AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Una delle personalità femminili più desiderate dall'immaginario collettivo maschile capace di passare dalla commedia al genere drammatico, facendo tappa nell'horror, con una disinvoltura soprendente

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Agostina Belli

Tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta è stata una delle personalità femminili più desiderate dall’immaginario collettivo maschile. Agostina Belli dimostra di non essere solo una bella ragazza del cinema, ma l’umiltà e l’abnegazione sul lavoro le permettono di crescere, diventando una vera attrice, passando dalla commedia al genere drammatico, facendo tappa nell’horror, con una disinvoltura sorprendente.

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

# L’amicizia con Mariangela Melato 

Mariangela Melato

Il suo vero nome è Agostina Maria Magnoni: nasce a Milano il 13 aprile 1947, al quartiere Gambellino. Da adolescente entra alla Rinascente, lavorando nell’ufficio contabilità. Qui conosce Mariangela Melato, che fa la vetrinista. A distanza di anni si ritroveranno sul set di “Mimì metallurgico ferito nell’onore”. Le due attrici milanesi inizieranno una lunga amicizia che, più o meno direttamente, diventerà galeotta nella relazione sentimentale tra la Melato e Renzo Arbore.

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# La prematura scomparsa della madre, accoltellata da uno sconosciuto

Ma torniamo alla Belli: la sua vita non è stata facile, a 23 anni perde la madre, Margherita Dossena, accoltellata da uno sconosciuto in via Copernico, dove gestiva un albergo. Il delitto (avvenuto nel 1970) rimane tutt’ora irrisolto, ma Agostina, un paio di anni fa, leggendo il Corriere della Sera, vede la foto della madre accostata a quella di altre sei donne ammazzate dal cosiddetto “killer di Milano”, tra il 1960 e i settanta, come se i delitti avvenuto in quel periodo, in cui le vittime erano donne accoltellate, avessero la stessa mano. Questo dolore la sta accompagnando da 54 anni e, nei ruoli in cui interpreta personalità fragili, sembra quasi emergere questa cicatrice.

# Gira 48 film, dalla commedia al thriller noir

Wikipedia – Carlo Lizzani – Banditi a Milano

Il primo a credere il lei fu Carlo Lizzani: è il 1967 e il regista romano gira le scene del film Banditi a Milano”, che narra la storia criminale della Banda Cavallero. Agostina Belli interpreta il ruolo di una ragazza presa in ostaggio dai banditi durante la rapina (davvero avvenuta) alla banca San Paolo di Ciriè. Viene caricata in auto durante la fuga e rilasciata nelle campagne dello stesso comune torinese.

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Dal 1968 al 2008 la Belli recita in 48 film, passando dalla commedia, come “Il terribile ispettore”, al thriller noir, come “Il castello dalla porte di fuoco”, facendosi apprezzare anche nel genere grottesco, come nel già citato Mimì metallurgico e nel genere drammatico, come in “Profumo di donna”, al fianco di Vittorio Gassman e sotto la regia di Dino Risi. Un film che ebbe il grande merito di spostare sul grande schermo un romanzo di Giovanni Arpino, con un meticoloso rispetto della narrazione del grande scrittore. E la Belli, in questo contesto, si esprime con tutta la propria bravura, un uno struggente ruolo che lascia il segno nella memoria dello spettatore.

# Ma qual è il film dove si è sentita più affermata come attrice?

In un’ intervista a “La vita in diretta”, fece capire che fu in “Telefoni bianchi”, del 1976, che capì la grande considerazione che il mondo del cinema aveva per lei. In Tv ha lavorato in otto progetti, tra serie e programmi di varietà. All’inizio degli anni settanta girò la pubblicità per la saponetta Lux, la prima rèclame spudoratamente ricca di sensualità, con la battuta, che diventò una simbolo della propaganda televisiva: “Lux, finita la schiuma è come una crema”. 

# I riconoscimenti per il suo lavoro

Per Agostina Belli ci sono anche un David di Donatello, una targa d’Oro, un Nastro d’Argento, per “Telefoni bianchi”, un Globo d’Oro, e un riconoscimento come migliore attrice rivelazione per “Profumo di donna”. Da diversi anni Agostina si è “ritirata” in campagna, vive in mezzo alla natura, dove ha trovato la propria dimensione, dopo anni frenetici di lavoro, successi, qualche delusione e grande generosità nel lavoro.

FABIO BUFFA

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.