Ci mancava solo il rogo dei rifiuti. Forse anche questo è un segno, una secchiata di acqua fredda che dovrebbe scuoterci. Perchè se è vero che Milano è penalizzata dalla posizione, insaccata tra le Alpi, senza circolazione dei venti, è anche vero che un problema maggiore degli altri dovrebbe portare alla ricerca di soluzioni migliori.
Tokio, Los Angeles o Santiago in Cile, ad esempio, sorgono in un’area ad alto rischio sismico. Invece di piangersi addosso, confidando nella fortuna, hanno costruito le città più sicure contro i terremoti.
Da amante di Milano penso che la cosa più triste delle nostre amministrazioni, attuale e passate, sia questa inerzia nei confronti del problema maggiore della nostra città: la cattiva qualità dell’aria.
Per colpa dell’aria cattiva perdiamo un anno di vita
“Non ci sono rischi per la salute“, ha dichiarato il sindaco Sala per tranquillizzare i cittadini dopo il rogo dei rifiuti che ha appestato l’aria di Milano ancora più del solito. A voler essere precisi, forse sarebbe stato più corretto dichiarare che l’aria di Milano presenta già grossi rischi per la salute.
E’ forse ancora molto sottovalutato l’impatto dell’aria nell’organismo. Più attenti infatti siamo al cibo, eppure a fronte di circa 2 chili di alimenti, ogni giorno ingeriamo nel nostro organismo dai 10.000 ai 15.000 litri di aria al giorno.
In Italia, a causa dell’inquinamento dell’aria in città, nel 2012 si sono
registrati 84.400 decessi premature*. A causa dell’inquinamento dell’aria, ogni milanese perde in media circa un anno di vita*
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La città del futuro è ancora ferma agli anni settanta
In media perdiamo un anno di vita a causa dell’aria di Milano. In Italia, la nostra città è ai vertici in tutte le principali classifica ma miseramente in coda per l’inquinamento atmosferico.
Si dice che milanesità sia quella mentalità che porta ad affrontare i problemi per risolverli, allora ci si chiede, dove è finita la nostra milanesità per l’inquinamento dell’aria?
Siamo nel 2018, nel mondo si stanno diffondendo tecnologie d’avanguardia in ogni settore, eppure è come se sul tema dell’aria fossimo rimasti fermi ai primi anni settanta, quando in caso di picco degli inquinanti si interveniva sulla riduzione del traffico e sugli incentivi all’uso delle biciclette.
Se altre città sono riuscite a risolvere il problema dei terremoti, possibile che noi siamo ancora ad affrontare lo smog con interventi sul traffico e con le piste ciclabili?
Da innamorati di Milano ci vergogniamo di questa inerzia, anche perchè il resto del mondo, su questo, si sta muovendo. Con coraggio e sfruttando la sperimentazione scientifica.
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Cosa stanno facendo gli altri
Londra
La città che Milano vorrebbe sostituire con la Brexit aveva grossi problemi di inquinamento dell’aria. Le sue nebbie di smog erano leggendarie almeno quanto le ambientazioni di Sherlock Holmes. Negli ultimi decenni tutto è cambiato e oggi a Londra si respira un’aria che meraviglia chi la visita. Tutto è nato dalla riforma che ha trasformato Londra in città stato, con maggiori poteri all’amministrazione e l’attribuzione di una responsabilità prioritaria ed esplicita per il sindaco di migliorare ambiente e qualità del’aria.
Da allora a interventi sul traffico si sono aggiunte sperimentazione di tecnologie mangia smog, inizialmente usate nelle aree da proteggere, come quelle attorno ad asili e scuole.
Olanda
Altra nazione che ha problemi di inquinamento per ragioni geografiche. Così come le montagne sono favorite per la circolazione dell’aria, così le terre basse o sprofondate al di sotto del livello del mare sono penalizzate dal ristagno dell’aria. Un problema simile al nostro ma che gli olandesi hanno deciso di affrontare di petto. Sono così diventati un’avanguardia mondiale nello sviluppo di soluzioni antismog, tra cui centraline di rilevazione casa per casa con premio per chi riesce a migliorare l’aria, piste solari per la produzione di energia naturale, impiego di cemento mangia smog e utilizzo di torri che filtrano l’aria.
Il resto del mondo.
Anche la Spagna sta impiegando cementi mangia smog. L’India sta sperimentando torri che filtrano l’aria, mezzi che puliscono l’aria e ventole per produrre effetti simili al vento. Anche Città del Messico sta impiegando materiali anti inquinamento, negli spazi chiusi, e San Pietroburgo sta adottando sistemi di misurazione direttamente sulle imprese con un sistema di penalità o di incentivi a seconda che riscontrino aumenti o diminuzioni nella produzione di inquinanti.
Forse chi si sta muovendo di più, in modo innovativo, è la Cina che sta realizzando interi quartieri a inquinamento zero, unendo tecnologie mangia smog a sistemi di ventilazione innovativi, oltre all’impiego di alberi per ricoprire interi palazzi. Idea questa che vi ricorda qualcosa? Già, perchè la città del bosco verticale è straordinaria a dare idee al mondo, ma pessima ad applicarle su vasta scala nel proprio territorio.
Per concludere: Bologna.
Anche più vicino a Milano qualcosa si muove. L’altra grande città della pianura, anch’essa penalizzata dallo smog, strozzata dalle colline, sta per avviare una fase di sperimentazione sulla scia delle migliori esperienze internazionali. Nei prossimi mesi, infatti, partirà un progetto che, in caso di esiti positivi, potrà portare la città bolognese tra le migliori città al mondo nella capacità di ridurre l’inquinamento. Sperando che prima o poi anche Milano faccia parte di questo gruppo. O almeno che provi a fare qualcosa di più che puntare su meno traffico e più biciclette.
ANDREA ZOPPOLATO
(*) Ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente
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