Il lago, il sottopasso, il re: la loro ESISTENZA non è certa ma a Milano ancora se ne PARLA

Non si sa SE sono ESISTITI a Milano ma se ne PARLA ANCORA OGGI

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Ricostruzione della fortezza visconteo sforzesca

Non si sa SE sono ESISTITI a Milano ma se ne PARLA ANCORA OGGI. Ecco quali sono.

Il lago, il sottopasso, il re: la loro ESISTENZA non è certa ma a Milano ancora se ne PARLA

# Il Lago Gerundo

Lago Gerundo

Sono molte le prove dell’esistenza del Lago Gerundo, che avrebbe bagnato Milano nell’area del lodigiano. Tra queste i resti di palafitte e dello uno scheletro di una specie di balenottero nelle campagne tra Milano, Pavia e Cremona, 11 piroghe datate tra il 400 ed il 750 dopo Cristo, la toponomastica dei luoghi limitrofi come Gera d’Adda, Gerola, Girola o la cascina Taranta e soprattutto l’esistenza, secondo studi di geologi, di un lago preistorico appena fuori Milano, paludoso, malsano, ricco di ghiaia, il cui sottosuolo emanava metano e idrogeno solforato.

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# Il mostro Tarantasio

Credits 4passi a Lodi e dintorni – Mostro Tarantasio

Secondo la leggenda il Lago Gerundio avrebbe ospitato il drago-dinosauro Tarantasio, che divorava uomini e bambini, dall’alito asfissiante, come le esalazioni di metano del lago, al quale venivano offerti sacrifici umani. 

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# Il Biscione

Credits: milanobiz.it – Il Biscione

Uno dei simboli più conosciuti di Milano, il Biscione, si lega sempre alla leggenda del Lago Gerundio e del drago Tarantasio. Tra i bambini finiti tra le sue fauci ci fu il figlio del fondatore della dinastia dei Visconti che con un colpo di spada lo strappò al mostro uccidendolo. Prosciugato e bonificato il lago per evitare rischi futuri, Visconti lasciò a memoria dell’impresa l’immagine scolpita sulla pietra del drago, appunto il Biscione simbolo della casata e poi della città.

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# La scrofa semilanuta

Credits: @arkeios1983 IG – Scrofa semilanuta

La scrofa semilanuta è un altro dei simboli di Milano. Si tratta di una creatura leggendaria, che si riallaccia alla fondazione del capoluogo lombardo, avvenuta ad opera dei Celti. Secondo una leggenda infatti, il re celtico Belloveso vide nel luogo indicato dall’oracolo una scrofa di cinghiale con il pelo molto lungo sulla parte anteriore del corpo (scrofa semilanuta), lo stesso animale che figurava sul suo scudo. Vi riconobbe il segno di una volontà divina e decise quindi di costruire la sua città in quel luogo e di chiamarla Medhe-lan, “terra in mezzo alla pianura”, in latino, Medio-lanum che può avere anche il significato di “semi-lanuta”.

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# Re Belloveso, il fondatore di Milano

credit: emmedimilano.wordpress.com – Belloveso

Come narrato dallo storico Tito Livio e confermato da alcune ricerche Milano sarebbe stata fondata nel VI secolo a.C. da Belloveso, a capo di una tribù celtica. Ritrovatosi nella Pianura Padana, in mezzo ad un paesaggio inospitale fatto di fango e paludi, secondo la leggenda il re fu guidato dall’oracolo per decidere dove stabilire l’insediamento. La risposta infatti fu che una scrofa ricoperta di pelo avrebbe indicato l’origine e il nome della città, e così nacque Medhe-lan.

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# Diabolik, il supereroe ispirato dai pendolari di piazza Cadorna

credtis: fortementein.cm – Diabolik

Diabolik è diventato uno dei fumetti più di successo dagli anni Sessanta in poi. Le sorelle Giussani, che abitavano vicino alla stazione di Cadorna, dissero di avere avuto l’idea per dare ai pendolari una lettura leggera e veloce per i loro brevi viaggi in treno. L’efferato assassino a cui si sono ispirate pare che fosse realmente esistito. Si sarebbe trattato di un uomo che uccise con 11 coltellate un operaio della Fiat e che riuscì a farla franca. Il primo numero uscì nel 1962 col titolo “Il re del terrore”. 

# Meneghino

meneghini bauscia
Rappresentazione satirica del Meneghino che domina l’aquila austriaca

Meneghino è una maschera che si identifica con la città di Milano, ma il suo nome è da ricercare nel fatto che all’epoca i nobili, al contrario dei signori più facoltosi della città, non avevano la possibilità di mantenere un domestico fisso. Per questo motivo ne assumevano uno pagato per la sola giornata di domenica, denominato Domenichino da cui Meneghino.

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# Sottopasso del castello

Ricostruzione della fortezza visconteo sforzesca

Tra i segreti che nasconde il Castello Sforzesco c’è quello relativo a un passaggio segreto. Si dice che servisse a Ludovico Maria Sforza per recarsi a pregare in Santa Maria delle Grazie senza essere visto. Se ne parla da secoli ma non esiste una prova documentata della sua esistenza, anche se qualche traccia scoperta negli ultimi anni potrebbe riservare delle sorprese in futuro.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.