’Italia (leggasi Roma), all’Europa e al Mondo di che pasta è fatta, pronta a far convivere in sé sia la spinta verso le magnifiche sorti e progressive, sia la valorizzazione delle sue botteghe storiche e della sua storia millenaria.
HARI DE MIRANDA