“Quello che abbiamo cercato di creare era una sorta di paesaggio montagnoso all’esterno ed un canyon cavernoso all’interno. Abbiamo preso forse l’elemento più semplice in architettura – il muro – e lo abbiamo scompattato per formare una sala dentro”.
Detta così suona facile. A parlare è l’architetto di BIG, Bjarke Ingels, quindi chi meglio di lui può far sembrare semplice questo lavoro che è la rotazione a 45 gradi di un grattacielo per renderlo un “courtscraper”, una corte con l’aggiunta di una sensazione di leggerezza e di ‘incastro sospeso!?
Per riuscirci, Ingels ha usato migliaia di blocchi vetroresina traslucidi, impilati uno sopra l’altro, fino a formare un muro che sembra smembrato.
Il risultato? Una serpentina d’arte bianca, un’infilata di scatole di fibre di vetro appoggiate proprio di fronte alla Serpentine Gallery di Londra, dentro le quali infilarsi e da cui avere una visione privilegiata, come un cannocchiale, non solo della torre della Serpentine, ma anche dell’ambiente circostante, che dalle scatole di vetroresina sembra quasi incorniciato.
Da vivere, dentro cui sedersi, da arrampicarcisi.
“Un antro opaco, organico, trasparente” lo definisce il suo papà architettonico, e che svela una nuova meraviglia nel cuore di Londra regalando incredibili geometrie ad uno spazio noto a tutti, e forse pure un po’ passato di moda.
Insomma, a volte basta un’idea strisciante per ridare vita ad un ambiente urbano e riportarlo sotto i riflettori del mondo.
Un progetto a cui l’architetto danese non è nuovo: risale infatti al… il progetto abitativo ‘a cubi’ da lui realizzato a Copenhagen e con il quale – di sé – ha compiuto la missione sociale di portare ‘le strade nel cielo’ auspicate dai colleghi Alison e Peter Smithson negli anni ’60 e ’70.
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Fonte: http://www.dezeen.com/