Il percorso di un canale che viaggia oggi interrato, ma che ha contribuito a creare le forme di alcuni tra i quartieri più belli di Milano, come l’Isola, Brera e la Vepra. Scopriamo passo dopo passo le tracce lasciate dall’Olona.
Alla ricerca dell’OLONA SCOMPARSO
# Il fiume “varesino” di Milano
L’Olona nasce sul Sacro Monte di Varese, in località Fornaci della Riana di Varese. Scende verso l’Alto Milanese lungo la valle che porta il suo nome ed entra a Milano dopo il passaggio attraverso Rho e Pero. Compromesso da condizioni di inquinamento irrimediabili, il fiume a Milano è stato interrato. Termina in Darsena, dove una volta confluiva nel Lambro Meridionale, naturale sbocco del corso d’acqua che si unisce al Lambro a S. Angelo Lodigiano. Proviamo a seguirne le sue tracce.
# Milano Ovest: il Gallaratese
Da Pero alla Circonvallazione l’Olona è completamente interrato e ricoperto, così da non riuscire più ad individuare il percorso ad occhio nudo. Le uniche tracce per ricostruirlo sono gli abitanti di una parte del quartiere Gallaratese e un piccolo tombino di ispezione in via Donadoni. Qui l’Olona ci arriva lambendo Bonola e Via Quarenghi, per proseguire verso Via Natta e Lampugnano, dove ora si trova l’Istituto scolastico “Gentileschi”.
Da quel punto, in linea d’aria, è necessario allungare lo sguardo fino a Piazzale Lotto dove, all’altezza di via Pogtschnig, sono ancora visibili i muretti che costituivano le sponde del fiume. Da Lotto l’Olona segue sotto la circonvallazione il suo percorso evitando il traffico milanese e dove, nonostante le opere di interramento, il fiume ha lasciato segni per farci individuare la sua presenza.
# Via Correggio
L’Olona prosegue lungo la circonvallazione, in direzione Ghirlandaio e in Via Correggio è possibile trovare traccia del solco del fiume. La scia ormai è come una cicatrice: all’altezza del civico 43, infatti, è possibile notare la stratificazione urbana che si è creata nei decenni. Da un lato c’è una palazzina liberty costruita su una sponda del fiume e, sull’ideale altra sponda, c’è un nuovo quartiere costruito nel dopoguerra. In mezzo, una palazzina per uffici che si discosta da entrambi i periodi e generi architettonici e che ci indica il passaggio ideale dell’Olona.
# La Maddalena e l’”isola Brera”
Il corso del fiume porta poi alla Maddalena, per l’esattezza dove si trova oggi Piazza De Angeli. La presenza dell’Olona è testimoniata da molte foto d’epoca che ritraggono la zona completamente invasa dalle acque dell’Olona esondato. La forza del fiume a quest’altezza, era così forte da creare una biforcazione, andando a scorrere in quelle che oggi sono Via Washington e Via Foppa, per poi riconfluire in un unico corso dopo Piazzale De Agostini.
La biforcazione del percorso, generava così una specie di isola al centro della quale si trovava una delle cascine tipiche di Milano, denominata Cascina Brera. L’isolotto, raggiungibile a piedi con alcuni ponti ormai scomparsi, si chiamava appunto Isola Brera. L’unica traccia di questa Milano ormai scomparsa, si trova nei pressi del giardino di Via Stromboli, un giardino che è anch’esso una traccia verde del passaggio dell’Olona.
# La Vetra e le tracce verdi
Dopo Via Foppa, che è uno dei due rami del corso d’acqua, una volta si trovava la confluenza di un canale detto Vepra o Vetra, il fiume giunge fino alle Colonne di San Lorenzo. La Via Vepra è ormai l’unica traccia di questa confluenza, nascosta sotto la sede stradale. Da qui in poi è possibile immaginare il percorso dell’Olona, grazie ad una serie di parchi, viali alberati e parte del verde urbano, recuperati a spazio pubblico oppure ancora “selvaggi”.
# Solari: la nascita dalle sue acque
Come in zona Solari, per la precisione al 18 di Via Cola di Rienzo, in cui è possibile notare un piccolo lotto veramente rustico. Probabilmente quello spicchio di Milano è così da sempre, perché nonostante i numerosi tentativi di adibirlo ad uso pubblico o edilizio, la mano degli esseri umani sembra non essere mai passata. Forse è lo stesso Olona che scalpita per rivendicare la propria presenza in prossimità del centro cittadino.
Da qui è possibile pedinare le tracce del canale attraverso il Parco Solari, spazio verde recuperato tra le sponde dell’Olona stesso.
# Papiniano e il capolinea: la Darsena
L’inseguimento del fantasma dell’Olona è quasi al termine. Arrivati in Piazza Cantore, alle spalle di alcuni palazzi di Viale Papiniano, la sede stradale in superficie si snoda come se stesse ancora ricalcando il passaggio del fiume. Quest’ultimo tratto è quello che arriva in Darsena, dove oggi la “foce” dell’Olona è individuabile attraverso una tubazione che sfocia appunto alla Darsena. Si tratta dell’ultimo tratto anche per quanto riguarda i lavori di interramento: l’Olona, ormai inquinato e maleodorante, qui è stato coperto per ultimo, più o meno a metà degli anni ’50, dopo essere stato deviato dal suo corso per far seguire un percorso dal Naviglio Grande a Viale Troya, attraverso i Viali della circonvallazione Misurata, Bezzi, Ranzoni e Murillo.
Ripercorrere a piedi il percorso dell’Olona, potrebbe diventare un itinerario di trekking cittadino, alla scoperta di angoli normalmente nascosti alla vista e godibili soltanto in un passaggio lento. Quasi un percorso meditativo, all’inseguimento del fantasma dell’Olona, immaginando la Milano che fu.
Fonte: Urbanfile
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LAURA LIONTI
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