Oggi a Milano non sembra più esserci il mito del posto fisso. Almeno per certi posti. Ad esempio, pare che nessuno voglia più lavorare ad Atm. Quali potrebbero essere i 5 motivi.
ATM li cerca ma non li trova: PERCHÈ a Milano NESSUNO vuol più fare il TRANVIERE? Ecco i 5 MOTIVI
# Nessuno vuole più lavorare per Atm
Da grande voglio fare il posto fisso, diceva il piccolo Checco Zalone nel film “Quo vado”. E una volta ottenuto – impiegato nell’ufficio provinciale licenze caccia e pesca – lo ha difeso a tutti i costi, anche accettando trasferimenti assurdi, dalla Val di Susa a Lampedusa, per finire al Polo Nord.
Oggi a Milano non sembra più esserci questo mito. Contratto sicuro, tempo indeterminato, ferie e malattia pagate sembrano non interessare più i milanesi. L’Atm ha lanciato per il secondo anno una campagna assunzioni che prevede l’inserimento di 650 nuove risorse, ma fatica a reperirle. Lo ha ribadito il suo direttore generale, Arrigo Giana, in una recente commissione trasporti comunale. E per invogliare si sta pensando abbassare la “barriera all’ingresso” in azienda: che, in soldoni, significa agevolazioni per gli affitti e un parziale rimborso dei costi sostenuti per avere patente e abilitazione ministeriale per trasportare i passeggeri su bus, tram e metrò.
Del totale dei profili ricercati non tutti dovranno mettersi alla guida di un mezzo: nei desiderata della società di Foro Buonaparte ci sono anche un centinaio tra operai e tecnici di manutenzione che andranno ad occuparsi dei sistemi di segnalamento, delle sottostazioni elettriche di alimentazione della metropolitana, degli impianti della rete aerea di tram e filobus. Certo che la parte del leone sono i tranvieri, i conducenti di bus e macchinisti della metropolitana.
Ma perché i milanesi non vogliono più fare questi mestieri, condurre questi mezzi, candidarsi per aggiudicarsi il posto fisso?
Proviamo, in maniera semiseria, a fare cinque ipotesi.
#1 Voglia di immagine: meglio fare l’influencer che guidare un tram
Sotto la madonnina ormai la voglia più grande è di diventare influencer. Di aprire e chiudere la manetta del tram o di buttarsi nella giungla delle strade milanesi con un bestione di 18 metri non se ne parla nemmeno. Magari facendo, con disciplina e dedizione, dei video idioti si può diventare un tik toker di successo. Oppure si può cercare di sbancare facendo educational per youtube.
#2 I milanesi puntano al business
I milanesi, si sa, puntano al business, a sentirsi in call, ad organizzare meeting per fare summit e planning su come fare girare il grano. Il tranviere, nonostante riceva puntualmente il bonifico al 27 del mese, di danèe non è che ne riempia i forzieri.
#3 Reddito di cittadinanza, disoccupazione e anni sabbatici hanno tolto la voglia di lavorare
L’onda lunga del covid potrebbe aver spento la fiammella della passione per il lavoro dei giovani meneghini. Tra smart working e reddito di cittadinanza, tra disoccupazione e anni sabbatici de laurà g’hann minga vöja. La grotta (non quella di Platone ma quella che aveva evocato il primo cittadino, Beppe Sala) è comoda, calda, sicura, rassicurante, dotata di wifi e, tutto sommato, piacevole. Perché mai dovrebbero abbandonarla?
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#4 Una fetta dei ragazzi sono seguaci di Greta: vogliono guidare una flotta full-electric. Oppure andare a piedi
Ipotizziamo che una buona fetta dei ragazzi diplomati siano seguaci di Greta. Non tollerano quindi mettersi alla guida di mezzi inquinanti, che producono CO2 in eccesso e dissipano in maniera spregiudicata del calore in atmosfera. Pensano: solo quando tutta la flotta di Atm sarà completamente elettrica, o meglio, full electric, potrò salirci sopra. Ma non sanno che già oggi più dell’70% del servizio di trasporto pubblico di Milano usa come fonte energetica la corrente (e solo da fonti rinnovabili, off course). E che entro il 2030 tutti i 1200 bus che escono dai depositi saranno elettrici.
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#5 Una forma di resistenza: i milanesi vogliono provocare il Ministro della Pubblica Amministrazione
Ultima ipotesi: i giovani milanesi vogliono provocare i loro subdoli nemici. Il ministri Brunetta e la ex Fornero, il primo ha dato dei fannulloni agli statali in smart working e la seconda aveva chiamato bamboccioni i diplomati e laureati italici che a suo giudizio stavano troppo sotto la gonnella di mammà. I milanesi vogliono provocare le due alte istituzioni politiche, vogliono che si accorgano di loro e vengano messi al centro di una delle loro mirabolanti invettive sociali.
Un po’ come ai tempi degli austriaci: dallo sciopero del fumo si è arrivati alle barricate delle 5 Giornate. Accadrà anche con il rifiuto del lavoro?
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LEONARO MENEGHINO
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Posso sapere sulla base di quale sondaggio o analisi avete pubblicato le motivazioni citate all’articolo “ATM li cerca ma non li trova: PERCHÈ a Milano NESSUNO vuol più fare il TRANVIERE? Ecco i 5 MOTIVI”? Vi ringrazio.
Se il motivo 4 fosse reale, ci sarebbe da essere preoccupati per il futuro di questo disgraziato paese.
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