Giovanni Ponti, in arte Giò, è stato uno dei più grandi architetti italiani: milanese doc, ha tenuto sotto la propria ala protettrice una collega straordinaria, capace, quest’ultima, di rivoluzionare l’arte del costruire attraverso l’attenzione alla funzionalità dell’oggetto o dell’immobile, rispetto all’estetica.
CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale
# Il primo Compasso d’Oro per il divano componibile “Strips”
Questa architetta-designer si chiamava Maria Cristina Mariani Dameno, che adottò il cognome del marito, facendosi chiamare e diventando famosa col nome di Cini Boeri: nacque a Milano il 19 giugno 1924, a 27 anni si laureò al Politecnico, a 45 anni vinse il premio Compasso d’oro, ovvero il riconoscimento che viene riservato all’eccellenza del design italiano. A far conquistare questo prestigioso riconoscimento alla Boeri fu la realizzazione del divano componibile “Strips”, disegnato nel 1972, in tempi in cui si pensava che i divani e le poltrone fossero solo roba da ricchi. Cini ebbe l’intuizione di creare un prodotto morbido, pratico e lavabile.
Fu insegnante al Politecnico di Milano, ebbe un ruolo di spicco nella XVI Triennale, tenne molti incontri sull’architettura nelle più importanti università del mondo, tra cui quelle di Berkeley, San Paolo, Detroit e Rio de Janeiro.
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# L’architettura come impegno sociale
La peculiarità di Cini Boeri fu quella di considerare l’architettura non solo una professione d’arte, ma un impegno sociale: dopo la gavetta con Giò Ponti, collabora con Fredi Drugman (il fondatore del collettivo di architettura di Milano) e con Marco Zanuso, il padre del design industriale. La sua attività entra nel vivo nel 1963, occupandosi del settore “civile” e del disegno industriale, progettando case, appartamenti, allestimenti museali, uffici e negozi. Dedicò le proprie creazioni alla funzionalità dello spazio e ai rapporti psicologici tra uomo e ambiente.
Non a caso progettò una scuola e le rispettive aule: ognuna di queste ultime è a forma circolare, dove l’insegnante si pone al centro esatto della stanza e, attorno, sui banchi a forma semicircolare, ci sono gli alunni. I banchi possono scorrere sui binari. Ogni banco ha tre posti e ogni posto ha in dotazione un cassetto.
# Le onorificenze e i premi di un carriera dura ma ricca di soddisfazioni
L’inizio della sua carriera non fu facile: allora l’architettura era considerata una disciplina puramente maschile, lei, da donna, dovette moltiplicare gli sforzi per farsi accettare. Ma ci riuscì e questa caratteristica rafforzò il proprio essere, così libero e progressista, puntando su un’architettura che rispetti l’uomo e l’ambiente.
Nel 2011 ha ottenuto il suo secondo Compasso d’Oro, tre anni prima aveva vinto il Good Design Award di Chicago, sempre in quel periodo diventò Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il marito di Cini era Renato Boeri, neurologo che fu attivo nella lotta partigiana. Lei stessa fu staffetta durante la resistenza. Dal marito ebbe tre figli, i giornalisti Sandro e Tito e l’architetto Stefano.
E’ morta il 9 settembre 2020 nella propria abitazione di Milano.
FABIO BUFFA
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