Esistono gli universi, le rette, i destini, ma, a volte, esistono anche quartieri che si potrebbero definire paralleli, convivono assieme pur essendo diversi come solo Bovisa e Dergano possono essere.
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Bovisa e Dergano: la grande rivalità di due quartieri allo specchio
# Un’identità da contrade con campi e fossati come confini
Nel passato avevano una ben definita identità: erano borghi autonomi con una precisa fisionomia che campi e fossati dividevano creando netti confini.
Con il tempo queste peculiarità sono andate via via sfumando anche a causa di accorpamenti amministrativi pensati in maniera un po’ frettolosa e maldestra: passeggiando per i quartieri, che oggi sono accorpati dentro a una stessa zona, riaffiorano comunque in maniera marcata le differenze.
Senza scomodare il romanzo ambientato nella Via Pal dell’antica Budapest, abitare alla Bovisa o a Dergano, se eri un ragazzino ti differenziava: il senso di appartenenza era sentito, soprattutto se ci si trovava in territori “neutri” come poteva esserlo una scuola media di confine.
Si rinfacciava agli “altri” di abitare nel quartiere più pericoloso e malfamato. D’altronde, in Italia, lo spirito delle contrade è da sempre presente, un tratto distintivo del nostro immenso patrimonio culturale e i quartieri altro non sono che delle moderne contrade. Ma che cosa li distingue ancora oggi?
# Lo Spirito della Bovisa, tra locomotive e neorealismo
La Bovisa si sviluppa lungo i binari della ferrovia quasi aggrappandovisi e possiede una forte vocazione industriale sviluppatasi nel tempo. Tempo spesso scandito dai treni e dal fischio delle locomotive, udibile da lontano.
Il grandissimo Tessa ne citava i fumi malsani delle sue ciminiere raccontando del ritorno dalle sue vacanze ne La bella Milano, libro di struggente intensità della Milano che fu.
Lo snodo ferroviario della Bovisa, (con la sua orrenda stazione, nota per una scomodissima scalinata e costruita sulle macerie di quella vecchia e caratteristica) è decisamente più importante di quanto si pensi, trattandosi di uno scalo di smistamento gigantesco.
Quartiere celebrato e citato nel cinema (Rocco e i suoi fratelli), oltre che nel notissimo film di Visconti (Inferno), il primo lungometraggio italiano, nella letteratura (Il malinconico ragazzo della Bovisa di Ermanno Olmi), nella pittura (ovvio il riferimento nel Gasometro… di Sironi), nella musica da Van de Sfross (40 pass) a Danzi.
Fortemente politicizzato, dallo storico circolo anarchico della Ghisolfa, allo Schigera, locale molto attivo e piuttosto schierato a sinistra. Un “District” oramai noto a livello internazionale, entrato a pieno titolo nel circuito del design, somigliante ad uno Stadt Viertel trendy ed emergente di Berlino Est per il suo dinamismo e per la sua vitalità. Popolato da tantissimi giovani e studenti, designer e creativi, tra i quali ora si notano tanti cinesi grazie alle nuove facoltà e start-up nate nelle hall interne dei vecchi stabilimenti industriali.
Tanti sono i locali dove passare una piacevole serata, tra questi come non citare lo Spirit de Milan, che dentro una vecchia fabbrica, tra atmosfere retrò, popolari e post nucleari, offre una vastissima proposta musicale.
# Dergano “alla Ribalta”, un borgo discreto dal sapore contadino
Dergano resta fortemente legato alle sue botteghe artigianali, quartiere solidale da sempre (si ricordino le varie associazioni di volontariato già citate in un nostro articolo), ospita una comunità decisamente orientata più sul sociale che sul politico. Un quartiere più discreto e meno conosciuto di quanto non sia la Bovisa.
La sua piazza rimane decisamente il punto di riferimento principale nonostante siano diversi i locali e i punti di ritrovo, tra i quali l’innovativo birrificio La Ribalta, con la sua vasta proposta di birre artigianali, aperto fino a tarda notte. Il quartiere è stato inoltre protagonista di un progetto di urbanistica tattica, che pare sia stato accettato di buon grado dai derganesi.
Le differenze, molto marcate tra le due realtà, emergevano anche tra i campanili, intesi proprio come Chiese: la parrocchia di Via Varè concentrata sulla attività oratoriale e quella di Dergano con chiara matrice conservatrice, quasi reazionaria.
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ANDREA URBANO
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