Le città del mondo e i loro cittadini tendono ad identificarsi in un personaggio, in un simbolo (storico o mitologico) che meglio ne rappresenti la loro identità.
Alcune tra esse possono vantare numerose personalità illustri o figure tratte da vaste mitologie, altre possono vantarne meno, ma tutte celebrano qualcuno o qualcosa che sia stato per le sue gesta, le sue imprese, vere o romanzate, per i suoi scritti, per il suo significato, un simbolo che abbia lasciato un segno indelebile nella storia di cui essere orgogliosi.
Gli eroi delle città: Alessandro Magno, Leonida, Gengis Khan
Si erige un monumento rendendo il personaggio iconico, facendolo diventare parte del paesaggio urbano in maniera radicata e profonda tanto da legare a lui la propria immagine in maniera indissolubile.
Queste opere vengono posizionati in luoghi simbolici e i cittadini, solitamente, condividono questa scelta.
Potremmo elencare innumerevoli esempi nel mondo: dalla statua di Alessandro Magno a Salonicco a quella di Leonida a Sparta , da Gengis Khan in Mongolia alla statua di Churchill a Londra.
Monumenti che alla sola vista suscitano immensa emozione ed evocano grandi imprese, tradizioni storiche, gloria, coraggio o alti ideali. In breve qualcosa in cui i cittadini si identificano e di cui sono fieri.
Un intruso nel cuore di Milano
Milano invece, città plurimillenaria, a causa di un destino grottesco, nel cuore del suo centro si ritrova un cavallo sormontato da un re torinese.
Re di un territorio marginale, cuscinetto tra la Francia e l’Austria, che solo per la compassione e la pena provata dal Maresciallo Radetsky per quel giovane incapace regnante, non fu rasa al suolo dall’esercito austriaco
Vittorio Emanuele II era il rappresentante di una casata poco considerata a livello europeo, il cui stesso soprannome “Galantuomo” evoca la mancanza di virtù particolari: un personaggio che si nota a fatica nel nostro ricchissimo patrimonio storico o culturale, una figura goffa dai tratti grossolani e dai modi rozzi che, con aria tronfia e retorica, sguaina impunemente la spada di fronte al Duomo, deturpando la vista della piazza e mettendo in bella mostra il culo dell’inconsapevole cavallo.
Non si tratta solo di una figura storicamente mediocre, ma di un re che si macchiò di crimini atroci, come il massacro di Genova e quello di Messina, da lui ordinati e fatti eseguire con compiacimento.
Un cattivo esempio anche nella sfera privata: un re vizioso, dedito più al gioco d’azzardo, alla caccia sia della fauna che delle contadine, che alla diplomazia internazionale. Secondo diverse cronache era anche poco incline alla cura personale.
Un intruso indegno nel cuore di Milano
Una figura talmente scialba che una buona parte dei milanesi tuttora confonde la statua con Garibaldi, non parliamo poi dei turisti che notano il monumento più per i piccioni e i loro escrementi che per il suo valore storico ed estetico.
Per fare spazio a questo obbrobrio fu necessaria la distruzione del centro storico tardo quattrocentesco della città. Davvero i milanesi possono ci si possono riconoscere? Milano, onestamente, meriterebbe ben altro.
Giustissimo e necessario ricordare le centinaia di migliaia di soldati morti, le sofferenze i sacrifici dei milanesi e degli altri italiani, sacrificatisi per un puro ideale di patria, ma questa statua grondante retorica dove la scena viene occupata solo dalla figura del Savoia non ci piace.
Quanto imbarazzo ci pervade trovandoci al cospetto della monumentale statua di Alessandro Magno a Salonicco, pensando al re montanaro.
Progresso significa anche correggere falsi simboli di una storia da cui prendere le distanze per poter crescere. Hanno rimosso le statue di Lenin e Stalin, hanno rimosso le statue del criminale re Leopoldo del Belgio, è ora di avere anche noi il coraggio di rimuovere Vittorio Emanuele re Savoiardo dalla piazza simbolo di Milano.
ANDREA URBANO
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ahahhahah ancora la petizione non c’é: )
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