Nel mondo ci sono una moltitudine di posti e paesaggi mozzafiato non ancora contaminati dal turismo di massa e, proprio per questo, meravigliosi. Quasi ci dispiace, oggi, dovervi suggerire queste nuove mete alternative di viaggio rispetto alle solite città d’arte (belle, ma quante volte ci siamo stati?) quelle spiagge, o quelle montagne dove abbiamo passato le nostre vacanze.
Oggi usciamo dai radar e andiamo a scovare dei luoghi, sia in Italia che nel mondo, che meriterebbero molta, ma molta più attenzione di quanta non ne abbiano avuta finora. Anche se purtroppo, come vedrete, non tutte le mete sono attualmente accessibili per svariati motivi, speriamo che lo siano o tornino a esserlo presto. Confidando poi che quest’ultima variante della pandemia vada presto in pensione, e con essa le ultime restrizioni, per poter finalmente tornare a viaggiare dove e quando vogliamo.
Intanto, io ve le racconto. Mettetevi comodi.
7 VIAGGI ALTERNATIVI fuori dai RADAR del turismo di massa
# Mongolia, un eden incontaminato
I mongoli sono un popolo pacato e ospitale, e alcune zone di questo paese sono talmente remote che potreste guidare per un intero giorno senza incontrare segni di presenza umana. Ed è proprio l’unicità di questo eden incontaminato ad affascinare molte persone. Anche i residenti di Ulaanbaatar cominciano a esplorare il resto della nazione e il campeggio si diffonde tra gli abitanti urbani. Le aree protette coprono quasi un quinto della nazione e il governo sta cercando di estenderle ulteriormente. La cultura nomade della Mongolia è rinomata: si può dormire in una gher di pastori (yurta in feltro tradizionale), aiutare a radunare le pecore, montare i cavalli, vivere un vero e proprio ‘ritorno alla natura’, reso ancora più intenso dall’eredità di Gengis Khan e dal risorgente orgoglio nazionale.
# I territori dei Nativi americani: saper andare oltre gli stereotipi
Per conoscere un’America diversa lontana dagli stereotipi bisogna assolutamente visitare i territori indipendenti dei nativi americani. Sul territorio statunitense rimangono oggi circa trecento riserve federali che coprono una superficie di più di cinquantadue milioni d’ettari, con una concentrazione a ovest del fiume Mississippi.
Di queste, solo dodici sono affidate direttamente alle tribù indiane e le più grandi sono rispettivamente quelle dei Navajo e degli Hopi, conosciute soprattutto per gli immensi paesaggi tipici del Far West come i profondi canyon e la Monument Valley. Sono dei luoghi davvero incredibili, dove ciò che resta dei veri abitanti del Nord America vive all’insegna del rispetto e dell’onore, gli stessi valori che i nativi americani mostrano (e pretendono) dai turisti.
# Alaska, una bellezza che fa paura
Il suo mito è stato reso celebre dal capolavoro di Sean Pean (Into The Wild) che narra la vera storia dell’esploratore Christopher McCandless, partito per un viaggio all’avventura rifiutando le comodità e l’ipocrisia delle società moderne e trovando poi la morte nel Magic Bus. Che per la cronaca, è esistito davvero ma è stato rimosso dal governatore dell’Alaska perché molti emuli del celebre esploratore ne erano andati in cerca con inevitabili rischi.
Avventure pericolose a parte, l’Alaska, lo stato più grande (e il meno popolato) degli Stati Uniti è un territorio di una bellezza naturale spaventosa, per i suoi laghi ghiacciati e per le montagne innevate. Se siete amanti delle situazioni estreme, questo è il paese che fa per voi.
# Crimea e la sua città autonoma
Di estrema attualità il conflitto in essere (che speriamo resti un conflitto semifreddo) fra la Russia e la contesa penisola di Crimea in Ucraina. In ogni caso, che ci si possa andare fra un mese o fra dieci anni, se le minacce russe non sconvolgeranno il paese, la cosa migliore è iniziare un viaggio in Crimea dalla sua città più grande: Sebastopoli. Un luogo di gloria militare e, a livello amministrativo (uno dei motivi delle ostilità) una “città autonoma”. Su una barca turistica si può salpare dal Molo del Conte e lungo la baia di Sebastopoli attraversare scorci di terra e di mare stupendi.
Lontano dalla capitale invece, nella tortuosa baia di Balaklàva, si possono contemplare un incredibile paesaggio naturale e il principale porto turistico di Crimea. Qui consigliamo vivamente di noleggiare una barca e fare un giro sulla baia verso il mare aperto, fino alle grotte rocciose. Come per il punto seguente, tutti si augurano che questo paese possa tornare a essere visitato presto. Sperando che non faccia la fine della Siria, dove un patrimonio artistico e culturale millenario è stato in larga parte distrutto per sempre.
# Haiti, le bellezze naturali contro ogni avversità
Un paese martoriato prima dal terremoto del 2010 poi dalle instabilità politico economiche non hanno certo scalfito le bellezze naturali di un paese, quello di Haiti, che coabita con la più pacifica e altrettanto bellissima Repubblica Dominicana sull’Isola di Hispaniola. Quasi tutti i governi e i ministeri degli esteri (Farnesina compresa) sconsigliano viaggi qui nei prossimi anni, ma, a parte le meravigliose spiagge come quella di Labadie, i punto fermi del turismo haitiano sono la città di Cap Haitien che offre al mondo i resti del Palais du Sans-Souci, sontuosa residenza fatta costruire da re Henri Christophe agli inizi dell’Ottocento e la Citadelle Laferrière, incredibile castello costruito sulla cima di una collina per proteggere il re e la sua famiglia.
La fortezza, la più grande di tutto l’emisfero boreale è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO: poteva contenere scorte per il re con il seguito e cinquemila uomini della della sua armata e fu progettata per respingere un eventuale sbarco dell’esercito napoleonico. Ma non sparò mai un colpo.
# Il Molise diviso tra colline e montagne
Rientrando in Italia, e a dispetto dell’ironico hashtag #ilmolisenonesiste, che ha fatto il giro del mondo ed è diventato un marchio registrato, il Molise esiste, eccome. È una regione ricca di storia e bellezze naturali, con tradizioni di origine antichissima. Il suo territorio è equamente diviso tra montagne e colline: attraversato interamente dalla dorsale appenninica, il terreno degrada, con ampie ondulazioni, verso le strette pianure fino ad arrivare al mare.
Dalle vette dei Monti della Meta e dei Monti del Matese, si passa ai Monti Frentani, dalle forme arrotondate, e alle piane di Bojano e di Venafro, dove le montagne e le colline lasciano a poco a poco spazio alla pianura e ai quaranta chilometri di costa sul Mar Adriatico. Tra le tante le città balneari disseminate sulla costa spicca Termoli, da dove ci si imbarca per raggiungere le incontaminate Isole Tremiti. Il Molise è una terra per lunghi tratti ancora incontaminata, dalla cucina spettacolare e abitata da un popolo ospitale verso i turisti, che qui possono trovare tutto quello che cercano.
# Il punto di forza dell’Abruzzo è nella varietà dei suoi paesaggi
Circa sei o sette anni fa fece molto scalpore uno show del comico genovese Maurizio Crozza che, durante un suo spettacolo, mostrò agli spettatori centinaia di foto di paesaggi lacustri e di montagna a dir poco meravigliosi assicurando che si trovassero tutti fra Tibet e in Himalaya. Alla fine, ammise lo scherzetto: erano tutti in Abruzzo. La bellezza nascosta di questa regione, una terra che fa della varietà dei paesaggi il suo punto di forza, è rappresentata già dallo stemma: uno scudo italico suddiviso in tre fasce trasversali, bianco come le montagne innevate, verde come le dolci colline dell’entroterra e blu, come il mare e gli occhi delle ragazze.
Colpito duramente dai terremoti del 2009 e nel 2016, l’Abruzzo sta poco a poco risorgendo, e il suo fascino è ancora immutato per i turisti. Rocca Calascio, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il Lago di Scanno o la Grotta di Stiffe sono solo quattro delle meraviglie naturali e architettoniche che questa regione dal popolo forte e orgoglioso può vantare di fronte al mondo intero. Essendo in Italia, non possiamo non parlare di cibo, e qui, da padrone, la fanno ovviamente gli arrosticini e le pietanze a base di selvaggina. Cosa aspettate a prenotare una vacanza qui?
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CARLO CHIODO
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