Soprannominata anche la “Mesopotamia d’Italia” il territorio rodigino è una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo. Posta tra i due fiumi più lunghi d’Italia, non lontana dal Mare, a Rovigo la nebbia è una presenza costante, ma c’è molto altro da vedere.
A due ore da Milano c’è la “MESOPOTAMIA D’ITALIA”, uno dei luoghi più umidi e particolari d’Europa (patrimonio Unesco)
# La “Mesopotamia d’Italia”, una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo
Non per niente viene chiamata la “Mesopotamia d’Italia” per via dei due fiumi più lunghi d’Italia che la delimitano, il Po e l’Adige, uno dei territori più fertili del Paese, Rovigo è immersa in una delle più vaste zone umide europee e del Mediterraneo. L’Adriatico e il Delta del Po distano solo una quarantina di chilometri.
# Rovigo e il suo legame indissolubile con la nebbia
A Milano la nebbia è praticamente scomparsa se non in rari casi, a Rovigo purtroppo, seppure anche lì la frequenza si sia ridotta, è una presenza costante. Giorno e notte, estate e inverno l’umidità si sente nell’aria e nelle ossa, si percepisce addosso come un pioggerellina e se in alcuni casi può rivelarsi suggestiva, il più delle volte è fastidiosa oltre che pericolosa. Essendo infatti il territorio rodigino trafficato prevalentemente di mezzi privati e con un trasporto pubblico deficitario, gli incidenti stradali sono molto frequenti. Non c’è però solo la nebbia, ci sono alcune attrazioni di notevole interesse nel capoluogo polesano.
# Il leone di San Marco e la meraviglia de “La Rotonda” ottagonale
Per via della sua posizione strategica, Rovigo e il suo territorio furono sempre oggetto di contesa, in particolare tra gli Estensi di Ferrara, già presenti nel 1117, e la Repubblica di Venezia che conquistò la città nel 1482, sottolinearono il nuovo corso storico edificando una colonna con il Leone di San Marco nella bella piazza Vittorio Emanuele, la principale del centro storico.
Oltre a quella il Tempio della Beata Vergine del Soccorso, detta La Rotonda, di pianta ottangonale con un porticato, progetto di Francesco Zamberlan, allievo di Palladio. Piazza Vittorio Emanuele è il cuore della città. All’interno la meraviglia delle statue, e dei telari che rappresentano i podestà, la Passione di Gesù, Maria, in aggiunta a richiami al territorio. Uno sfarzo dorato con l’altare dotato di quattro colonne corinzie, il tutto sovrastato da un dipinto che rappresenta un miracolo della Madonna del soccorso.
Da visitare il “Museo dei grandi fiumi” nel Monastero degli Olivetani, un complesso architettonico del XIII secolo, che dall’età del Bronzo al Rinascimento racconta la storia della città.
# Il delta del Po, esteso per 700 kmq, è patrimonio dell’Unesco
Il Delta del Po comprende tutto il sistema di diramazioni fluviali attraverso cui il fiume Po sfocia nel Mare Adriatico, esteso per oltre 700 Km quadrati, una superficie che hanno solamente pochi apparati deltizi in Europa. Fra i principali siti di interesse ambientale in Europa come il Delta del Rodano o del Danubio è riconosciuto come patrimonio dell’Unesco nell’elenco “Riserva della Biosfera” dal 2015, ed è in coabitazione con la vicina provincia di Ferrara. Di straordinario interesse naturalistico, rappresenta il più importante complesso di zone umide in Italia.
L’agricoltura è l’attività principale, favorita dalle bonifiche del secolo scorso, ma anche le zone umide sono ancora oggetto di attività umane quali la pesca tradizionale, la molluschicoltura praticata nelle lagune e la vallicoltura estensiva.
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FABIO MARCOMIN
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