Inauguriamo “città del mondo”, nuova rubrica che ha lo scopo di descrivere la vita in altre città attraverso gli occhi di italiani da esportazione. Per incuriosire, stimolare e, speriamo, anche sprovincializzare la nostra città inserendola in una prospettiva più ampia. Iniziamo questo giro del mondo dalla Silicon Valley con Adriano Farano, imprenditore nell’ambito media a Stanford. Originario di Cava de’ Tirreni, Farano ha fondato il giornale online CafeBabel.com e l’applicazione di video notizie Watchup (acquisita da Plex).
– Il cibo in California vs quello italiano: cosa ti manca di più? E quali sono invece le sorprese positive della cucina californiana?
Mi manca la pizza napoletana ma ho costruito un forno a legna, d’argilla, nel mio giardino! In California adoro il vino e sono membro di un’ottima cantina sulle colline di Santa Cruz che offre anche gite a cavallo con vista sulla valle di Santa Chiara, altresì nota come Silicon Valley.
– La tv: il programma/i programmi che porteresti d’Italia? E quali sono gli hobbies più in voga tra gli americani?
Per fortuna non guardo mai la TV tradizionale. Guardo però le notizie via Plex (la società che ha comprato la nostra app, Watchup). Come hobby credo che la cucina sia uno che sta crescendo molto. Il mio vicino fa il pane e l’altro giorno mi ha regalato un po’ di lievito madre. Un altro mio amico fa la torrefazione del caffè. Io la pizza. Insomma, la California si avvicina sempre di più all’Italia.
– La comunità italiana: quanto è attiva nella società californiana? Ci sono personaggi che si sono affermati?
Da Luca Maestri, CFO della Apple, a Marco Marinucci, fondatore dell’acceleratore per startup europee Mind the Bridge, ce ne sono molti. Luca è anche il tesoriere dello Juventus Club Silicon Valley che, con buona pace di milanisti ed interisti, è il più attivo in zona e serve anche come snodo delle attività imprenditoriali di tanti di noi.
– Cosa ti manca di più dell’Italia?
Gli affetti e l’umanità delle persone. Qui sono tutti troppo perfetti.
– Cosa apprezzi di più della SV?
Lo spirito di ottimismo viscerale che è poi quello che ha fatto e continua a fare la Silicon Valley.
– Il luogo comune dei californiani che smitizzeresti?
La spiaggia: contrariamente a quanto si possa pensare vedendo Baywatch, in spiaggia qui fa davvero freddo. Come mi manca il Mediterraneo!
– Come è amministrata la città?
Io vivo a Menlo Park, un paesino di 30.000 abitanti che fa parte della cosiddetta Silicon Valley, con Palo Alto, Stanford, Mountain View eccetera. La politica è qui abbastanza trasparente nel senso che l’economia tira, la scuola pubblica è indipendente e la sanità è privata. Le infrastrutture per noi europei risultano antidiluviane: fino all’anno scorso avevo 1.5 mega di Internet a casa e il trenino “Caltrain” è un po’ ammaccato, di alta velocità non ne vogliono sentir parlare, attaccati come sono alle loro auto…
– La PA: dovessi dire qual è la principale differenza?
Molto efficiente, tutto online con interfaccia d’uso molto “antica” ma sempre funzionale.
– Cosa porteresti da noi della SV?
L’ottimismo! E’ quello che fa la differenza. Qui tutti si danno da fare, mai nessuno che si lamenta o che chieda qualcosa alla politica.
– Cose più strane che ti sono successe?
Uno scoiattolo nero che mi attraversava la strada, non sapevo se fare gli scongiuri!
– Cosa fatichi a capire degli abitanti della SV?
Ormai mi sento a casa, ma a volte più chiarezza e meno fronzoli nei rapporti umani sarebbero i benvenuti.
– Come ci vedono veramente, al di là dei luoghi comuni?
Italiani brava gente, lavoratori e buongustai. Io sono molto grato alla strada che ci è stata spianata dagli italoamericani, davvero!
– Personaggi celebri più amati dai californiani?
Qui nella Valley, Zuck è senz’altro visto come un genio dell’execution, ovvero dell’implementazione. E lo è. Per quanto riguarda poi l’impatto sociale di Facebook ci sarebbe da ridire…
– Quali locali vanno di più?
Uno su tutti: Terùn. Fanno la migliore pizza di tutti, davvero terrona. E sono il punto di ritrovo di tutti gli startuppari della zona. Anche i grandi capi di Google e Facebook ci vanno spesso.
– Business e startup interessanti?
C’è la corsa al big data con società quali Databricks, le criptovalute con startup quali Filecoin e Coinalpha, e poi sta cambiando il modo in cui lavoriamo con strumenti quali Slack e l’ecosistema che si sta creando intorno ad esempio con Ellipsis, fondata dal milanesissimo Matteo Melani. Sono tutte tendenze da tenere d’occhio. Ma quella che a me preme è la lotta per un’informazione di qualità, sotto assedio con l’avvento dei bot politici e delle fake news.