Quando si parla di Brianza, a Milano la maggior parte delle persone pensa ad una “terra” fatta solo di aziende e mobilifici, i cui paesi sono raggruppati in quella provincia costituita pochi anni fa con capoluogo Monza, una città che è sì geograficamente brianzola, ma che non ne è il cuore.
Si pensa sempre ad un popolo di lavoratori, artigiani, falegnami ma la Brianza è molto di più. Innanzitutto non è grigia ma verde, per la sua vasta natura, e soprattutto non ha un “confine” provinciale in quanto comprende ben tre province: Monza e Brianza, Lecco e Como.
Brianza Mon Amour: 5 attrazioni che rendono unica la terra a nord di Milano
La Brianza è una terra ricca di storia, natura e arte, grazie a un territorio morfologicamente vario che comprende pianure, colline, laghi e montagne. Una terra amata dai suoi abitanti ma anche dalla nobiltà milanese, che qui scelse di vivere e costruire le proprie ville di delizia, e tuttora scelta dai milanesi DOC che, stufi di vivere nel caos della metropoli, hanno abbandonato la città per stare in un contesto più calmo e appagante.
La Brianza è quindi una terra che merita di essere scoperta e valorizzata, con il rischio, per milanesi e non, di innamorarsene.
#1 Una terra di monti, fiumi e colline
La vasta varietà del territorio Brianzolo lo rende unico nel suo genere e con confini ben precisi.
Si va dalle pianure a nord di Monza a sud della cittadina, fuori dalla quale si sviluppa la Bassa Brianza, fino alle montagne di Canzo, dove la cascata della Vallategna segna il confine tra Brianza e Valsassina. Dalle colline di Cantù ad ovest fino alle sponde dei laghi di Garlate, Olginate e delle acque del fiume Adda ad est, antico confine tra la Brianza e i territori bergamaschi.
#2 Il Romanico
Imponenti e silenziose testimonianze di un ricco passato sono i monumenti romanici presenti nel territorio, in particolare la Basilica dei SS. Pietro e Paolo di Agliate, la Basilica di Galliano a Cantù e l’Abbazia di S. Pietro al monte di Civate.
Ad Agliate si trova la più antica chiesa della Brianza, nonché, secondo alcune fonti, dell’intera diocesi di Milano, in quanto edificata intorno al IV-V sec sui resti di un precedente tempio pagano probabilmente dedicato a Nettuno. Un edificio in perfetto stile romanico con pregevoli affreschi risalenti all’epoca ottoniana e un ciclo rinascimentale del 1491 eseguito dal leonardesco Marco d’Oggiono.
Unico nel suo genere è il battistero, un nonagono con tanto di altare in cui venivano battezzati i catecumeni.
Del X secolo è invece il complesso di Galliano, consacrato dal brianzolo e futuro arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano. All’interno, l’edificio ha mantenuto alcuni affreschi di epoca ottoniana probabilmente eseguiti dallo stesso maestro di Agliate, mentre il vicino battistero con tanto di matronei è rimasto intatto.
Tra i monumenti più scenografici compare l’Abbazia di S. Pietro al Monte, costruita sulle montagne brianzole già in epoca longobarda come ringraziamento di re Desiderio per aver guarito la cecità del figlio Adelchi durante una battuta di caccia avvenuta tra questi boschi.
Tra i personaggi che qui vi giunsero vi fu anche Leonardo da Vinci, il quale amava queste terre e alle cui valli si ispirò per alcuni suoi celebri dipinti.
Oggi è possibile raggiungere questo gioiello nascosto percorrendo a piedi il sentiero che conduce fino al complesso abbaziale e qui rilassarsi nella pace di questo luogo senza tempo.
#3 Ville di delizia
Fin dal Rinascimento, numerose famiglie nobili milanesi scelsero la Brianza come luogo di villeggiatura. Non stupisce quindi che in ogni paese di questa verde terra vi sia almeno una dimora di delizia dove qualche personaggio storico abbia soggiornato, da Ludovico il Moro ad Eugenio de Beauharnais, da Cesare Beccaria ad Alessandro Manzoni, da Gabrio Piola a Federico Confalonieri.
Tra le ville più belle della Brianza meritano di essere citate Villa Cusani Confalonieri a Carate Brianza, dimora barocca della nobile famiglia Confalonieri e centro del Risorgimento milanese, Villa Tittoni a Desio, realizzata in stile neoclassico dal Piermarini per la famiglia Cusani, e le splendide ville di Inverigo.
Nel XVII secolo, Inverigo venne soprannominata la “capitale della Brianza” grazie alla famiglia Crivelli, che fece del proprio castello il centro del proprio potere dotando la residenza di spettacolari giardini barocchi, monumentali viali di collegamento con il vicino santuario di S. Maria della Noce e la realizzazione di un teatro di corte.
Lo sfarzo del palazzo principesco dei Crivelli, il cui aspetto attuale è a firma dell’architetto Pollack, che realizzò a Milano la Villa Reale, durò fino al 1798 con l’abolizione dei privilegi feudali.
Poco distante dal Castello Crivelli, nel 1813-14, Luigi Cagnola, famoso per aver realizzato a Milano l’Arco della Pace, costruì la sua dimora, definita la “meraviglia della Brianza”: villa La Rotonda. Un edificio neoclassico ispirato allo stile palladiano, con una cupola e delle colonne che ricordano un tempio greco, due stupende gradinate ed enormi talamoni a guardia dell’ingresso.
Un monumento che lasciò a bocca aperta Stendhal e Foscolo e che ancora oggi stupisce per la sua bellezza ed eleganza.
#4 I quattro laghi
Un inglese oggi definirebbe la Brianza la “lake district” milanese, in quanto nell’arco di pochi chilometri si trovano, senza contare il Lario, ben nove laghi, alcuni dei quali valgon la pena di esser visitati:
1 Lago di Annone
È il 22° lago italiano per estensione, e su di esso si affacciano i borghi di Oggiono e Galbiate. La particolarità di questo lago, che fu ammirato da Stendhal nel suo viaggio in Brianza e da Leonardo da Vinci, sta nelle due penisole dell’Isella, che si incontrano come una sorta di piccolo varco nel lago stesso.
2 Lago di Pusiano
Sulle sponde di questo lago, nel borgo di Bosisio, nel 1729 nacque il poeta Giuseppe Parini.
Il viceré Eugenio de Beauharnais scelse Pusiano come meta di villeggiatura e svago, abitando anche la vicina Isola dei Cipressi, che oggi ospita un’oasi per animali.
Artisticamente questo lago venne scelto da Giovanni Segantini come sfondo per i propri dipinti.
3 Lago di Garlate
Posto tra l’Adda e il lago di Olginate, questo specchio d’acqua è lo scenario in cui Manzoni ambienta il celebre “Addio ai monti” in cui Lucia si congeda dalla sua terra.
4 Lago del Segrino
Incastonato come una gemma tra i monti della Brianza, il lago del Segrino e un’oasi naturale in cui è possibile passeggiare, correre o rilassarsi nel bel mezzo della natura.
Un luogo talmente magico da abbagliare ed ispirare personaggi come Stendhal, Parini, Ippolito Nievo, Fogazzaro, Segantini, oltre ad essere uno dei laghi più puliti d’Europa tanto da esser paragonato per purezza ai laghi scandinavi.
#5 Le colline di Montevecchia
Con le sue colline di cipressi e i suoi vigneti, Montevecchia potrebbe esser ribattezzata la “Toscana brianzola” in quanto qui si produce vino fin da tempi antichissimi.
Il celebre Pincianèl, il vino della zona, è ideale per accompagnare i prodotti tipici della zona di Montevecchia, come i suoi formaggi e i suoi salumi.
Oltre alla buona cucina, questa parte di Brianza offre una vista mozzafiato a 360 gradi sui territori brianzoli, le montagne lecchesi e bergamasche, Vimercate e Milano: basta salire per le vie del borgo di Montevecchia fino al Santuario del Carmelo per godersi lo spettacolo.
Leggi anche: I misteri di Montevecchia
Continua la lettura con: I CARAIBI ITALIANI a tre ore da Milano
MATTIA GALBIATI
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