Ci stiamo perdendo TORINO: NESSUNO ci vuole più andare a VIVERE

"Quando arrivo a Torino Porta Susa mi sembra di arrivare in un paese di provincia"

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giacomodenittis IG - Torino Porta Susa

L’ultima mazzata per Torino la rivela l’inserto piemontese del Corriere della Sera: “A Torino per lavoro? No Grazie.” Ormai “il capoluogo torinese è quello che fatica di più nel Nord Italia a trovare lavoratori disposti a traslocare in città“.

Ci stiamo perdendo TORINO: NESSUNO ci vuole più andare a VIVERE

# I lavoratori preferiscono Milano, Bologna e Roma

Credits Andrea Cherchi – Milano vista skyline

A Torino non vuole andarci più nessuno. Questo è il quadro che emerge dall’analisi dell’Osservatorio sul mercato del lavoro della città di Torino elaborato da Ires Piemonte, come riportato dall’edizione torinese del Corriere della Sera: il capoluogo piemontese è la città del Nord che ha perso di più in termini di attrattività dalla trasformazione da città industriale a città che punta su turismo, servizi e innovazione. 

Il saldo anagrafico dei trasferimenti di residenza registrato a Torino è di appena lo 0,2% in rapporto alla popolazione: appena 2 mila persone l’anno, contro lo 0,8% di Bologna con 3.400 lavoratori e Milano con oltre 10 mila. Anche Roma e Genova hanno dati migliori.

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# Cresce il turismo e la ristorazione, ma crolla l’industria

laurentbenetton IG – Fiat Lingotto

Il paradosso è che i lavoratori non scelgono Torino anche se il lavoro non manca. Sono cresciute infatti dell’1,6% le imprese operanti nei servizi, del 6,4% quelle operanti nel turismo e nella ristorazione, del 18,3% quelle che si occupano di salute, istruzione e servizi sociali, dalla logistica e i poliambulatori. Crolla invece l’industria, che ha perso il 17% delle società manifatturiere. Dal 2008 sono calate sia le nuove posizioni attivate nelle industria che nel settore delle costruzioni, rispettivamente scese al 4% e al 6%. Il 70% dei nuovi posti di lavoro è infatti nel settore dei servizi anche se di basso valore aggiunto vista la difficoltà ad attrarre talenti. 

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# La testimonianza di una pendolare torinese che lavora a Milano: “Quando arrivo a Torino Porta Susa mi sembra di arrivare in un paese di provincia”

giacomodenittis IG – Torino Porta Susa

Su Repubblica Angiola Maria Gili, una pendolare torinese che lavora a Milano come responsabile della comunicazione della Pirelli HangarBicocca, racconta la sua sensazione quando arriva nella stazione di Torino Porta Susa: «Quando arrivo a Torino Porta Susa mi sembra di arrivare in un paese di provincia. Non ci si deve mai fare largo tra la folla, mai confusione ma una calma tranquilla».  […] «C’è sempre pochissima gente. Milano centrale, ma anche Porta Garibaldi, sono brulicanti. Alle volte la gente si trova gomito a gomito con altre persone per via dell’affollamento. A Porta Susa sembra di essere approdati in una stazione marginale.»

Non aiuta il fatto che la stazione, seconda per passeggeri dopo Porta Nuova e inaugurata oltre 10 anni fa, sia uno spazio desolante vista la carenza di bar, ristoranti e altri tipologie di attività commerciali.

# Persi quasi 50.000 residenti nell’ultimo decennio

A certificare il cattivo stato di salute di Torino anche la curva demografica. Lontani i tempi in cui si era superato il milione di abitanti, non troppo vicini nemmeno quelli i cui si era sopra i 900.000. Nel 2011 i torinesi erano 906.874, nel 2022 se ne sono contati meno di 860.000 con una perdita superiore alle 46.000 unità. Riuscirà la Città della Mole a fermare questa emorragia di residenti? 

Fonti: Repubblica, Corriere.Torino

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.