Mentre in Italia si multano i ristoratori che chiedono di riaprire e si presta massima attenzione per evitare la formazione di assembramenti sui navigli, nei parchi o sulle spiagge, all’estero si stanno diffondendo iniziative per riaffermare il valore della libertà. Iniziative di cui sui nostri organi di informazione non viene data traccia.
“Basta politica del PANICO!”. Migliaia di manifestanti in Svizzera e Germania contro le restrizioni alla libertà
# I cittadini svizzeri contro le misure di restrizione: “violazioni dei diritti fondamentali”
In Svizzera in diverse città tra cui Zurigo, Berna, Lucerna, Basilea e San Gallo ci sono state nel fine settimana delle proteste con cortei di manifestanti contro le limitazioni alla libertà personale e le chiusure, definite come “violazioni dei diritti fondamentali”. Sabato a Berna la protesta è durata tutto il pomeriggio, con la richiesta al Governo “di smettere di mentire” riguardo al Coronavirus. La capitale aveva visto già la settimana precedente la presenza in strada di circa 300 persone, bloccate dalla polizia che aveva definito illegale la manifestazione, con critiche arrivate anche di Amnesty International che aveva contestato il fatto che l’emergenza sia un pretesto per limitare la libertà d’espressione.
# “Basta politica del panico”: in Germania manifestazioni per la libertà
A Berlino dove sono vietati gli assembramenti con più di 50 persone, come riporta “Die Welt” sono state fermate 86 persone ad Alexanderplatz e almeno 30 fermi davanti al Reichstag. A Monaco che prevede un limite di 80 partecipanti negli assembramenti si sono registrati circa 3.000 dimostranti nella centrale Marienplatz. “Noi siamo il popolo”, “Libertà, libertà”, “Resistenza” e “Basta politica del panico” sono tra gli slogan che sono stati scritti o scanditi. La richiesta più diffusa è il rispetto delle libertà fondamentali sancite dalla costituzione e altre città in cui le proteste sono stati vibranti sono state Colonia, Stoccarda, Brema, Dortmund e Gera, in Turingia
Fonte: ticinonews.ch e dagospia.com
# In Italia prosegue senza opposizione la politica della colpevolizzazione dei cittadini
Mentre altrove si consente la protesta e i cittadini possono affollare i luoghi all’aperto, in Italia media e politici sono uniti nel condannare con durezza ogni tipo di libertà che alcuni cittadini cercano di dopo 2 mesi di chiusura forzata in casa: prendersi una birra sui Navigli o il sole a Mondello sono stati dipinti come gesti di delinquenza e di gravità assoluta.
Tutta l’attenzione sembra sempre riposta a dare ogni colpa ai cittadini, mentre invece vengono trascurate le carenze di chi ha la vera responsabilità delle decisioni: pochi o nessuno sottolinea lo scandalo di trovarci dopo due mesi e mezzo ancora senza la possibilità a ogni cittadino di poter fare tamponi e test per stabilire chi è positivo e chi è immune, oltre a non avere ancora attivato alcuna modalità di tracciamento dei contatti.
Nonostante ogni dato oggettivo dimostri invece che le persone durante il lockdown abbiano osservato quanto imposto dal governo, come ha testimoniato il tracciamento gli spostamenti, e che le sanzioni sono state comminate solo al 3% dei controllati si continua a alimentare la paura che i nostri comportamenti irresponsabili possano riportarci ad una nuova chiusura.
Sarebbe auspicabile che i governanti comincino a prendersi le proprie responsabilità per il disastro sanitario e per la profonda crisi economica in cui stiamo sprofondando, cose che al momento non hanno fatto indignare i principali organi di informazione italiani quanto runner sulle spiagge o qualche birra sui navigli.
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FABIO MARCOMIN
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