Se si digita su Google “Baggio Milano” la prima parola suggerita che appare è “droga”. Anche Google mortifica un quartiere che significava degrado per chi ci viveva e pericolo per chi dovesse passare di lì. Ma è davvero così? Oppure come altre aree poco considerate, tipo NoLo o Gorlistan, anche Baggio nasconde un grande potenziale? Per capirlo sono andata a visitarlo, complice un dizionario milanese-mondo.
VA’ A BÀGG A SONÀ L’ORGHEN.
Di Baggio so solo una cosa: Va’ a Bàgg a sonà l’orghen, cioè Vai a Baggio a suonare l’organo. E’ uno dei tanti modi di dire in lingua milanese per mandare a quel paese qualcuno. Solo che l’organo di Baggio non c’era, era dipinto. Ma anche se ci fosse stato, sarebbe stato così lontano da levare di torno qualunque scocciatore. In effetti Baggio è davvero lontano: sarebbero solo 9 km in linea d’aria dal centro, ma entrare in via Ceriani, nel centro ‘storico’ di Baggio, dà l’idea di varcare la soglia di un’altra epoca.
“Il detto Va’ a Bàgg a sonà l’orghen nacque intorno al fatto che a Baggio, antico paese alle porte di Milano ed ora quartiere periferico della città, la chiesa di S. Apollinare era sprovvista dell’organo, pertanto nessuno lo poteva suonare” recita Ominibus, Proverbi e modi di dire per vecchi e nuovi milanesi.
IL DIZIONARIO MILANESE-INTERNAZIONALE E’ NATO A BAGGIO (QUASI).
Ominibus, Proverbi e modi di dire per vecchi e nuovi milanesi è un tomo di 492 pagine, 500 frasi celebri in dialetto milanese che mi è capitato per le mani quasi per caso. A scriverlo sono stati gli ex colleghi Enrico Casati, Guglielmo Scandolara e Roberto Villa in un lavoro certosino durato quasi otto anni.
Il risultato è un’edizione 2015 pubblicata per la Fratelli Frilli Editori in cui detti, spiegazioni e guida alla pronuncia milanese sono stati tradotti in Italiano, Inglese, Tedesco, Spagnolo, Francese, Russo, Cinese, Giapponese, Arabo.
“Ci siamo fatti aiutare da professionisti e amici, con l’obiettivo di dare uno strumento in più per tutti, per i milanesi che volessero conoscere la loro tradizione linguistica, la loro storia, e per i turisti in visita” mi dice Roberto Villa. “C’è anche la versione ridotta tascabile in 127 pagine, il Mini Omnibus, già usato come dono meneghino da alcuni brand di dolci per le passate feste” spiega orgoglioso.
BAGGIO INNOVATIVA E, INASPETTATAMENTE, DELIZIOSA.
Con l’autore del dizionario, ci siamo dati appuntamento alla pasticceria, caffetteria e sala lettura Carta da Zucchero. All’ingresso sembra un pastry – bistrot shabby chic come tante ce ne sono sotto la Madonnina: nel 2014 ha vinto il bando del Comune di Milano “tra il dire e il fare”, messo in palio per favorire la riapertura di attività nelle aree meno centrali di Milano.
Con quei soldi, le titolari Chiara Chisari e Chiara Palmigiani hanno dato forma a un locale che è un punto di ritrovo dei baggesi, delizioso sin dalla vetrina con quell’infilata di torte fatte in casa, una buona selezione di tisane e tè, libri per tutti e tavoli di legno con sedie color del cielo. Un esempio di riqualificazione del vecchio che, come una fenice, risorge e dà una bella forma al nuovo.
E da qui chiedo a Roberto di farmi da Cicerone sulla storia di Baggio.
COSA VEDERE A BAGGIO.
Proprio dietro l’angolo, davanti S. Apollinare, sei maioliche raccontano le varianti dell’origine dell’organo di Baggio. “La Chiesa Vecchia ha subito un pesante rifacimento nel corso del XIX secolo, ma è apprezzabile ancora il portale in pietra e il campanile, che é quello che rimane di un’antica torre di una famiglia nobile baggese”, mi dice. All’interno, sotto gli affreschi di S. Apollinare, ha luogo la Primavera di Baggio, che propone concerti e momenti di incontro da febbraio a giugno.
A due passi dal portale della chiesa, un ingresso in legno svela la medievale Casa dei Baggi: si dice che il nome di Baggio derivi da qui e da qui parte un’infilata di case di ringhiera che pare di essere in un quadro dei pittori dei Navigli.
E’ una bella giornata: i fondi sono aperti e svelano antiche attività, la piazza dei gelsi, le antiche osterie. La villa gialla all’ingresso del vecchio paese “era la casa del sindaco”, mi spiega Roberto.
GLI ASINI DI BAGGIO.
Qua e là, il racconto è inframmezzato dalle maioliche donate da maestranze ora campane, ora venete, ora lodigiane, che raccontano brani della tradizione locale: dalle serate intorno al focolare ai lavori contadini a quella strana novella che dice che, un giorno, crebbe dell’erba in cima al campanile di S.Apollinare e un contadino stupido, per toglierla, issò un asino perché la brucasse.
“Me li ricordo gli asini: è tradizione qui la loro corsa la terza domenica di ottobre, durante la Sagra di Baggio” mi dice Roberto. Di fatto, il loro palio è stato anche recuperato l’anno scorso, nell’ultimo mese di celebrazioni di Expo. Ma torniamo al presente.
IL PARCO DELLE CAVE.
Frutteti, oasi faunistica, ex cava di sabbia e un progetto per l’Esposizione Universale di Milano, la via dell’Acqua mai realizzata: siamo nel Parco delle Cave.
A salutare il paese prima dell’ingresso nel grande bosco verde c’è una grande casa a forma di castelletto che è quel che resta dell’esuberanza di un conte meneghino.
E’ una bella giornata e tanti sono sdraiati a prendere il sole con un bel libro in mano. Intuisco che è anche in questo verde la forza di Baggio.
LIBRAGGIO: A BAGGIO LA LIBRERIA DIFFUSA NEL QUARTIERE.
A dispetto della sua fama sinistra Baggio trasmette un senso di pace e di serenità. E quando meno te l’aspetti scopri che è un quartiere con un grande senso di comunità e di rispetto reciproco. In chiusura di questo pezzo mi arriva la comunicazione di #LIBRAGGIO, un’iniziativa di viverebaggio.com nata per coinvolgere negozi, bar e locali all’insegna del senso civico e del rispetto tra i cittadini.
“Ad oggi nel quartiere hanno già aderito otto locali, ma presto il loro numero crescerà e LIBRAGGIO diventerà la prima libreria di quartiere della città”, spiegano i promotori che propongono un circuito di locali in cui fornire letture da leggere sul posto, godendosi una bevanda, sorseggiando un the o pranzando. Oppure può scegliere di portarsi il libro a casa per il weekend, per una lettura serale o in vacanza, gratuitamente e senza neanche il bisogno di registrarsi. “L’unica cosa che viene richiesta a tutti è quella di trattare bene i libri presi in prestito, di riportali nello stesso posto in cui sono stati prelevati o di consegnarli in un altro locale aderente all’iniziativa e, dove possibile, di arricchire la libreria con qualche libro che si ha a casa e che non serve più”.
Oggi fanno parte di #LIBRAGGIO:
- AL BAGGESE – Via Masaniello, 14 – 20152 Milano
- CARTA DA ZUCCHERO – Via Antonio Maria Ceriani, 13 – 20152 Milano
- COUNTRY HOUSE MILANO – Via Riccardo Lombardi, 19/10 – 20152 Milano
- FA BALLA’ L’OEUCC – Via Pistoia, 19 – 20153 Milano
- FROZEN GELATERIA – Piazza Anita Garibaldi – 20152 Milano
- LA POSTERIA NEL BORGO – Via Delle Forze Armate, 403 – 20152 Milano
- PAN CAFE’ – Via Val D’Intelvi, 14 – 20152 Milano
- PIZZERIA 125 – Via Alberigo da Rosciate, 5 – 20152 Milano
Un’iniziativa che ci si aspetterebbe nelle città del Nord Europa e non in quella che viene ritenuta da molti una periferia malfamata di Milano. Aver vissuto con mano la realtà fa capire che anche questa zona sta vivendo una rinascita e che basta poco perchè possa esprimere il suo grande potenziale.