Da diversi giorni si moltiplicano le richieste di giornali del Sud e di ministri del Governo Conte per indirizzare la maggior parte dei fondi del Recovery Fund alle regioni del Sud. Come Milano Città Stato abbiamo ripetutamente invitato i nostri leader del territorio a prendere una posizione, per non lasciare che i fondi europei vengano indirizzati a livello geografico ma, invece, siano utilizzati per rilanciare l’intero Paese. Anche perchè non ci sembra giusto che i fondi concessi in seguito a un’emergenza sanitaria che ha colpito soprattutto le regioni del nord siano utilizzati in modo assistenzialista per sussidiare altre regioni. In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, il sindaco Sala risponde al nostro appello condividendo la nostra posizione.
Leggi anche: Giornali, Ministri e Conte uniti: “RECOVERY FUND: la priorità è il SUD”
Anche SALA alza la voce: «E’ evidente che questo Governo guarda più al Sud che al Nord»
Pubblichiamo un estratto dell’intervista del Sindaco Sala al Corriere della Sera
Sindaco Beppe Sala, oggi iniziano le sue vacanze. Una manciata di giorni per decidere se ricandidarsi o meno. A che punto siamo?
«Continuo a interrogarmi. Devo confessare che il concetto di “conferma” non mi è molto congeniale. Nella mia vita professionale ho sempre creduto nell’idea di cambiamento. In queste settimane sto lavorando a un progetto di evoluzione della città e mi sto confrontando con le sue ambizioni. Voglio capire se queste idee sono in grado di sorreggere il bisogno di cambiamento che è evidente anche a Milano. In tutto ciò, però, vorrei anche godermi la mia vacanza ligure fra mare e bicicletta». (…)
Ci parli allora della sua visione del futuro di Milano.
«Il futuro di Milano parte dal suo presente. La nostra è una città che deve recuperare nell’oggi il suo dinamismo, che è la sua vera natura. In senso generale, poi, il futuro di Milano è verde. Lo dico come impegno, lo dico come convinzione, lo dico anche come utilità. A Milano lavoriamo molto sulla transizione ambientale, perché siamo convinti che sia il modo per riequilibrare un sistema che produce differenze e penalizzazioni. Siamo certi che la transizione è un fatto sociale e che dobbiamo guidare questo processo, altrimenti a pagarne le spese saranno sempre i più svantaggiati».
Un processo lungo.
«Non si cambia in poco tempo, questo deve essere chiaro a tutti. Ma le politiche che riguardano energia, mobilità, acqua, abbattimento degli inquinanti e cambiamento di stili di vita vanno iniziate da subito e, soprattutto, vanno di pari passo con le politiche sulla casa, sulla trasformazione del lavoro e sulla giustizia sociale. Milano è probabilmente il luogo più avanzato in Italia e uno dei più avanzati nel continente per mettere in pratica questo cambiamento epocale». (…)
Una defiscalizzazione differenziata (a vantaggio del Sud) non è compatibile con l’Unione Europea
Passiamo agli «amici». Nei giorni scorsi il ministro Provenzano ha parlato di sgravi fiscali al Sud. Il governo si è dimenticato del Nord?
«Il ministro Provenzano è tornato su un tema che avevo affrontato nelle scorse settimane, dove (con una semplificazione non certo mia) si è parlato di “gabbie salariali”. Nessuno ha intenzione di penalizzare il Sud, ma è evidente che questo governo rischi di guardare più al Sud che al Nord. Nel merito, mi sento di dire che la soluzione è trovare un equilibrio tra Nord e Sud, ma stiamo attenti a buttare lì proposte sulla fiscalità. Prendiamo l’Unione europea: stiamo chiedendo da anni un’armonizzazione fiscale sullo spazio del continente. Quindi è compatibile pensare una defiscalizzazione differenziata all’interno di un singolo Paese?».
Si è chiesto perché le parole di Provenzano non abbiano suscitato polemiche mentre a lei sono saltati al collo?
«Perché ora tutto ciò che nasce da Milano viene visto con grande attenzione. Milano ha avuto uno straordinario successo e ha suscitato qualche invidia. Detto ciò, Milano è diventata grande grazie al contributo di tutti. Sarebbe sbagliatissimo fare i risentiti e rinchiuderci in noi stessi. Non è nel nostro dna».
Cosa ha provato quando De Luca ha detto che a Milano, dopo gli aperitivi sui Navigli, si sono fermati a contare i morti?
«Ho pensato che io non sono così e non voglio essere così. Anche a me capita di essere polemico, però non credo che in un momento del genere, di fronte a tanta gente che ha sofferto, uno si possa permettere di dire queste cose. Lo dico più da milanese che da sindaco».
MILANO CITTA’ STATO
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social
Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore